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21/06/2019

Strage di Viareggio: l’ad Moretti condannato a 7 anni anche in appello


La corte di appello di Firenze ha condannato a 7 anni Mauro Moretti ex AD di Fs e di Rfi al processo per la strage di Viareggio.

La procura generale aveva chiesto molto di più: 15 anni e 6 mesi. E’ stata così confermata la condanna di primo grado.

Moretti, assente in aula, era imputato di disastro, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose, incendio.

L’11 febbraio Moretti aveva detto in udienza di rinunciare alla prescrizione, che sarebbe scattata dal maggio 2018 per incendio e lesioni colpose.

Condannati anche Michele Mario Elia (ex ad di Rfi) e Vincenzo Soprano (ex ad Trenitalia) a 6 anni per omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario. Anche qui si tratta di una conferma del primo grado.

Assolti invece altri dirigenti che in primo grado avevano subito condanne tra e sei anni e sei anni e mezzo.

La corte di appello di Firenze ha condannato ad una pena più alta Rainer Kogelheid, ad di Gatx Rail Germania (la società cui apparteneva il vagone cisterna del gpl esploso quella notte), condannato a 8 anni e 8 mesi.

Da Viareggio erano arrivati molti cittadini, compreso il sindaco. Fuori dal tribunale, come in tutti questi anni, striscioni e foto delle vittime.

La strage era avvenuta la notte del 29 giugno 2009, proprio all’interno della stazione di Viareggio.

Nelle ultime battute del processo, l’accusa aveva prodotto la sentenza che ha condannato il comandante Schettino (per la nave Concordia, naufragata sugli scogli dell’isola del Giglio), perché secondo i pm, come i vertici delle aziende imputate, Moretti e gli altri dirigenti avevano omesso di informarsi su quanto avrebbe permesso di evitare le morti; nel caso di Viareggio sarebbe infatti mancata la verifiche delle condizioni dei carri.

Alle 23,48 del 29 giugno 2009 un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deraglia poco dopo aver superato la stazione ferroviaria della cittadina balneare toscana. Una delle cisterne che trasportano Gpl si rovescia su un fianco e si squarcia sbattendo a forte velocità contro un ostacolo (un picchetto secondo quanto sostenuto dall’accusa, una ‘zampa di lepre’ stando alla ricostruzione della difesa) e da un grosso foro comincia a fuoriuscire il gas che avvolge i binari e le abitazioni affacciate sulla linea ferroviaria. Case, negozi, uffici, automobili vengono inghiotti e distrutti dalla nuvola fuoco. Alla fine si sono contati 32 morti, quante sono state le sedie lasciate vuote – nell’aula del tribunale – con i loro volti bene in vista.


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