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07/01/2012

Governo Monti già in strutturale difficoltà. Mentre Soros scommette sulla fine dell'euro

Cominciamo da un fatto trascurato dal mainstream italiano. Il presidente della Repubblica federale tedesca, Christian Wullff, è coinvolto in uno scandalo alla Scajola. Insomma, una vicenda di fondi, che girano grazie ad imprenditori amici, e dei quali è difficile spiegare uso e provenienza. Come intuibile Wulff, nel momento in cui ha cercato di dare spiegazioni, non ha convinto nessuno. Anzi, ha cercato di bloccare un articolo  della popolare Bild-Zeitung lasciando prova, con la propria voce registrata sulla segreteria telefonica di un giornalista, del tentativo di pressione per bloccare la pubblicazione di notizie che lo riguardavano.
Come mai tutto questo non è apparso con rilievo sul mainstream italiano? Le spiegazioni sono due. La prima sta nella cecità del mainstream italiano che, per selezionare le notizie dal mondo, si regola sui temi della politica estera americana o sul gossip internazionale.
La seconda sta nel fatto che, con una stampa popolare scatenata su "siamo tutti uguali in Italia e in Germania", si potrebbero acuire pericolosamente le tensioni verso un alleato con il quale si stanno aprendo conflitti su temi molto delicati.
Già, perchè anche Repubblica si è accorta che la manovra patriottica di Napolitano e Mario Monti non serve a molto nell'attuale scenario dell'euro. A inizio anno lo spread tra Bund e Btp è infatti più alto, nonostante la finanziaria lacrime e sangue, di quando si è dimesso Berlusconi. E lo spread alto è aumento secco del debito pubblico, altro che il costo delle pensioni. Dopo un mese e mezzo di governo Monti i nodi vengono così al pettine. Recita Repubblica:

"è lo scacchiere europeo a non tranquillizzare affatto l'ex presidente della Bocconi: quell'Europa "in mezzo al guado" che non offre garanzie agli investitori. E dunque ai mercati che restano nel dubbio e non capiscono quanto sia affidabile il "sistema-Europa"

http://www.repubblica.it/politica/2012/01/06/news/monti_europa-27658734/?ref=HRER3-1

In poche parole Mario Monti ha approntato un viaggio d'urgenza a Bruxelles, a cui seguirà un tour nelle capitali europee, con uno scopo preciso. Fare pressioni sulla Germania, il resto è relativo, per allentare i vincoli di bilancio italiani, far intervenire la Bce sui mercati finanziari, lanciare politiche di "sviluppo". Insomma, la strada intrapresa, senza successo politico e nell'ilarità dei capi di stato europei, dalla coppia Tremonti-Berlusconi.
Come del tutto berlusconiana è la tattica intrapresa da Tremonti. Basso profilo sui rischi che stiamo correndo, rassicurazioni per invogliare il paese a consumare. Per questo non serve certo una tensione diplomatica, magari aperta dalla stampa popolare, sulle vicende, molto italiane, del presidente della repubblica federale di Germania.
Ma in questo scenario la domanda più importante è: basterà?

Si noti allora la scelta di tempo, la persona giusta al momento giusto, dello Spiegel nel momento in cui deve commentare l'attuale fase della crisi dell'euro. Spunta infatti lo speculatore stellare, già affossatore della lira,
George Soros.

http://www.spiegel.de/wirtschaft/unternehmen/0,1518,807480,00.html

Soros dice cose abbondantemente conosciute ("una crisi dell'euro sarebbe più profonda e più seria per la finanza mondiale di quella del 2008") ad una testata che questi temi li conosce da tempo e li ha puntualmente documentati. C'è quindi da chiedersi se Soros parli per invitare la Germania, e tanta finanza americana, ad impedire un crollo o per certificarne l'ineluttabilità. Stesso discorso vale per lo Spiegel che non ha mai mancato di pubblicare notizie sull'eventuale ripristino della dracma in Grecia (il che, oggi, equivale ad alzare la tensione). C'è così da chiedersi: Soros e lo Spiegel alzano la tensione sulla crisi dell'euro cercando di ammonire di fronte ad un rischio fattosi concreto o, aumentando le voci di rischio, per accellerarne le conseguenze?

Non sono domande da complottisti. Basta leggere la seria e lunga analisi della Frankfurter Allgemeine sull'unione fiscale europea prevista per quest'anno.

http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/essay-die-waehrungsunion-auf-dem-weg-zur-fiskalunion-11593620.html

Non ci sono in Italia analisi corrispondenti. Il Sole 24 ore infatti al massimo riesce ad auspicare che "si evitino irrigidimenti" sulla nuova disciplina fiscale europea.

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-01-05/compiti-italiani-doveri-europei-222819.shtml?uuid=AaMplCbE

L'analisi della Frankfurter, a cura di Ottmar Issing, va molto più a fondo, rispetto ad auspici e speranze della stampa patriottica, evidenziando i nodi di crisi (finanziari, politici, fiscali e di coerenza giuridica continentale) aperti dall'accordo sulla fiscalità europea di dicembre. E' bene essere chiari: al di là degli auspici, che non costano nulla e sono ottimi per i telegiornali, è su questo terreno che si capisce il futuro del nostro paese.
Perchè si tratta del terreno dettato dalla Germania, unione fiscale ed ulteriore integrazione politica continentale, per elaborare l'uscita dalla crisi dell'euro.
E su questo terreno l'analisi di Issing è spietata: "lo sviluppo dell'integrazione europea può rivelarsi un pericolo mortale per la coerenza politica dell'unione monetaria [l'euro, ndr] ". Analisi spietata tanto più perché viene da una testata strategica, dal punto di vista politico e finanziario, del paese che ha comunque il comando delle operazioni sull'euro. Tanto più spietata per Mario Monti e per il Sole 24 ore che auspicano un tipo di integrazione europea che i tedeschi, come si vede, continuano a respingere.
Soros e lo Spiegel lavorano quindi per il crack dell'euro? Monti è destinato a cercar di convincere gli italiani a consumare mentre in Europa si stanno consumando le spoglie del nostro paese?

Sono domande a cui per adesso si ha, come risposta, una sola frase ormai diventata legge aurea. Qualunque cosa accada, pagheremo caro, pagheremo tutto. Per adesso è così.

Fonte.

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