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04/02/2012

Orwell in Italia e il calo dello spread

He that dies pays all debts
(Shakespeare, La tempesta)

Cominciamo dalle frasi pronunciate a reti unificate, in tono levigatamente mortuario, dal presidente del consiglio Mario Monti. Una differenza tra l'ex consulente di Goldman Sachs e il precedente presidente del consiglio sta sicuramente nell'uso dei processi unidirezionali della comunicazione mediale. Mentre Berlusconi dava spettacolo, eredità di un mondo anni '80-'90 quando il potere era scenografico, Mario Monti alimenta l'utilizzo morale del potere del broadcasting. Quest'uso morale è moneta sonante: si usa la capacità di pressione cognitiva dei media generalisti per tranquillizzare la popolazione con perizia tecnica "lo spread calerà" (caldo potere pastorale di rassicurazione). E per imporre precetti orwelliani come "le tutele [al reddito e alla continuità del posto di lavoro, ndr] possono essere dannose".

ORWELL IN ITALIA

Il tratto di continuità tra Monti e Berlusconi sta invece in questa possibilità di condizionare i processi connettivi del tessuto sociale operando a reti unificate. Ma questo pericolo permanente per la democrazia, e per l'ecosistema dell'informazione, resterà tale fino a quando residui di partiti, movimenti, sindacati non entreranno nel XXI secolo imponendo la centralità del problema. Per adesso vanno alla grande le ristrutturazioni del lessico: tutto è declinato, fortunatamente, in "comune" ma senza una una democratizzazione e una pubblicizzazione dei grandi network generalisti il comune è destinato a rimanere sulle carte di diritti, principi e intenti. La mediatizzazione della società, e della politica, è un fenomeno irreversibile e in via di ulteriore, impetuoso sviluppo. E' uno degli effetti più naturali di società che si connettono e si guardano reciprocamente anche a grande distanza senza mediazione territoriale, tramite dispositivi di informazione istantanea. E' la democratizzazione di questo processo che è il problema presente e a venire. Non solo, la stessa crisi finanziaria non ha soluzione senza una democratizzazione e una ristrutturazione dell'accesso alle fonti di comunicazione, pubbliche e private, sui grandi network in materia di economia. Una soluzione puramente economicista della crisi è qualcosa che non tiene conto del fatto che la connessione sociale non avviene secondo le regole della differenziazione sociale dell'otto-novecento. Chi non ha una soluzione mediale è quindi destinato a perdere anche sul piano della proposta economica. Figuriamoci poi su quello della politica.
Successivamente l'uso di internet può de-costruire quanto vuole, e tradurre istantaneamente nelle lingue del globo, il discorso di Monti. Ma il potere di connessione complessiva, il potere del simbolico e la forza dell'icona che unifica linguaggi e attira l'attenzione, è oggi tutto nelle mani della politica istituzionale nel momento in cui è innestata nel mainstream mediale. Che ripete vecchi mantra economici dell'inizio degli anni '30. Il mantra di Mario Monti è composto di due frasi apparentemente sconnesse: "lo spread calerà" e, appunto, "il posto fisso è noioso". A differenza di Berlusconi, che iniettava nel corpo sociale dichiarazioni senza senso giocando sul potere dell'intrattenimento, Monti rilascia invece dichiarazioni verificabili che devono far strada a precise politiche. Poi se queste politiche funzionino o meno, che siano mantra da stregoni dell'economia liberale degli anni '30 è un altro capitolo.
Quando Monti dice lo spread calerà, a differenza di Berlusconi, quindi non mente. Si tratta solo di analizzare l'informazione che ci fornisce. E anche di comprendere quali dispositivi sociali intenda attivare.
Per capire cosa sta accadendo dobbiamo quindi andare indietro di un paio di mesi.
A inizio dicembre, per essere sintetici, c'è un intervento di emergenza coordinato di sei banche centrali sui mercati globali. Due sono i problemi: nell'eurozona la massa di liquidità disponibile si sta facendo scarsa, e i tassi di prestito interbancario americano si stanno facendo troppo alti. Mancanza di liquidità europea e tassi di credito tra banche americane troppo alti creano il rischio di un collasso sistemico. Qui sotto un report molto utile con grafici della situazione al dicembre 2011. L'intervento coordinato della banca centrale europea, di quelle britannica, canadese, americana, giapponese e svizzera, e il supporto delle autorità  cinesi, risolveranno la situazione d'emergenza.

