Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

18/12/2019

Francia - “Sotto l’albero… Lo sciopero!”


Martedì 17 dicembre si è svolto il terzo “sciopero inter-categoriale” contro la riforma pensionistica in due settimane, dopo il primo di giovedì 5 dicembre e il secondo di martedì scorso.

In queste due settimane sono continuati gli scioperi ad oltranza nel trasporto ferroviario (la SNCF), nella metro parigina – la RAPT – e nelle raffinerie petrolifere.

All’inizio della mattinata di ieri i conducenti delle linee della metro parigina 6, 9 e 3, riunitisi in una assemblea generale a Nation, hanno votato per lo sciopero ad oltranza almeno fino ad venerdì 20 dicembre, rigettando di fatto qualsiasi tregua per le feste natalizie.

Ancora ieri è circolato un solo TGV su quattro (alta velocità), e un “transilien” su cinque (trasporto locale della regione parigina).

Un terzo dei lavoratori delle ferrovie si è astenuto dal lavoro, con i settori strategici per il traffico che hanno scioperato in massa: 2/3 dei macchinisti, poco meno del 60% dei controllori.

Nella metro, solo le linee automatizzate 1 e 14 hanno viaggiato regolarmente, le altre sono state fortemente perturbate, mentre le due linee della RER che collegano il centro alla periferia hanno funzionato solo nell’ora di punta.

Prima dell’alba sono stati effettuati numerosi blocchi nei 25 depositi di bus di superficie della rete parigina, con le forze dell’ordine intervenute per sgomberare ben 9 rimesse, “liberate” entro le sette e mezzo del mattino, con in alcuni casi cariche ripetute e fermi.

Blocchi nei depositi dei bus prima dell’alba si sono svolti in differenti città della Francia, così come in altri “punti strategici”.

Così come nei precedenti giorni di sciopero “inter-professionale” 7 raffinerie su 8 sono state bloccate; lunedì è stato deposto l’avviso di sciopero ad oltranza per lo strategico deposito petrolifero del Fos nella regione marsigliese, con i lavoratori della raffineria ESSO che si sono espressi per la sciopero. Anche le raffinerie Total La Mède e Petroineos erano ugualmente bloccate, così come la filiale petrolifera del (GPMM) di Marsiglia, Fluxel, si è fermata per 24 ore.

Era stata la combattiva Federazione dei Chimici, all’interno della CGT, la prima nella Confederazione a propendere con un comunicato del 22 ottobre di quest’anno per uno sciopero ad oltranza contro il progetto di riforma pensionistica.

Questo comparto aveva annunciato già questo fine settimana un indurimento dello sciopero, mantenendo quindi fede alle promesse: si profila con ogni probabilità una possibile penuria di carburante per i giorni a venire.

I lavoratori dell’energia, anch’essi in sciopero, hanno proceduto a tagli nell’erogazione della corrente elettrica a Lione (40.000 edifici), Nizza, nella regione della Gironda (50.000 edifici) ed altrove, – rivendicati dalla CGT – preoccupando non poco l’Esecutivo.

Lottano affinché l’elettricità sia considerata un bene comune e non una merce, contro il progetto di parziale privatizzazione del settore oltre che contro le pensioni.

Il segretario generale della CGT Philippe Martinez ha dichiarato: può darsi che ci sia stato qualche taglio involontario ma coloro che sono stati colpiti sono le imprese del CAC40, ed in alcun caso sono stati presi di mira i cittadini.

Dopo le cariche ed il “gasamento” di questi lavoratori nel corteo sindacale a Nizza il responsabile della CGT per il settore Energia a livello regionale – Patrick Santo – ha minacciato di togliere la corrente a metà della città se non avrebbe ricevuto le scuse dal Prefetto, forse inviperito per via del fatto che i tagli dell’elettricità hanno colpito anche l’edificio prefettizio nella città.

Ed è stato lo stesso segretario della CGT della rete di distribuzione RTE, gestore della rete elettrica ad alta tensione, Francis Casanova a dichiarare di prendere questo come primo avvertimento, minacciando tagli più massicci se la riforma non verrà ritirata.

