E’ come Mister Hide che dà del criminale a Jack lo squartatore. Il
candidato repubblicano alla presidenza degli Stati uniti, Jeb Bush,
fratello di George W., ha attaccato la candidata democratica alla
presidenza Hillary Clinton ritenendola corresponsabile della crescita
del sedicente Stato islamico (Daesh) per la sua gestione del dossier
iracheno quand’era segretaria di Stato del presidente Obama: la colpa di
Obama-Clinton sarebbe stata di aver fatto partire le truppe
statunitensi dall’Iraq, ignorando la minaccia Daesh.
In realtà, H. Clinton è piuttosto responsabile (con tanti altri) per
aver appoggiato tre guerre che hanno praticamente generato Daesh e tutti
i suoi alleati che stanno distruggendo Medioriente e Africa. Tre
guerre, un triangolo infernale.
Iraq 2003 - H. Clinton votò a favore della
guerra di Bush. L’invasione portò alla crescita di gruppi jihadisti. Le prigioni statunitensi in Iraq, in particolare Camp Bucca, furono
la palestra nella quale jihadisti si conobbero, fecero proseliti e si
organizzarono per le lotte future per il califfato.
Libia 2011 - Il tristo esultare della Clinton davanti al linciaggio e alla morte di Muammar Gheddafi, quel suo «we came, we saw, he died»
è solo la sguaiata punta dell’iceberg: dal febbraio 2011, in Libia, i
paesi occidentali e del Golfo hanno collaborato dal cielo (bombardamenti
Nato) e a terra (servizi segreti e corpi speciali) con i “ribelli”
libici, fra i quali note forze qaediste.
Siria 2011a oggi - Dopo la caduta e uccisione del leader Muammar
Gheddafi, la Libia è diventata un’incubatrice di terroristi anche da
esportazione, verso la Siria e l’Africa subsahariana. Una rete
clandestina è stata autorizzata nel 2012, per canalizzare armi e
munizioni dalla Libia alla Siria attraverso la frontiera turca.
E gli Usa hanno deliberatamente aiutato la
crescita di Daesh per anni: un documento dell’Agenzia di intelligence
del Pentagono datato 12 agosto 2012, desecretato il 18 maggio 2015 per
iniziativa del gruppo conservatore «Judicial Watch», spiega che fin dal 2012, i
paesi occidentali con Turchia e Stati del Golfo, sapevano che le forze
siriane di opposizione intendevano «stabilire un principato salafita
nella Siria orientale, e ciò è esattamente ciò che vogliono le potenze
che sostengono l’opposizione, per isolare il regime siriano, retrovia
strategica dell’espansione sciita (Iraq e Iran)».
Un generale
statunitense ammette che gli Usa hanno ugualmente sostenuto i cosiddetti ribelli pur sapendo che salafiti e al qaeda erano fra le forze dominati.
Nella coppia Clinton, il caro marito Bill peraltro non fu da meno:
durante la sua presidenza condusse la guerra della Nato, priva di
consenso Onu, contro la Serbia (oltre a bombardamenti isolate su Sudan,
Afghanistan e Iraq). In precedenza, Clinton governatore dell’Arkansas
aveva chiuso non solo due occhi ma orecchie e naso sulle operazioni di
sostegno ai fascisti della Contra in Nicaragua, contro i sandinisti. E
va anche detto che il primo riconoscimento ufficiale della nozione di
«Stati canaglia» (da colpire militarmente o con sanzioni) risale al
Missile Defense Act del 1999. Durante la sua presidenza.
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