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23/03/2020

Infermieri sfruttati e precari. Così la Lombardia “combatte” l’epidemia

In relazione all’intervento della collega Gina De Angeli da voi pubblicato, e che condivido parola per parola, mi permetto di aggiungere qualche altra considerazione in merito a quanto sta accadendo in questi giorni in Lombardia.

Ogni giorno sentiamo molteplici appelli per la mancanza di infermieri per fronteggiare l’emergenza, vogliono assumere infermieri in pensione, personale da altri paesi, ma nel concreto poi invece cosa sta realmente accadendo?

La realtà è che nonostante l’emergenza sia reale e nonostante i tanti proclami dei politici, le ASST Milanesi, a parte una che ha pubblicato un bando per assunzione a tempo determinato, non sono affatto disposte ad assumere nuovi infermieri.

Hanno pubblicato un bando in cui propongono un compenso di 30euro/ora per chi si rende disponibile, ma questi incarichi li stanno dando con il contagocce e solo a chi è in possesso di Partita Iva.

Ma la cosa più interessante è quello che hanno proposto di fare a un collega infermiere in questo momento non occupato che intende rendersi disponibile: “si rivolga all’agenzia interinale xy e la chiameremo tramite loro...”.

Ma se gli infermieri davvero servono, perché invece di assumere si propongono soluzioni che per l’azienda ospedaliera sono a costo zero (l’interinale)?

Al personale medico però, guarda caso, non vengono certo proposte queste soluzioni, anzi a loro vengono offerti alloggio, indennità e rimborso spese. A un infermiere che dovesse giungere da lontano per dare una mano invece cosa si offre?

E mi sembra superfluo ricordare che forse un medico ha una disponibilità economica diversa rispetto a un un infermiere per far fronte alle spese di un trasferimento. Non sarà che nonostante tutto con gli infermieri si cerca sempre e comunque di fare i furbi e si mettono in atto sempre gli stessi meccanismi di sfruttamento?

A voi ulteriori considerazioni.

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