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04/05/2023

Il “taglio del cuneo”? Già mangiato dall’aumento della bolletta del gas

Grande televendita da Palazzo Chigi per magnificare un’elemosina in busta paga – il taglio del “cuneo fiscale”, qualche decina di euro al mese che erano già soldi dei lavoratori – silenzio assoluto per nascondere il nuovo aumento della bolletta del gas a causa della decisione del governo di non prorogare lo “sconto” sugli oneri di sistema.

È così che va avanti un governo neoliberista in economia e fascista nel cervello, che sta assumendo il pieno controllo dei mezzi di comunicazione come ai “bei tempi” dell’Eiar del Ventennio. L’Osservatorio di Pavia ha infatti calcolato che il governo Meloni occupa da solo il 70% degli spazi informativi in Rai (e si lamentano pure se “passa” qualche opinione critica qua e là...).

La questione degli aumenti in bolletta è una prova provata.

Dopo 3 mesi di riduzioni, la bolletta del gas torna a crescere per la famiglia tipo in tutela, per i consumi di aprile, segnando un +22,4% rispetto a marzo. L’incremento – nonostante il prezzo medio del gas all’ingrosso  sia sceso ancora una volta nello scorso mese, è dovuto alla riduzione, prevista dal recente ‘decreto bollette’ (DL 34/2023), della componente di “sconto UG2”, utilizzata nell’ultimo anno a beneficio dei consumatori per compensare gli aumenti.

Era una delle decisioni con cui il governo Draghi, chiaramente sulla stessa linea economica di quello attuale, aveva provato ad ammortizzare gli aumenti mostruosi della materia prima a seguito delle sanzioni Nato, che avevano comportato la rinuncia al poco costoso (e abbondante) gas russo. Visto che di aumenti dei salari, mangiati dall’inflazione, non si doveva e non si deve parlare, lo “sconto” veniva dipinto come una “misura a favore dei più deboli”.

Uno sconto ovviamente tutto a carico dei conti dello Stato (e per cui si è tagliato su altre spese sociali fondamentali, a cominciare dalla sanità), mentre risulta oggi un fallimento completo la misura “compensativa” pubblicizzata allora come decisiva: la tassazione degli extraprofitti realizzati dalle società energetiche (che avevano venduto in bolletta a prezzo maggiorato il gas che si erano procurati prima degli aumenti).

Le agenzie di stampa provano comunque a “vendere” questo aumento quasi come una buona notizia, perché non ostante l’aumento complessivo della bolletta per il mese di aprile la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno (maggio 2022-aprile 2023) è di 1.532,49 euro, registrando un -3,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (maggio 2021- aprile 2022).

È chiaramente una presa in giro perché il “miglioramento percepito” è rispetto a un periodo eccezionale e terribile, in cui il prezzo internazionale del gas era addirittura quintuplicato sull’onda di guerra e sanzioni. In più gli “esperti” confidano sulla buona stagione, che riduce i consumi per il riscaldamento, alleggerendo così l’esborso finale. Ma è palese che si pagherà di più per consumare di meno.

L’aumento complessivo per l’utente tipo, per i consumi del mese di aprile rispetto al mese precedente, è infatti determinato da un leggero calo della spesa per la materia gas naturale (–3,1%) e da un calo della tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura (–4,0%). All’opposto l’aumento deriva tutto dal ritorno a pieno regime degli “oneri generali”: +29,5%.

Ovvero da una decisione politica di questo governo. Che con due mani ti svuota le tasche che aveva finto di riempirti (pochissimo) con una sola. Una sòla, insomma...

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