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18/12/2019

Sardine in scatola o sardine che nuotano in mare aperto?

Una piazza piena quella di ieri a San Giovanni. Una piazza contro Salvini e contro il fascismo.
E sin qui tutto bene.

Una dirigenza e il suo leader, perché così si chiamano, quelli sul palco che balbettando un programma che a me sembra da operetta, infantile e sicuramente generico e senza veri contenuti, fondato soltanto su pochi punti che di dirompente hanno ben poco. Notate poi il punto 6, ripensare e non abolire il decreto sicurezza che insieme al tentativo di non far parlare i migranti (le “sardine nere”) solo in parte riuscito, danno una colorazione sbiadita a questo movimento.

Un “ci siamo ma non vogliamo disturbare troppo il manovratore”, un “caro PD noi siamo qui a dare una mano ma tu per favore datti una verniciata nuova”.

Questi i 6 punti lanciati ieri a San Giovanni.

1. Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a lavorare.

2. Che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali.

3. Pretendiamo trasparenza dell’uso che la politica fa dei social network.

4. Pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca tutto questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti.

5. Che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica.

6. Ripensare il decreto sicurezza.

Se poi aggiungiamo che il leader delle sardine ha più volte e con varie sfumature affermato che le sardine decideranno che fare solo il 27 gennaio, cioè ad urne regionali chiuse, allora la questione si fa ancora più chiara.

Insomma, per me si tratta di una “bella” mossa dell’area PD in termini elettoralistici e in funzione anti Salvini, per spingere tanti orientati a sinistra che non votano da anni a ritornare alle urne e per tentare di raschiare il fondo a sinistra spingendo sul solito slogan del “voto utile”.

Utile a chi poi è tutto da vedere!

Se fossi un elettore o un sostenitore del PD sarei soddisfatto quindi di questa mossa, del fatto di aver messo in campo forze “nuove” facendo leva sull’antifascismo educato e festoso messo in campo dalla dirigenza delle sardine.

Non credo però che la totalità e forse neanche la grande maggioranza di coloro che sono scesi in piazza in questi giorni, possano essere soddisfatti di rappresentare esclusivamente la faccia pulita, antifascista e popolare del PD.

Credo che in moltissimi abbiano invece partecipato in buona fede e soprattutto per dare un segnale di dissenso, di disagio, di estrema preoccupazione, a prescindere dall’utilizzo pro PD del movimento.

Sono convinto che dopo il 26 gennaio si chiarirà tutta questa grande rappresentazione e, come qualche anno fa con i “girotondi”, il tutto si sgonfierà rapidamente e si dovranno fare i conti con il solito PD e con i soliti bisogni della gente comune, ancora più delusa e disorientata.

Non ci sono scorciatoie: per ricostruire un barlume di sinistra non si può più fare affidamento su un partito come il PD, al cui interno agiscono sicuramente ancora forze sane e genuine, ma anche e soprattutto i difensori di questo sistema putrido ed asservito a chi il potere lo ha realmente, dentro e fuori il nostro paese.

E allora, care sardine, nuotare in mare aperto è difficile e si rischia molto ma essere inscatolati ed aspettare tranquilli e festosi di essere mangiati forse non è l’opzione migliore.

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