di Michele Giorgio – Il Manifesto
Tramontata la formazione di un governo di minoranza con l’appoggio esterno dalla Lista
unita araba (Lua), il leader del partito centrista Blu Bianco, Benny
Gantz, probabilmente dovrà accettare ciò che prima del voto del 2 marzo
aveva categoricamente escluso: un governo assieme al suo rivale, il
premier Benyamin Netanyahu.
Il primo ministro e leader del Likud (destra) ieri sera ha
chiesto pubblicamente a Gantz di dare vita insieme a un governo unitario
per affrontare l’emergenza-coronavirus e i suoi riflessi sulla salute e
l’economia. I numeri del contagio in Israele restano
relativamente bassi (109 fino a ieri sera, tra i palestinesi sono 31) ma
si prevede una crescita significativa di casi positivi nei prossimi
giorni.
A spingere Gantz verso l’unità con il nemico Netanyahu è anche il
capo dello stato Rivlin. Il presidente è convinto che solo un’alleanza
di governo tra il Likud (destra) e Blu Bianco potrà evitare nuove
elezioni politiche: sarebbero le quarte in Israele dal 9 aprile 2019. Con
il problema coronavirus, i guai con la giustizia di Netanyahu passano
inevitabilmente in secondo piano ed inoltre non sono più così immediati.
Il premier non andrà sotto processo il 17 marzo, per rispondere di
accuse di corruzione, frode e abuso di potere. L’emergenza Covid-19
presto porterà alla sospensione, in gran parte, anche delle attività
giudiziarie, come è avvenuto per le scuole e le università.
Gantz ha provato a fare lo sgambetto a Netanyahu. Il leader della
destra ha vinto le elezioni ma il Likud e i partiti alleati mettono
insieme 58 deputati, tre in meno della maggioranza minima di 61 seggi su
120 della Knesset. Perciò Gantz ha avanzato l’idea di formare
un esecutivo di minoranza con i 47 deputati dei partiti sionisti di
centrosinistra, appoggiato dall’esterno dai 15 eletti nella Lista unita
araba, l’unica forza di opposizione che il 2 marzo ha fatto un passo in
avanti.
Ottenuto l’appoggio del leader nazionalista laico Avigdor
Lieberman, il capo di Blu Bianco per la prima volta ha incontrato alla
luce del sole e non dietro le quinte i rappresentanti dei quattro
partiti arabi uniti affermando di voler formare un esecutivo «che serva tutti i cittadini israeliani, arabi ed ebrei».
La Lista non ha promesso nulla. Ma il fatto che all’incontro siano
andati i delegati di tutti e quattro i partiti della minoranza
palestinese (21% della popolazione) ha segnalato la volontà di dialogo
con Gantz che pure gli arabo israeliani contestano per le sue
dichiarazioni e azioni anti-palestinesi.
«Lo abbiamo incontrato in nome della fine dell’era Netanyahu e per ribadire le nostre richieste – ha spiegato al manifesto il deputato palestinese Sami Abu Shihade
– Vogliamo l’annullamento della legge che proclama Israele-Stato degli
ebrei e non di tutti i suoi cittadini, la fine delle demolizioni di case
nei centri arabi e una politica profondamente diversa nei confronti
palestinesi sotto occupazione».
Non è noto cosa abbia promesso di fare Gantz. In ogni caso a
far naufragare il suo tentativo è stata prima l’instabilità in Blu
Bianco dove due deputati hanno bloccato l’iniziativa del loro leader,
e poi il secco no ad un esecutivo che coinvolga i partiti arabi,
espresso dalla deputata Orly Levy Abekassis, eletta grazie ai voti del
centrosinistra (Laburisti e Meretz).
AGGIORNAMENTO
Gantz risponde all’appello alla formazione di un governo di unità nazionale
per combattere il diffondersi del coronavirus lanciato ieri da Netanyahu
proponendo un esecutivo con tutti partiti, anche quelli arabi
(palestinesi). Netanyahu, riferisce il quotidiano Haaretz, ha detto un
secco “no” alla partecipazione di quelli che considera i “sostenitori
terrorismo”.
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