Oltre a questi settori, sono scesi in sciopero e hanno manifestato, altri due importanti settori del Pubblico impiego come gli insegnanti e i lavoratori della Sanità. Questi ultimi hanno “raddoppiato” la manifestazione, già prevista prima dell’indizione di questa giornata di lotta sulle pensioni, per la difesa della Sanità Pubblica per raggiungere poi il percorso della mobilitazione dell’Intersindacale a Parigi ed in altre città.

È la seconda grande mobilitazione dei lavoratori della sanità, dopo quella massiccia di Novembre nella capitale ed in molte altre città. È stata l’ennesima tappa di una stagione di lotta che per il personale del pronto-soccorso dura da più di nove mesi su spinta del coordinamento “inter-urgences” che ha di fatto dato il là a tutto il comparto, anche nelle forze di organizzazione che si sono dati questi lavoratori, altamente insoddisfatti delle misure parziali che l’Esecutivo è stato costretto a prendere in questi mesi.

Un recente sondaggio (Kantar) realizzato tutti gli anni dal 2004 dall’Istituto Paul Delouvrier mostra come la sanità pubblica sia diventata per la prima volta la priorità dei francesi prima del lavoro e della lotta alla disoccupazione.

Nel comparto scolastico, lo sciopero – in special modo nel settore secondario – è stato un successo, ed è stato per la terza volta di fila maggioritario tra il personale docente di segmento “secondario” con il 65% di adesioni, e circa il 50% di quello “primario” secondo UNES-FSU.

La riforma pensionistica sarebbe particolarmente penalizzante per il settore – il calcolo sulla pensione per gli insegnanti viene fatto attualmente sugli ultimi 6 mesi di carriera per esempio – in un comparto già fortemente tartassato dalle riforme del ministro Blanquier e che propende per una trasformazione radicale in senso regressivo della scuola.

Come sempre i vigili del fuoco sono tra i più amati tra coloro che partecipano alle manifestazione, e anche questa volta a Nation a Parigi hanno “fatto cordone” per impedire le cariche dell’antisommossa francese.

I partecipanti alle manifestazioni, ben più di 200 in tutta la Francia, sono stati “almeno” di 615.000 per il Ministero dell’Interno, un milione ed ottocentomila persone per la CGT, mentre il sito “le nombre jaune” specializzato da tempo nella contabilità delle manifestazioni stima i partecipanti a 1.342.000.

In generale si può affermare senza possibilità di essere smentiti, che la mobilitazione è riuscita almeno se non più di quella già inedita e straordinaria del 5 dicembre.

Nella mattinata di ieri un sondaggio Harris Interactive per RTL e AEF Info indicava che il 62% dei francesi sostiene lo sciopero, con un 69% che sosterebbe la “tregua natalizia”.

I sindacati all’origine della mobilitazioni contro le pensioni CGT, FO, FSU, Solidaires e le organizzazione giovanili si sono riuniti ieri sera e hanno emesso un comunicato molto netto chiamando l’insieme del mondo del lavoro e la gioventù a proseguire e rafforzare lo sciopero, compreso quello ad oltranza là dove i lavoratori lo decidano, per mantenere ed aumentare il rapporto di forza.

Chiamano a organizzare iniziative di sciopero e manifestazioni ovunque sia possibile, in particolare il 19 dicembre con mobilitazioni locali e da qui alla fine dell’anno.

Il testo è intitolato: nessuna tregua fino al ritiro della riforma pensionistica.

Non si potrebbe essere più chiari.

Ad un governo che continua a “perdere i pezzi” – l’ultimo a dimettersi è stato proprio il ministro nonché architetto del progetto di riforma pensionistica Delevoye – e ad ostentare fermezza si contrappone un movimento inedito che ha con sé la maggioranza dei francesi, ed il braccio di ferro si sta tramutando in una vera e propria guerra, come già scrivevamo.

Come recitava uno slogan ieri – facendo il verso al celebre motto del '68 parigino: sous le pavé, la plage – sous le sapin, la grève... Letteralmente, sotto l’abete lo sciopero.

Un regalo inaspettato e forse non gradito per Macron e signora.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento