La ristrutturazione aziendale della Nokia passa attraverso licenziamenti e decentramento
industriale. Una vera e propria sciagura per oltre 4mila lavoratori
sparsi in diversi punti del pianeta. Sì, perché la ristrutturazione
voluta dal colosso della telefonia, prevede che la produzione venga
trasferita in Asia, dove il mercato è più sano e dove le possibilità di
non farsi travolgere dalla crisi è più elevata.
Dunque,gli
stabilimenti di Komarom (Ungheria), Reynosa (Messico) e Salo
(Finlandia), cesseranno quasi completamente la produzione dei telefonini
per riconvertirsi in aziende di progettazione per le applicazioni
smartphone.
Il portavoce di Nokia, James Etheridge, ha fatto saper
che la decisione presa riguarda soprattutto “la velocità e la
reattività e in ultima analisi la nostra competitività.
Con lo
sbarco in Asia sale a 30mila il numero di licenziamenti che il colosso
della telefonia mobile ha messo in atto da quando il suo Ceo, Stephen
Elop è salito alla guida dell’azienda.
Secondo la Nokia, ultima
azienda che manteneva uno stabilimento di assemblaggio in Europa, il
decentramento produttivo “era inevitabile”.
Il quarto trimestre
2011 ha visto per Nokia un calo del 73 percento delle entrate,
considerando che i suoi prodotti non sono stati molto apprezzati dalla
clientela mondiale che ha dimostrato di preferire altro genere di
prodotti. Il dato significativo è che gli smartphone di Nokia, già poco
apprezzati, hanno subito un ulteriore 31 percento di calo nelle vendite.
Con questi numeri era difficile poter continuare a pensare di restare
in Europa.
Da alcuni mesi Nokia ha firmato accordi con Microsoft
per cercare di limitare al massimo il gap che la separa dai grandi
gruppi mondiali.
Fonte.
Davvero niente male per un'azienda che fino all'altro ieri era leader indiscussa nel mercato mobile.
Resto sempre in attesa che la solerte Unione Europea chieda conto di come la società finlandese abbia impiegato i fondi pubblici che le furono assegnati per incentivare lo sviluppo di Symbian che è stato svenduto, insieme a una larga fetta di forza lavoro, ad Accenture.
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