“Quando sarà, io me ne voglio andare con la coscienza a posto. Perché se
lassù incontrerò anche uno solo di quegli ottantuno poveretti che
stavano sull'aereo, non voglio che mi sputi in faccia”, a parlare è
Giulio Linguante, maresciallo dell'Aeronautica Militare, intervistato
dall'Huffington Post.
Il maresciallo Liguanti nel 1980 era in forza al reparto
del Sios Aeronautica nell'aeroporto di Bari. Dopo 33 anni di silenzio l'
anziano maresciallo dell'Aeronautica ha svelato al giornalista
dell’Huffington Post Andrea Purgatori quello che in molti sospettavano:
il Mig libico ritrovato sulla Sila il 18 luglio era caduto molto prima,
la stessa sera del DC9 dell'Itavia, il 27 giugno 1980. Purgatori ha
speso almeno trenta anni della sua attività di giornalista nel tentativo
di far emergere la verità sulla strage di Ustica.
Il maresciallo Liguanti racconta:
“Arrivai sulla Sila la notte del 18 luglio, insieme a un altro
sottufficiale di Bari. È caduto un aereo libico e a Roma vogliono
sapere, ci dissero. Era tardi, andammo a dormire in una caserma dei
carabinieri. La mattina dopo, mentre preparavo la macchina per
raggiungere Castelsilano, arrivò un appuntato che aveva appena
partecipato alla sepoltura del pilota del Mig23. Era stravolto, ci
mancava poco che vomitasse. Puzza che non ci si può stare vicino,
diceva. Strano, pensai. Io ne ho visti di morti. E anche se fa caldo,
dopo appena un giorno nessun cadavere è ridotto a quel modo”.
Il
Mig23 si era schiantato contro un costone di roccia a strapiombo su una
pietraia. Per raggiungerlo, il maresciallo camminò per chilometri in
mezzo a un bosco. “Da lontano pareva un camion ribaltato, con le ruote
in aria. Era grosso e praticamente intatto. Tanto che quando dopo un
mese lo portarono via, dovettero spezzare le ali. Altra cosa strana, perché un caccia che va dritto contro un muro di roccia
normalmente finisce in pezzi. Poi vidi dei buchi sulla coda, fori di
cannoncino. Capii subito che di quella faccenda dei fori era meglio non
parlare”.
Intorno alla carcassa del Mig23, ricorda ancora
Linguante, “c'erano rottami sparsi ovunque. Anche se appena arrivammo la
cloche era già sparita, e chissà chi e quando se l'era portata via”.
Sul posto, secondo Linguante, arrivò anche Duane “Dewey” Clarridge, capo
della Cia a Roma. “L'ho portato io a vedere l'aereo. È rimasto un paio
d'ore. Gli avevo organizzato anche un panino e una bottiglia d'acqua. Ha
solo bevuto, il panino me lo sono mangiato io alla sua salute”. “Dopo
un mese passato in quel posto, mi fu chiaro che quell'aereo non era
caduto il giorno in cui avevano detto di averlo ritrovato”, aggiunge il
maresciallo.
Andrea Purgatori, una vita al Corriere della Sera e
autore della più inquietante controinchiesta sulla strage di Ustica
rammenta a tutti che “Gheddafi a quel tempo era il nemico numero uno
dell’Occidente. Di americani e francesi, soprattutto. Mentre noi ci
flirtavamo, un po’ per minaccia e molto per interesse. Tanto da
salvargli la vita parecchie volte. Forse pure quella notte in cui
avrebbe dovuto fare la fine che toccò al DC9 Itavia. La stessa notte e
nello stesso cielo in cui volò quel pilota libico ai comandi del Mig23
che forse era di scorta al colonnello, che sfuggì al missile che colpì
l'aereo di linea italiano ma poi venne inseguito e precipitò sulla
Sila”.
Un’ipotesi, quella sul Mig23, avvalorata dal racconto
dell’anziano maresciallo: “Era caduto molto prima, - racconta Linguante -
la stessa sera della strage di Ustica, era stato colpito e tutto quello
che vedevo davanti ai miei occhi era solo una messinscena. Io sono
fiero di avere servito l'Aeronautica, ma mi vergogno delle bugie che
sono state dette da alcuni miei superiori. Ho una coscienza e me la devo
tenere pulita fino alla fine. Per me e per i miei figli. Costi quel che
costi”.
Gheddafi è stato ucciso. Numerosissimi testimoni chiave
sulla strage di Ustica sono "morti". Il maresciallo Liguanti, in
vecchiaia, ha atteso molto per rivelare quello che - come direbbe
Pasolini - molti sapevano ma non avevano le prove per dimostrarlo. A trentatré anni dalla strage a chi si chiederà conto per quella strage?
Fonte
A me questi fieri servitori dello stato che dopo 30 anni se ne escono rivelando il segreto di Pulcinella di turno fanno solo schifo, ma se ne andassero tutti a fanculo.
Il caro maresciallo, se ha davvero tanto a cuore la propria coscienza, non poteva dirle vent'anni fa o anche prima ste cose???
Ste dichiarazioni fanno il paio con quelle di Imposimato che in merito ai nostri anni di piombo tirava fuori la direzione del Bilderberg.
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