L'Eni rafforza a tutto campo la partnership con Gazprom e
la Russia. L'Enel dà una mano per entrare nel mercato europeo. Putin
critico con l'Unione Europea annuncia un contratto per 60 miliardi di
dollari con la Cina. La geopolitica delle risorse energetiche è in
movimento.
A San Pietroburgo è in corso il periodico forum
internazionale sugli idrocarburi. Le novità più interessanti riguardano
la relazione speciale tra l'Eni e la Gazprom e un contratto
multimiliardario per le forniture energetiche russe alla Cina.
Un accordo sulla revisione dei prezzi del gas che l'Eni
acquista dalla russa Gazprom per tutto il 2013 è stato raggiunto. Lo ha
annunciato il presidente dell'Eni Scaroni dal Forum di San Pietroburgo.
La Gazprom sta rinegoziando i contratti con alcuni partner europei. Ma
soprattutto Eni e Gazprom prevedono l'avvio dei lavori per il gasdotto
South Stream già nel secondo trimestre del 2014. Scaroni ha spiegato che
e' stata raggiunta "un'intesa su South Stream che è un tema che ci sta
particolarmente a cuore e abbiamo concordato i vari meccanismi che ci
consentiranno entro il primo ottobre di prendere la final investment
decision, in modo da poter iniziare i lavori nel secondo trimestre del
2014". L'avvio dei lavori della pipeline South Stream rappresenta un
vero e proprio incubo per i progetti dell'amministrazione USA che punta
invece tutto sull'oleodotto Nabucco che attraversa e sfocia sul versante
mediterraneo della Turchia. Gli Stati Uniti non hanno mai nascosto il
loro tentativo di far saltare l'intesa sul South Stream – fortemente
voluta da Berlusconi e Putin – avanzando richieste in tal senso anche al
responsabile esteri del PD alla vigilia delle ultime elezioni politiche
in Italia. Ma nell'operazione sono entrati l'anno scorso anche grandi
società tedesche e francesi (a spese della quota proprietaria dell'Eni),
assegnando così al South Stream una dimensione “europea” che non può
che dispiacere agli Stati Uniti.
Ma la Russia intende anche togliersi qualche sassolino
dalla scarpe con l'Unione Europea. Vladimir Putin ritiene infatti
“estremamente pericoloso" applicare il Terzo Pacchetto Energia sui
contratti in essere in Europa con partner russi. Lo ha dichiarato
rispondendo ad una domanda del numero uno di Enel, Fulvio Conti, il
quale chiedeva una maggiore apertura del mercato dell'energia in Russia,
in cui l'Enel ha investito gia' 4,5 miliardi di euro negli ultimi dieci
anni. Putin, pur dicendosi assolutamente d'accordo con Conti, ha
definito una decisione sbagliata e incivile estendere le nuove regole,
tra cui il Terzo Pacchetto Energia, sui contratti esistenti. Tra l'altro
è stato lo stesso Presidente Enel, Fulvio Conti, a firmare oggi a San
Pietroburgo una lettera di intenti non vincolante con la compagnia
energetica russa Gazprom per la vendita al colosso del gas dell'intero
capitale della società Marcinelle Energie, una società che controlla una
centrale a gas a ciclo combinato in Belgio. Per la parte russa c'era il
capo di Gazprom Aleksej Miller. Il valore dell'operazione è pari a 227
milioni di euro. L'affare rappresenta il primo ingresso di Gazprom al
100% in una società europea.
Ma l'altra notizia
destinata a conformare e confermare una nuova geografia del petrolio è
che la Russia e la Cina hanno raggiunto un accordo per firmare un
contratto di fornitura di petrolio da 60 miliardi di dollari. L'ha
annunciato oggi, parlando ai giornalisti, lo stesso presidente russo
Vladimir Putin. "Un contratto con Rosneft è stato preparato e ha
un'ampiezza di scala senza precedenti, e non c'è alcuna esagerazione",
ha affermato Putin parlando con il vicepremier cinese Zhang Gaoli in una
riunione a San Pietroburgo. Il presidente russo ha stimato il valore
dell'accordo a oltre 60 miliardi di dollari. Putin non ha però precisato
quando il contratto verrà firmato. Un accordo preliminare per aumentare
i volumi delle forniture da parte russa nei prossimi 25 anni
dall'attuale livello di 15 milioni di tonnellate all'anno era stato già
raggiunto a marzo a Mosca durante la visita del leader cinese Xi
Jinping. La Russia da lungo tempo stava trattando con Pechino per
l'avvio di forniture di gas, secondo il presidente della Gazprom,
Miller, Russia e Cina dovrebbero arrivare alla definizione di un
contratto entro settembre.
La geografia del petrolio si va dunque ridefinendo con uno scenario che
darà parecchi dispiaceri agli Stati Uniti e alla loro egemonia sul
mercato delle risorse energetiche. Non è difficile prevedere una
escalation nella competizione globale.Fonte
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