http://intermarketandmore.finanza.com/credit-crunch-in-evidenza-con-ted-spread-e-massa-monetaria-37592.html

Sui tg, in quei giorni, sono apparsi rumorosamente i titoli "le borse festeggiano". Un intervento d'emergenza a cuore aperto su una crisi di sistema generata dai mercati è stato venduto, ai telespettatori e agli inserzionisti pubblicitari, come notizia sulla capacità dei mercati di risollevarsi. Ma per Orwell in Italia (un combinato di pratiche comunicative comuni, nonostante i ruoli differenti e la reciproca concorrenza, tra tg1,tg2,tg3,tg5 e la 7) è un gioco da ragazzi imporsi sulla società con questo genere di strategie di comunicazione. Chi avrebbe interesse ad opporsi è perso nella centralità delle primarie o nel tentativo di ripristinare una concertazione sindacale irricomponibile, in miriadi di iniziative di nicchia o a preparare la prossima manifestazione europea tra qualche mese. Detto con enorme rispetto, ma anche con senso clinico della politica: tutti fenomeni lontani e subalterni dal vero campo di forza del potere delle società neoliberali: la connessione tecnologica, comunicativa, semantica tra media, politica istituzionale, economia liberale e finanza.
Orwell in Italia non domina però verticalmente, ordinando dagli schermi come comportarsi dal primo mattino, ma si salda attorno a questo campo di forza strategico per riprodurre l'ordine neoliberale. Quello che non è minimamente scalfito da nessun genere di contestazione e che è persino indicibile per la babele di rivendicazioni, movimenti, proclami in corso. Eppure basta accendere un televisore per verificare tenuta e consistenza di questo campo di forza. Ed è persino inutile accanirsi più di tanto sui giornali o capire quanto virale sia la forza di certi messaggi tipicamente unidirezionali: il cuore del potere neoliberale sta attorno alle ristrutturazioni tecnologiche del piccolo schermo. Quanto più Samsung cambia le coordinate del fare televisione, mantenendo la centralità del suo messaggio, Mario Monti potrà dormire sonni tranquilli. Vista poi la dinamica centrifuga e di bassa cognitività politica delle opposizioni.

PERCHÉ CALA LO SPREAD

Si comprende poi, vista la crisi di liquidità europea di dicembre (il grafico del link prima indicato è di chiara lettura) che qualcosa in questi due mesi è accaduto visto che lo spread è realmente in calo . Qualcosa che ci fa capire di che cosa stia affettivamente parlando Monti.
Infatti da prima di natale, la banca centrale europea, vista la situazione di rischio, ha adottato una politica detta di LTRO (Long Term Refinancing Operation).

http://www.rischiocalcolato.it/rischio-calcolato-wiki/ltro-long-term-refinancing-operation

In poche parole, la banca centrale europea non può per statuto stampare moneta. Come ha fatto in questi anni la Federal Reserve americana con il quantitative easing per "rilanciare" credito ed economia. Causando, specie per il secondo quantitative easing, un aumento globale dei prezzi dei generi di primo consumo di un livello tale da essere da essere una causa materiale scatenante delle rivolte del nord Africa. Come si deduce da questi due semplici grafici del Telegraph. Il secondo, quello del rapporto tra prezzo del pane e rivolte tra il 1848 e il 2011, è illuminante come solo sa esserlo una trama della storia quando tiene.

http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/8492078/How-the-Fed-triggered-the-Arab-Spring-uprisings-in-two-easy-graphs.html

