A nulla sembrano servite le minacce del governo israeliano delle
scorse settimane: sabato Eni ha firmato, insieme alla francese Total e
alla russa Novatek, due contratti con il governo del Libano per l’esplorazione e la produzione di gas sottomarino nei
blocchi 4 e 9, di cui il secondo è il noto triangolo di mare conteso, di
cui Israele rivendica la proprietà.
La scorsa settimana il ministro della Difesa Lieberman aveva
minacciato il Paese dei Cedri di un possibile attacco proprio a partire
dalla disputa sul blocco 9. Beirut, da parte sua, non sembra essersi
fatto spaventare e ha assegnato al cane a sei zampe (già pesantemente presente nella zona, a partire dal mega bacino Zohr,
giacimento offshore egiziano) il 40% dell’appalto. Alla francese Total è
andato un altro 40% e il restante 20% alla russa Novatek.
Mentre l’ambasciatore italiano in Libano Marotti festeggiava i due
contratti twittando un «Auguri al Libano», Israele per ora non commenta.
Eppure le firme in calce ai documenti ci sono e vedono il
coinvolgimento delle più importanti compagnie petrolifere del mondo. I
lavori dovrebbero cominciare all’inizio del prossimo anno, le prime
estrazioni protette dall’esercito libanese, quella forza accusata da
Israele di essere un fantoccio di Hezbollah.
Di gas si parlerà giovedì: il segretario di Stato Usa Tillerson
volerà a Beirut dove incontrerà il presidente Aoun e il primo ministro
Hariri. Sul tavolo tante questioni, buona parte delle quali incentrate
sul vicino Israele: la minacciata costruzione di un muro, le tensioni al
confine sud e ovviamente il gas conteso.
Secondo fonti interne alla leadership libanese sarebbe stato
presentato un possibile piano di mediazione che riguardi sia il muro che
il blocco 9, ma Aoun avrebbe dei dubbi perché metterebbe in dubbio la
sovranità del Libano. Di certo oggi Beirut ha degli alleati in
più, probabilmente meno ondivaghi degli Stati Uniti: le tre compagnie
petrolifere, padrone del Mediterraneo. Sabato durante la
cerimonia di firma, il ministro dell’Energia Cesar Abi Khalil ha detto:
“Confermiamo e riaffermiamo che il blocco 9 si trova entro le acque
libanesi ed è soggetto alla sovranità dello Stato del Libano. Tutte le
attività di esplorazione saranno realizzate”.
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