Urne aperte oggi dalle ore 7 in Algeria, dove 24 milioni di algerini
sono chiamati a eleggere un nuovo presidente. I seggi si chiuderanno
alle 21 anche se il governo ha fatto sapere che il voto potrebbe
estendersi di qualche ora. I risultati preliminari dovrebbero essere
annunciati a partire dalle 23 ora locale.
Quelle che hanno luogo oggi nel
Paese sono elezioni molto controverse perché, secondo i
manifestanti che da febbraio protestano contro l’ex presidente
Bouteflika (prima) e (poi) contro il governo di fatto retto dal capo
dell’esercito Gaid Salah, i candidati sono legati alla vecchia struttura
di potere che da mesi il movimento popolare hirak prova a rovesciare.
Quello di oggi è comunque il primo voto da quando Bouteflika, alla
guida dell’Algeria per due decenni, è stato costretto a dimettersi lo
scorso aprile per le pressioni esercitate dalla piazza.
Per essere eletto presidente, il candidato deve ottenere più del 50%
dei voti. Nel caso in cui nessuno riuscisse ad ottenere questa
percentuale, i due sfidanti che hanno ottenuto più preferenze andranno ai ballottaggi, che dovrebbero tenersi nel giro di qualche
settimana.
Sono cinque i candidati presidenziali che si sfidano oggi:
gli ex primi ministri Ali Benflis e Abdelamajid Tebboune; l’ex ministro
al turismo Abdelkader Bengrina; l’ex ministro alla cultura Azzedine
Mihoubi e il capo del Partito al-Mustaqbal Abdelaziz Belaid. Tutti palesemente appartenenti al vecchio establishment.
Proprio per questo motivo è prevista una bassa affluenza:
molti algerini, infatti, ritengono queste presidenziali una “farsa” che
serve solo a mantenere “lo status quo”. A loro giudizio,
nessuna elezione potrà essere veramente libera fintanto che resterà in
auge lo stesso sistema di potere (e le stesse facce) dell’era Bouteflika
e se l’esercito continuerà a giocare un ruolo da protagonista nella
vita politica del Paese.
Gli algerini all’estero hanno già votato sabato e
anche in questo caso non sono mancate le proteste. In diverse città
francesi, tra cui Parigi, ci sono stati sit-in di protesta di fronte ai
seggi. Secondo l’ente indipendente che monitora le elezioni in
Algeria (ANIE), ha votato all’estero solo il 20% dei 900.000 algerini
aventi diritto.
Ieri, intanto, in occasione dell’anniversario delle principali
manifestazioni contro il potere coloniale francese nel 1960, migliaia di
algerini hanno affollato le strade della capitale Algeri ribadendo il
loro "no" al voto presidenziale. Dura la risposta delle autorità: le forze
di sicurezza in tenuta antisommossa hanno disperso violentemente i
manifestanti ferendone a decine.
Alle voci della strada che gridano da mesi all’annullamento delle presidenziali, si è sempre contrapposto Gaid Salah. Secondo il capo dell’esercito, infatti, le presidenziali sono l’unica via per uscire dall’attuale crisi politica e ha invitato pertanto gli elettori a recarsi in massa alle urne.
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