La Bce invece, non potendo stampare moneta, ha adottato la Long Term Refinancing Operation. Che significa, detto in estrema sintesi, prestare alle banche a tasso bassissimo per fare in modo che si rifinanzino e che possano acquistare debito sovrano europeo. Eliminando il problema del Portogallo e della Grecia, che comunque esiste, il debito sovrano in paesi come l'Italia ha cominciato ad alleggerirsi.
Quando Monti dice "lo spread calerà", dopo che fino alla metà di gennaio è rimasto più o meno al livello dell'epoca Berlusconi non mente. Conosce perfettamente i termini dell'operazione LTRO, sa che i prestiti overnight (quelli che la banche fanno alla Bce depositando il denaro per 24 ore evitando il prestito tra banche quando è rischioso) sono in diminuzione ma sa anche altre cose. Che fanno parte della seconda frase che compone il mantra dell'attuale presidente del consiglio. Quella che riguarda il lavoro.
L'operazione LTRO è andata, dal punto di vista delle banche, piuttosto bene. I bilanci e i problemi del prestito interbancario hanno ricevuto un certo giovamento. E lo spread in Italia è calato. I tagli di Mario (Monti) e lo LTRO di Mario (Draghi) hanno agito in sinergia.
C'è però un problema: nonostante questa iniezione di risorse nel sistema bancario la massa di liquidità presente in Europa è ancora scarsa, ai livelli di dicembre, per capirsi.
E' quindi previsto un LTRO II, e se ne ipotizza addirittura un terzo atto per giugno.

http://intermarketandmore.finanza.com/ltro-ii-sara-un-grande-successo-per-i-bilanci-delle-banche-41318.html

Fonte Financial Times l'atto secondo del LTRO sarà di circa 1000 miliardi

http://www.fareforex.com/bce-inietta-1000-miliardi-alle-banche/12709/

Secondo Soros l'operazione ha dei rischi ma, a differenza del quantitative easing americano,  fa direttamente guadagnare le banche. Prendono soldi dalla Bce e li re-immettono sul mercato, guadagnandoci, dove vogliono.

http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=949475&lang=it

Ovviamente si tratta di quantità ciclopiche di denaro pubblico, per far funzionare un mercato che funziona solo nell'ideologia liberista, che pagheremo noi. Anche perché il credito alle imprese, alle famiglie e ai singoli non ne trarrà benefici. Basta leggere il primo di questa serie di link sopra per farsi un'idea. Si tratta di soldi che circolano nel sistema bancario, nei mercati ufficiali e over-the-counter (i non regolamentati), tra fondi sovrani e di investimento. Li paghiamo noi ma non entrano nel sistema economico.
E' questo il costo del calo dello spread. Al quale vanno aggiunti i tagli permanenti alla spesa pubblica. E quelli derivati dall'assenza di investimenti strutturali nella società visto che i soldi rimangono nel circuito finanziario. La crisi di liquidità rimane infatti sullo scenario nonostante quest'enorme iniezione di capitali.
Quando Monti dice "lo spread calerà" va quindi letto in termini di potere pastorale rassicurante per la popolazione e, ancor di più, per la complessità dei problemi di bilancio delle banche. Il fatto di aver reso popolare il lessico della finanza, con lo spread, è poi garanzia di egemonia culturale naturalizzata dalla popolazione e che rassicura invece solo le banche. Il campo di forza del potere neoliberale che mette in connessione mediale finanza, economia liberista e politica istituzionale sembra così guardare il mondo come un qualcosa di significato a propria immagine e somiglianza.

MARIO MONTI, IL LAVORO, IL GOVERNO DEI CONFLITTI

La seconda frase che compone il mantra di Mario Monti, quella vagamente esistenzialistica sulla monotonia del posto fisso, sta in strutturale connessione con la questione dello spread. Se c'è scarsezza di liquidità nella cosiddetta economia reale i costi di questa scarsità di capitale produttivo dovranno essere pagati, ma guarda te il caso marxiano, dal lavoro. Non basta quindi che lo spread si abbassi, sempre che non accada un incidente sistemico in uno scenario irto di pericoli, bisogna ricominciare a produrre valore. Sul modello tedesco, paese egemone dell'euro, ovvero esportando, irrigidendo i bilanci pubblici in un modo che in verità per l'Italia nasconde il modello polacco. Ovvero un'economia che basa la propria forza, quando ne ha, sul basso costo del lavoro. Per cui la flessibilità, in entrata ed in uscita, diventa la pietra angolare di un modello economico.
Anche qui Monti non mente quando dice alla Orwell "le tutele possono essere dannose". Semplicemente cerca, via piattaforma mediale, il consenso di differenti strati della società provando a persuadere che l'unica praticabilità, sulla strada del reddito, è il sentiero polacco. Entro quel modello di sviluppo, e di estrazione di profitto, le garanzie sono oggettivamente insostenibili. Come lo sarebbe il profitto nell'industria chimica in certi paesi asiatici se si garantissero le norme di sicurezza ambientale. Con la differenza che in quei paesi non si trova il piddino pronto a smantellare diritti, magari con fare sofferente, in nome del "senso di responsabilità" e della "crescita".

