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01/01/2012

La Grecia ha un piano per la creazione di posti di lavoro, Monti no

Nella conferenza di fine anno del presidente del consiglio Mario Monti, piena di inguardabili pause televisive nonostante le lodi degli esperti di comunicazione più vicini al governo, si è parlato dell'Italia che "ha evitato di fare la fine della Grecia". Tralasciamo il fatto che la stessa affermazione è stata ripetuta lungo tutto il 2010, e quasi tutto il 2011, da Tremonti e Berlusconi. Focalizziamoci invece sul fatto che la Grecia sta facendo di tutto per non fare la fine dell'Italia. Stiamo parlando dei piani per la creazione di posti di lavoro che sono stati approntati dal pur contestatissimo governo Padademos.
E' infatti notizia della Frankfurter Allgemeine che la Grecia, con l'ausilio dei fondi Ue, ha preparato un piano di creazione di 150 mila posti di lavoro per far fronte alla grave disoccupazione creata dalle rigide politiche di bilancio. Bisogna notare come nelle dichiarazioni, e nelle intenzioni, di Mario Monti non esiste niente del genere. Eppure si tratta di un paese economicamente più piccolo dell'Italia che cerca di fare, con l'ausilio dei fondi europei, uno sforzo pari alla creazione di 6-700 mila posti di lavoro nel nostro paese. Dove invece si parla solo ed esclusivamente di abbassare tutele e costo del lavoro. E dove la disoccupazione è destinata ad aumentare. Bersani, segretario di un partito sempre più antisociale, ha parlato delle dichiarazioni di Monti come di "un bagno di realtà". Come se il comportamento del governo coincidesse con l'orizzonte del possibile. Evidentemente la visione del mondo di Bersani è piuttosto ristretta, è risaputo, infatti basta guardarla la realtà, anche in governi autoritari  e commissariati dall'Ue come quello di Papademos, che si capisce come si provino comunque ad implementare politiche di sostegno all'occupazione. Frutto anche dell'enorme pressione delle lotte greche. In Italia è invece d'obbligo sperare nella mano invisibile del mercato che crea posti di lavoro, come nell'estremismo economicista dell'Inghilterra del primo ottocento, invocata puntualmente nelle cerimonie di Napolitano.
Non si pensi che il governo Papademos regali, se ce la farà a portare avanti il piano, dei posti di lavoro. Piuttosto si contabilizzi, in termini di posti di lavoro ottenuti, la differenza tra le decine di scioperi fatti in Grecia e qualche sbiadita adunata organizzata dai sindacati ufficiali italiani in piena confusione politica, strategica e mentale.

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