Sempre col freno tirato, sempre in ritardo di settimane, sempre con l’occhio servile verso gli squali di Confindustria, sempre con i leghisti che provano a fare i primi della classe per cercare di nascondere le loro enormi responsabilità nei ritardi con cui è stata affrontata l’epidemia da coronavirus nel nostro Paese (se ricordate i salti della quaglia di Salvini dal “chiudere tutto” al “riaprire tutto” e poi dietrofront; o anche il Beppe Sala – Pd – di #milanononsiferma, appena tre settimane fa).
Del resto, le cifre ogni giorno crescenti di contagiati e morti, sta lì a dimostrare che il “modello italiano” di lotta al virus è stato semplicemente disastroso. I casi accertati sono infatti 53.578. È come se in Cina, anziché gli 80.000 casi, ce ne fossero stati 1 milione e 24mila! Peggio ancora per le vittime (4.825), che nelle dimensioni cinesi equivarrebbero a 112.500. Nessuno avrebbe avuto l’impudenza di parlare di “successo”, in quel caso...
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha usato una diretta Facebook per annunciare la chiusura di una serie di attività ritenute “non essenziali”. O, meglio, un elenco delle attività produttive “consentite”, insieme a una nuova serie di divieti che riguardano invece i comportamenti individuali della popolazione tutta.
Come sempre, abbiamo notato una dura determinazione a reprimere i secondi (e non sono quelli “pericolosi” o “irresponsabili”), e molta condiscendenza verso i desiderata delle aziende.
La lista ufficiale e controfirmata in realtà non è ancora stata resa nota, segno certo di un duro lavoro di pressione e scontro, tra associazioni o lobby che premono per “continuare a produrre” e pareri degli esperti che consigliano invece la chiusura.
Nel frattempo, la Regione Lombardia ha diramato una sua propria ordinanza, che differisce da quella nazionale, il che aumenta la confusione nella popolazione.
Come si conviene in uno Stato così sfilacciato, una lista è comunque trapelata nella notte, pubblicata da diverse fonti e tutto sommato senza grandi differenze. Quindi appare “attendibile”, naturalmente “salvo intese” dell’ultimo minuto.
Diciamo subito che alcune attività “consentite” sono certamente vitali (tutta la filiera dell’agroalimentare, farmaceutica, camici e mascherine, elettromedicali, energia e acqua, raccolta rifiuti, trasporti pubblici e privati, supermercati, ecc).
Altre sono così vaghe nella definizione da poter agevolmente essere occasione di “furbate” confindustriali di dimensioni tali da rendere praticamente una barzelletta il “contenimento” del contagio attraverso il “distanzamento sociale”.
Facciamo subito degli esempi: Fabbricazione di altri articoli tessili tecnici ed industriali (praticamente ci rientra qualsiasi produzione), Fabbricazione di articoli in gomma e Fabbricazione di articoli in materie plastiche (comprensibile se si specifica “quali” produzioni, e legate a quali prodotti vitali; altrimenti, anche in questo caso, è consentito produrre qualsiasi cosa, anche giocattoli...). Stesso discorso per la Fabbricazione di prodotti chimici, la Fabbricazione di prodotti refrattari e la Produzione di alluminio e semilavorati, e parecchie altre voci.
Una chicca è poi l’ammissione nella lista delle “Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali”, mentre non si fa menzione di quelle sindacali dei lavoratori. Insomma, i “corpi intermedi delle aziende” sono libere di continuare a fare pressione, organizzare associati, ecc. Dal lato dei dipendenti, invece, un oscuro silenzio.
Qualcosa certamente vuol dire...
Da giorni, non solo noi, stiamo gridando “fermate le attività non essenziali!”, intendendo soprattutto le fabbriche che producono merci non immediatamente indispensabili in queste condizioni. L’Unione Sindacale di Base ha per questo proclamato uno sciopero per mercoledì 25, in modo da consentire ai lavoratori di non andare a rischiare la pelle ammassandosi sui trasporti urbani e poi in fabbrica.
Perché fin quando ci saranno milioni di persone che si devono spostare e concentrare, qualsiasi possibilità di “contenere” il contagio è una pia illusione. Quei milioni di persone rientrano ogni sera in casa; se contagiati nel frattempo fanno altrettanto con figli, mogli, mariti, nonni.
Giungono sempre più frequenti – per esempio al Telefono Rosso aperto da Potere al Popolo – segnalazioni di aziende aperte nonostante ci siano tra i lavoratori casi conclamati di coronavirus.
Al contrario, si allunga la lista delle attività individuali vietate. Certo pesa il comportamento scriteriato di una parte della popolazione che non intende la necessità del passaggio da una “priorità dell’individuo” (di fare come cavolo gli pare) a una “priorità del collettivo” (limitare al massimo la diffusione del virus).
