di Fabrizio Casari
Alla veneranda
età di 86 anni, sebbene con molto ritardo rispetto all’auspicabile, è
morto nell'ospedale militare di Santiago del Cile Manuel Contreras, l’ex
capo della DINA, la polizia segreta del dittatore Augusto Pinochet che
insanguinò il Cile dal 1973 al 1977, quando venne chiusa su pressioni
del Presidente USA Jimmy Carter. Aldilà della carica formale, che
ricoprì per 4 anni, i più terribili per il Cile, nella sostanza e per
tutto il periodo della dittatura pinochettista, Contreras fu il primo
macellaio del regime, l’uomo che s’incaricò di realizzare la “pulizia
sociale” attraverso assassinii, torture, detenzioni arbitrarie e
desaparecidos, che restano il lascito concreto ed incancellabile del
regime di Pinochet.
Icona del regime, rappresentazione orrorifica
della crudeltà umana, l’ex capo della DINA, riproposizione cilena della
Gestapo, viene da sempre citato ad esempio quando si parla di
terrorismo di stato. Mai pentito, il boia Contreras rivendicò con
assoluta, ferma indecenza, la sua azione criminale ed il suo ruolo nella
“battaglia contro il marxismo”.
Nel momento migliore della sua vita - ovvero l’altro ieri, quando la
morte è arrivata a fargli visita - si trovava in prigione, dove scontava
la pena inflittagli dal Tribunale per 58 condanne, cumulate in oltre
500 anni di carcere. La Commissione per la verità e la riconciliazione
aveva assegnato alla diretta responsabilità della DINA diretta da
Contreras più di 1500 omicidi.
Formatosi in una scuola militare
statunitense, Contreras fu la contabilità ordinata dell’orrore, la
macellazione trasferita nella politica, l’odio e il rancore elevati ad
ideologia, lo specchio riflesso di un regime criminale che si reggeva
sul sangue dei cileni e sui dollari degli Stati Uniti.
Sebbene scaricò Pinochet, del ruolo dei suoi padroni statunitensi e
di quanto con loro condiviso non ha mai voluto parlare, portandosi nella
tomba i segreti più inconfessabili insieme alle mostrine di generale,
che a causa degli inevitabili compromessi della riconciliazione
nazionale post-dittatura, aveva mantenuto anche da detenuto.
D’altra
parte, gli Stati Uniti non avrebbero certo gradito rivelazioni che,
comunque, non avrebbero salvato Contreras da condanne a centinaia di
anni di carcere. Ma il Cile non fu l’esclusivo perimetro dell’azione
criminale di Contreras, che programmò e fece realizzare omicidi mirati
in diversi altri paesi, con la collaborazione della CIA ed il ruolo
attivo di alcuni dei fuoriusciti cubani agli ordini di Luis Posada
Carriles e Orlando Bosh, quest’ultimo fatto oggetto del perdono
presidenziale di George Bush padre, ex Direttore della Cia prima di
divenire vicepresidente con Reagan.
Tra
gli assassini all’estero, quello di Carlos Prats, ex Ministro della
Difesa del governo di Unidad Popular guidato da Salvador Allende,
assassinato insieme a sua moglie con una bomba collocata sotto la sua
auto a Buenos Aires, dove si era rifugiato.
Identica sorte per Orlando Letelier, ex Ministro degli Esteri di
Allende. Il 21 settembre del 1976, Letelier venne assassinato insieme
alla sua assistente, la statunitense Ronnie Moffit. E anche Roma vide
all’opera le squadracce assassine della DINA, quando l’ex dirigente
della Democrazia Cristiana cilena, Bernardo Leighton, scampò ad un
attentato contro di lui.
Il ruolo attivo, comunque consenziente
dell’intelligence Usa nelle attività criminali di Contreras in quegli
anni è cosa provata, non si tratta di ipotesi politiche che pure
godrebbero di credibilità. Dal 1975 al 1977 Contreras era regolarmente
stipendiato dalla CIA, come hanno rivelato i documenti declassificati
statunitensi.
In questa veste partecipò con un ruolo di primo piano nell’Operazione
Condor, il piano di cattura e sterminio sistematico degli oppositori
latinoamericani concordato e realizzato unitariamente dai servizi
segreti delle dittature militari di Cile, Argentina, Bolivia, Uruguay,
Paraguay e Brasile.
Contreras è vissuto tenendo insieme la
crudeltà personale e l’odio ideologico, in una miscela che ha
rappresentato il core business delle dittature militari latinoamericane
volute e sostenute fin che ciò fu possibile da Washington. Una vita
spesa a procurare dolore e morte, si è finalmente esaurita. Spesso la
morte di un boia disegna una soddisfazione nei volti dei giusti. Questo è
uno di quei casi.
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