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27/06/2013

Cuba e Venezuela sul "caso Snowden"

Il mondo indipendente dall'imperialismo Usa prende posizione sul caso della "talpa" della Nsa che ha rivelato come gli Stati Uniti intercettino le comunicazioni di tutto il mondo; con la più ridicola delle scuse.

Sul caso Edward Snowden s'inserisce il Venezuela: il presidente Nicolas Maduro ha dichiarato che se a Caracas dovesse arrivare una richiesta di asilo politico, il governo bolivariano sarebbe pronto a "valutarlo", così come ha già fatto l'Ecuador. Nel precisare che il Venezuela non ha ricevuto nessuna "richiesta ufficiale da parte di Snowden", Maduro ha però precisato che Caracas sarebbe "pronto a valutarla". L'asilo - ha puntualizzato - rappresenta una protezione umanitaria, una tipologia del diritto umanitario internazionale che ha una grande tradizione in America Latina ed è sempre stato utilizzato per proteggere i più deboli".

Parlando da Haiti, dove si trova in visita, Maduro si è domandato cosa succederebbe se si sapesse per esempio che il Venzuela spia il mondo: "sarebbe convocato il consiglio di sicurezza Onu", ha commentato ironicamente, chiedendosi "di cosa sia colpevole questo giovane Snowden?": "Ha fatto una denuncia... merita - ha concluso - la protezione umanitaria".

"È una caccia all'uomo": così Cuba definisce la vicenda di Edward Snowden, considerata simile al caso della "caccia alle streghe Julius e Ethel Rosenberg", poi condannati a morte per spionaggio dagli Usa nel 1951, e infine uccisi, in seguito all'accusa di avere passato progetti nucleari all'Urss.

Il caso Snowden è stato al centro di un programma trasmesso ieri sera della tv statale su maccartismo, la guerra fredda e la guerra contro il terrorismo. Secondo uno degli esperti presenti al dibattito televisivo, gli Usa hanno sostituito la "minaccia del comunismo" con la "minaccia del terrorismo".

Snowden è "ben nascosto e non vuole essere trovato", ha sostenuto un altro partecipante al programma, durante il quale non è stato fatto alcun riferimento alla possibilità che da Mosca l'ex agente Cia possa passare dall'Avana per recarsi in Ecuador, nel caso in cui Quito decida di concedergli l'asilo politico.

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