Ma anche questo è una conseguenza di un trentennio di neoliberismo e di “pensiero unico”. Avete creato una coscienza di massa fatta di atomi impazziti. E ora se ne paga il prezzo.
Il “rimedio” che questo governo va costruendo è a suo modo un classico: coprifuoco per le persone in genere, mentre i lavoratori devono fare da carne da macello.
È passato un secolo dalla Prima guerra mondiale. Ma la classe dirigente italica è rimasta composta da generali incompetenti, che ordinano “offensive” a pene di segugio e mobilitano i carabinieri per decimare i soldati quando si rifiutano di uscire dalle trincee.
Persino L’Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, se n’è accorto: “I militari per strada: il vero rischio è che poi ci restino”.
Chiunque si illuda oggi che “dopo” torneremo a stare come “prima”, tra qualche mese uscirà di casa e troverà un pianeta alieno. Dove comandano più di prima i padroni e scorrazzano in giro i cyborg militarizzati.
Un esempio fotografico: questo è vietato
questo è consentito:
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La lista delle attività produttive considerate essenziali e che quindi non saranno fermate:
Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi
Pesca e acquacoltura
Industrie alimentari
Industria delle bevande
Fabbricazione di altri articoli tessili tecnici ed industriali
Fabbricazione di spago, corde, funi e reti
Fabbricazione di tessuti non tessuti e di articoli in tali materie (esclusi gli articoli di abbigliamento)
Confezioni di camici, divise e altri indumenti da lavoro
Fabbricazione di carta
Stampa e riproduzione di supporti registrati
Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
Fabbricazione di prodotti chimici
fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici
Fabbricazione di articoli in gomma
Fabbricazione di articoli in materie plastiche
Fabbricazione di vetrerie per laboratori, per uso igienico, per farmacia
Fabbricazione di prodotti refrattari
Produzione di alluminio e semilavorati
Fabbricazione di apparecchi elettromedicali (incluse parti staccate e accessori)
Fabbricazione di altri strumenti per irradiazione ed altre apparecchiature elettro terapeutiche
Fabbricazione di macchine per l’industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori)
Fabbricazione di strumenti e forniture mediche e dentistiche
Riparazione e manutenzione di attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione
Riparazione e manutenzione di apparecchi medicali per diagnosi, di materiale medico chirurgico e veterinario, di apparecchi e strumenti
Manutenzione di macchine per le industrie chimiche, petrolchimiche e petrolifere
Riparazione e manutenzione di trattori agricoli
Riparazione e manutenzione di altre macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia
Riparazione di apparati di distillazione per laboratori, di centrifughe per laboratori e di macchinari per pulizia ad ultrasuoni per laboratori
Riparazione e manutenzione di aeromobili e di veicoli spaziali
Riparazione e manutenzione di materiale rotabile ferroviario, tranviario, filoviario e per metropolitane (esclusi i loro motori)
Installazione di apparecchi medicali per diagnosi, di apparecchi e strumenti per odontoiatria
Installazione di apparecchi elettromedicali
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
Raccolta, trattamento e fornitura di acqua
Gestione delle reti fognarie
Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali
Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti
Installazione di impianti elettrici
Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria (inclusa manutenzione e riparazione) in edifici o in
Attività per la distribuzione del gas (inclusa manutenzione e riparazione)
Installazione di impianti di spegnimento antincendio (inclusi quelli integrati e la manutenzione e riparazione)
Manutenzione e riparazione di autoveicoli
Commercio di parti e accessori di autoveicoli per la sola attività di manutenzione e riparazione di motocicli e commercio di relative parti e accessori
Commercio all’ingrosso di carta, cartone e articoli di cartoleria
Commercio all’ingrosso di articoli antincendio e antinfortunistici
Trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano)
Trasporto ferroviario di merci
Trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane
Trasporto con taxi
Trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente
Trasporto di merci su strada
Trasporto mediante condotte di gas
Trasporto mediante condotte di liquidi
Trasporto marittimo e per vie d’acqua
Trasporto aereo
Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti
Servizi postali e attività di corriere
Servizi di informazione e comunicazione
Attività finanziarie e assicurative
Ricerca scientifica e sviluppo
Traduzione e interpretariato
Servizi veterinari
Servizi di vigilanza privata
Servizi connessi ai sistemi di vigilanza
Attività di sterilizzazione di attrezzature medico sanitarie
Pulizia e lavaggio di aree pubbliche, rimozione di neve e ghiaccio
Altre attività di pulizia
Attività dei call center
Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
Istruzione
Assistenza sanitaria
Servizi di assistenza sociale residenziale
Assistenza sociale non residenziale
Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali
Fonte
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