La precettistica di Monti, reiterata a reti unificate, non guarda però alla sola dimensione del governo del consenso sul tema dello smantellamento dei diritti del lavoro. Ne al solo legame, per quanto questo sia strutturale, tra spread e riduzione del salario e delle garanzie sul lavoro. Proprio perché è espressione di una piattaforma mediale, che ha completamente risucchiato i comportamenti dei partiti istituzionali da un ventennio, la precettistica di Monti si muove in senso preventivamente bio-politico. Cerca cioè di utilizzare i media generalisti per costruire un dispositivo di comunicazione unidirezionale che neutralizzi gli effetti sociali delle politiche LOTR. Per impedire cosa è accaduto in nord Africa con gli effetti del quantitative easing usando il potere bio-politico di persuasione delle piattaforme generaliste. Da integrarsi con quello di coercizione delle norme, del mercato e con l'uso dei prefetti in casi di conclamato ordine pubblico. Ma se si arriva a quest'ultimo piano si rischia di bloccare un paese. Come abbiamo visto per la vicenda dei Tir. A Monti, che è un tecnico vero, questi problemi non sfuggono. E' che sfuggono agli eventuali oppositori: l'uso precettistico di queste frasi orwelliane sul lavoro, basta vedere la carriera del consulente alla comunicazione di Monti (consapevole per professione dell'importanza bio-politica dei media generalisti), serve in modo preventivo per cercare di neutralizzare sgraditi effetti sociali ove si manifestassero comportamenti come quelli nordafricani quando si sono sentiti gli effetti del quantitative easing americano. Il LOTR, si capisce, non avrà effetti sociali zero. L'importante è quindi lavorare con senso della prevenzione
A dire il vero qualcosa è già accaduto: una regione chiave, la Sicilia, bloccata per giorni uno sciopero dei trasporti che ha paralizzato parte del paese, una miriade di iniziative locali anti liberiste. La precettistica mediale di Monti ha già trovato i primi banchi di prova.

Eppure, analizzando le politiche di Monti, viene proprio a mente una frase di George Bernard Shaw "per ogni soluzione complessa c'è una soluzione semplice che è quella sbagliata". La soluzione semplice, alla tedesca, di Monti, riduzione del debito e crescita attraverso le esportazioni, sembra proprio quella realmente sbagliata. Un economista tedesco, intervistato dalla Deutsche Welle a Davos, ammetteva candidamente che c'è un solo paese in Europa che può praticare con profitto questo modello: la Germania. E l'Italia?
Qui paradossalmente, sul piano puramente politico, non ci sono problemi. In Italia si trova sempre un centrosinistra disposto a tutto: a massacrare un paese in nome della presunta verità di semplici precetti della politica che si rivelano completamente sbagliati.
E si troverà anche una sinistra del centrosinistra disposta ad aspettare che il maggior partito della coalizione corregga  degli errori che non correggerà mai.
Calvino nel Barone Rampante, alla fine degli anni '50, scriveva "viviamo in un paese dove si verificano sempre le cause e non gli effetti". Era evidente il riferimento al nostro paese e ad una cultura, oggi si direbbe bipartisan, allora ancora speculativa che faceva fatica a confrontarsi con il tipo di realtà imposta dalla società che era uscita dalla seconda guerra mondiale.
Ad oltre cinquant'anni dall'uscita del capolavoro di Calvino possiamo tranquillamente affermare che la situazione nel nostro paese si è rovesciata. Orwell in Italia è capace di speculare all'estremo sugli effetti, lo spread o il costo del lavoro, per far scomparire la visione di ogni tipo di causa. Chiamando il tutto "fine delle ideologie". Statene sicuri: finchè i dispositivi di comunicazione generalista riusciranno a far circolare nella società formule da magia nera come "flessibilità in entrata", "in uscita", "liberalizzazioni", "competitività", "riformismo", "stabilità", "rigore" da questa situazione non ne usciremo.

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