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17/03/2019

Caserta: un grande corteo sporcato dalla presenza del PD

Come era prevedibile è pienamente riuscita la manifestazione di Caserta in difesa dell’Ex Canapificio messo sotto sequestro, nei giorni scorsi, da un intervento della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

La manifestazione ha coinvolto quanti – da tutta la Campania ma anche attraverso delegazioni provenienti da altre regioni – hanno inteso esprimere il loro sdegno alla campagna nazionale di criminalizzazione degli spazi sociali, orchestrata da Matteo Salvini, e – soprattutto – la vicinanza politica e materiale alle decine di migliaia di immigrati che popolano il territorio di Terra di Lavoro.

Una generale condizione di supersfruttamento nel comparto agricolo, nel ciclo dell’edilizia e nelle variegate pieghe dei circuiti della criminalità organizzata la quale è la storica caratteristica con cui si declinano i dispositivi di comando e controllo sugli immigrati in quest’area. Una risposta, quindi, non solo ad una politica securitaria ed autoritaria che ha ispirato l’operazione giudiziaria della Procura della Repubblica ma anche al clima razzista e xenofobo che sta appestando il nostro paese.

Dobbiamo però rilevare che, particolarmente, sul versante dell’“antirazzismo” stiamo assistendo ad un maldestro, quanto scoperto, tentativo del “nuovo PD” (quello di Zingaretti and company) di rifarsi una verginità politica e di capitalizzare un sacrosanto sentimento di solidarietà che, a vario titolo, si sta esprimendo in alcune mobilitazioni.

La manifestazione di Caserta è stata sporcata dalla presenza delle bandiere del PD le quali sono state accolte e difese dagli organizzatori del corteo con argomentazioni – politicamente errate nel metodo e nella sostanza – che alludono alla necessità “del fronte antifascista e della necessità di fare muro contro il barbaro Salvini”.

Questa sciagurata posizione politica – per quanto declinata ai fini di una “trattativa con la Regione Campania” – non è solo errata sul piano politico generale ma mina, al momento ed anche in prospettiva, le potenzialità e le ragioni sociali di un positivo sbocco della Vertenza con Palazzo Santa Lucia.

Chi ha fatto lotte, vertenze e tavoli di trattativa su tutto l’arco dei temi e delle questioni sociali, sa bene che l’autonomia e l’indipendenza politica e programmatica, unitamente alla forza della mobilitazione, sono l’unico viatico per portare a casa risultati positivi utili per tutti.

Questo fondamentale criterio è ancor più valido in un tornante politico generale, come questo che stiamo vivendo, dove i tradizionali spazi di “mediazione politica e di governance delle contraddizioni” si vanno consumando sotto i colpi dell’offensiva repressiva.

A conferma di questa deriva politica, dopo la manifestazione, è stato diramato un comunicato da parte del segretario regionale del PRC il quale, nel resocontare la manifestazione, cita esplicitamente (e positivamente) il PD tra i partecipanti al corteo.

Bene, quindi, hanno fatto quei compagni che hanno inteso esprimere il loro disappunto sulla presenza degli scagnozzi del PD nella piazza di Caserta. Del resto è passato solo qualche mese (ma sembra un secolo) da quando sul molo di Catania gli attivisti di Potere al Popolo e gli antirazzisti etnei hanno cacciato i militanti del PD che – come è successo ieri a Caserta – si erano mischiati alla manifestazione antirazzista sulla vicenda della nave Diciotti (https://video.repubblica.it/edizione/palermo/catania-manifestanti-di-potere-al-popolo-contestano-militanti-pd-davanti-alla-diciotti-via-dal-corteo/313056/313683)

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