Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

07/02/2012

Romania, caduta libera

L’11 gennaio fu annunciata la missione di Ue e Fmi nel Paese per ‘controllare l’implementazione delle riforme’. Il 16 cominciarono le manifestazioni di protesta. Il 23 il Premier rumeno, Emil Boc, licenziò il ministro degli Esteri che aveva insultato i manifestanti. Oggi lo stesso Boc si è dimesso.
L’escalation fulminea della crisi rumena che ha portato il Primo ministro a lasciare per “disinnescare la tensione politica e sociale”, piomba il Paese in un nuovo periodo di incertezze, a un anno di distanza dall’inizio della ripresa. La crescita del prodotto interno lordo per il 2012 era infatti prevista tra l’1,8 e il 2 percento. Nel marzo 2011 la Romania aveva ricevuto da Fmi e Ue un prestito da 5 miliardi di euro, mentre due anni prima il prestito era stato di 20 miliardi.
Al termine dell’ultima missione, a novembre, i rappresentanti delle istituzioni europee e del Fondo monetario avevano chiesto di intensificare gli sforzi per tagliare la spesa e riformare le imprese pubbliche. Queste stavano per essere sottoposte a un progetto di privatizzazione, specialmente nel settore sanitario, dove un disegno di legge in via di approvazione avrebbe imposto forti ristrutturazioni nei servizi sanitari. Il provvedimento portò alle dimissioni del sottosegretario alla Sanità Raed Arafat e a violente contestazioni di piazza, culminate a metà gennaio con 70 feriti, l’arresto di 250 persone, la multa o la messa sotto inchiesta per altre 283.
I dimostranti più violenti spaccarono vetrine e sportelli bancomat, misero a soqquadro bar e negozi e devastarono insegne stradali e panchine alle fermate degli autobus. Boc, pur ritirando il disegno di legge, difese a spada tratta le misure di contenimento del deficit di bilancio, affermando che avrebbero portato “stabilità economica” e salvato il Paese dal “collasso”. La ‘cura’ di Boc consisteva nel taglio del 25 percento degli stipendi pubblici, il congelamento delle pensioni e un aumento del 24 percento sulle imposte sulle vendite.
La frattura tra la politica e la piazza si era ulteriormente approfondita quando il ministro degli Esteri, Teodor Baconschi, in un post sul suo blog, aveva definito i manifestanti “abitanti dei quartieri poveri inetti e violenti”, paragonandoli ai dimostranti che la scorsa estate infiammarono le periferie di Londra. Baconschi, vicepresidente del Partito liberaldemocratico (Pdl), bersaglio principale delle proteste dei manifestanti, fu rimosso dall’incarico da Boc.
Il presidente rumeno Traian Basescu ha nominato il ministro della Giustizia nell’esecutivo uscente, Catalin Predoiu, nuovo Premier a interim. Predoiu rimarrà in carica fino alla formazione di un nuovo esecutivo.

Fonte.

Nessun commento:

Posta un commento