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14/02/2012

Acta, chiudere Internet. L’ultimo regalo dell’Europa di Monti e Napolitano

E’ ormai luogo comune che il vecchio gerarca Giorgio Napolitano si ecciti alla sola pronuncia della parola “sacrifici”. Il rito sacrificale, l’hanno capito in molti, di solito funziona così. A livello europeo si decide una politica per difendere i diritti di banche completamente invase di titoli tossici, si indirizzano le risorse dalla società alle banche, e qualcuno a livello nazionale la legittima parlando di necessità di sacrifici. “Non ci sono alternative”, il mantra sinistro dei sacrifici risuona in Grecia come in Italia.
Siccome siamo nella società della conoscenza e dei beni digitali era impensabile che i sacrifici si indirizzassero solamente nell’assenza di beni, reddito e servizi. Ecco quindi l’adesione dell’Unione Europea all’Acta. Per adesso si tratta di una sigla sconosciuta al di fuori degli addetti ai lavori ma ci sono serie possibilità che trovi una grossa notorietà.
Eppure è già stata fatta una giornata di protesta mondiale contro l’Acta. A Monaco di Baviera, nonostante un freddo polare, nella stessa giornata mondiale di protesta sono scese in piazza 20.000 persone. Ma che cosa è l’Acta?
Si tratta di un accordo, frutto anche di una serie di accordi internazionali degli anni precedenti, tra diversi paesi, con gli Usa come capofila, per regolare le politiche mondiali contro la contraffazione. E’ noto soprattutto per lo schema giuridico che impone contro Internet anche se non c’è affatto da dimenticare che cerca di difendere le multinazionali farmaceutiche e i loro costosi brevetti. L’Acta, vanto dell’amministrazione Obama, è stato firmato il primo ottobre 2011. Per diventare veramente globale, ed efficace, aveva bisogno dell’adesione dell’Unione Europea.  E puntualmente a gennaio di quest’anno l’Unione Europea l’ha firmato. Nel mese di giugno il parlamento europeo sarà chiamato a ratificare l’accordo.
Ma perché l’accordo, che troverà Monti e Napolitano come watchdog una volta ratificato, è così pericoloso per le libertà e persino per l’uso stesso di Internet?
Basta solo leggere cosa recita l’articolo 27 della sezione 5 dell’accordo: il paragrafo 1), 2) e 6) sono un’aperta permissione a  poter utilizzare, da parte delle corporation, mezzi giudiziari al di fuori dalla norma per proteggere i loro prodotti dallo streaming e dal download. In nome della negazione di un diritto naturale, passarsi materiali di cui si è in possesso, una corporation potrà fare di tutto. Spiare, buttare giù siti, violare ogni norma elementare di privacy.  Lo stato di eccezione si trasferisce dal piano militare ed economico (il “non ci sono alternative” nella distruzione di Grecia e Italia) a quello della difesa del copyright. In nome di questo tipo di stato di eccezione ogni regola è permessa. Internet, se l’Acta entrasse a regime, sarebbe il sinistro regalo dell’amministrazione Obama,  quella eletta con la campagna elettorale su youtube e facebook. Rendendo facebook e youtube inutilizzabili: visto che ogni uso (citazione di giornali, film etc) sarà considerato come violazione di copyright.
E così a partire dal 2012 le tetre frasi di Napolitano, e da chi gli succederà, su “gli impegni sottoscritti dall’Europa”  potrebbero assumere altre sfumature. Direttamente sul nostro pc. Impoverendo direttamente le persone che, nel mezzo di una crisi micidiale, riescono a usufruire di beni digitali gratis. Oppure facendo un utille piccolo commercio. Senza parlare delle limitazioni della libertà di espressione conseguenti a questo stato di emergenza dettato dal copyright. A giugno l’europarlamento vota. Si tratta di unirsi alla protesta. Per tutelare i propri diritti e per lasciare i Monti e i Napolitano a ragliare alla luna.

Fonte.

In tempi in cui l'informazione può divenire veicolo di consapevolezza e conseguente protesta verso lo status quo, il bavaglio dell'abbronzato e il sostegno che sta ottenendo dal mondo politico internazionale è chiaro sintomo della fascistizzazione orwelliana che ha ammorbato quasi per intero il mondo.

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