Una "lenzuolata" di mini provvedimenti che non cambiano granché e
peggiorano solo la condizione del lavoro dipendente. Non un'idea,
tantomeno un progetto...
Il governo Letta-Alfano mette in mostra tutta la sua insipienza
presentando "80 provvedimenti 80" che dovrebbero, secondo le intenzioni,
dare "una scossa" alla moribonda economia nazionale.
Leggiamo però
le parole del premier a sua insaputa: «Abbiamo approvato tante misure
che servono a rilanciare l'economia del nostro Paese, perché gli
italiani che vogliono fare possano rilanciare l'economia. È un
provvedimento completo».
"Gli italiani che vogliono...". Ma pensa di
poter prendere per il culo a lungo, costui? La "ripresa" o la "crescita"
sono questioni che dipendono dalla "volontà individuale" di singoli
cittadini "volenterosi"? Ha mai sentito parlare di "sistema economico",
di sinergie, di politiche economiche ed industriali?
Sembra di no.
Anche se è chiaramente impossibile. Quindi questa va presa come una
dichiarazione d'impotenza. L'Unione Europea ha fissato sia i saldi di
bilancio che le linee direttrici della politica economica nazionale, sub iudice
sia per quanto riguarda il deficit (appena sceso sotto il 3%) che per
il debito (cresciuto invece al 132% del Pil nonostante tagli spaventosi,
perché nel frattempo il Pil è continuato a precipitare). Aggiungiamoci i
contrasti interni a un esecutivo che dipende molto dal consenso del Pdl
e del suo sfarinato blocco sociale denso di interessi "anti-economici" e il piatto è servito. Insipido, inutile, fatto di "cosette".
L'elenco
è sterminato quanto noioso. La cosa più interessante è la rinuncia a
far avanzare i lavori della Tav Torino-Lione, ovviamente dichiarando il
contrario. Sentite l'impagabile ministro Lupi: ''In merito ad alcune
allarmistiche anticipazioni stampa sul fondo di 2 miliardi destinato a
far partire immediatamente i cantieri, preciso che con c'è nessun
definanziamento né blocco di grandi opere, c'è un utilizzo temporaneo di
risorse già allocate ma che non verrebbero utilizzate nel breve periodo
in quanto l'avanzamento dei lavori - è questo il caso della Tav
Torino-Lione per il quale è comunque in corso l'approvazione del
progetto definitivo - non lo rende necessario. Mi sembra doveroso e
saggio in un momento come questo non lasciarle ferme e inutilizzate.
Tali risorse verranno prontamente riallocate. Ad esempio, il ripristino
di quelle sul Terzo Valico della Milano-Genova, di cui una quota viene
ora parzialmente utilizzata, è già previsto in un decreto all'esame del
Parlamento e già approvato dal Senato, che verrà convertito entro il 21
giugno''. Al di là della sintassi zoppicante, i soldi per la Tav vanno
in un altro capitolo, quindi i lavori subiranno uno stop. Viva!
Il
"decreto del fare" è insomma un invito al "fate voi", "inventatevi
qualcosa". Prendiamo una misura peraltro doverosa: nell'uso del «wi-fi
non sarà richiesta più l'identificazione personale degli utilizzatori».
Bene, era ora. Ma in quale modo si pensa che questo possa avere
un'incidenza positiva sulla "crescita"? Forse si pensa che c'è qualcuno
che voleva fare affari online ma finora non è partito perché temeva di
essere identificato? E chi è, la mafia?
Imprecisate misure per
ridurre le bollette elettriche sono sempre benvenute (abbiamo le tariffe
più alte d'Europa, un perché ci dev'essere), perché così si liberano
risorse per altri consumi. Ma la cifra appare esigua persino per osare
una quantificazione sui possibili benefici (il Pil italiano annuo si
aggira sui 1.500 miliardi).
Stesso discorso per l'"edilizia scolastica". Con 100 milioni si fa davvero poco, nemmeno l'ordinaria manutenzione...
Qualcosa
di più potrebbe venire dai presti a tasso agevolato alle imprese che
vogliono acquistare nuovi macchinari. 5 miliardi della Cassa depositi e
prestiti messi a disposizione. Ma si tratta di prestiti (quindi soldi da
restituire, anche se a tassi di interesse dimezzati); e soprattutto non
sembra che ci siano molte aziende che stanno ferme per questa ragione;
anzi, molte chiudono in Italia e vanno altrove semplicemente per
sfruttare situazioni di costo del lavoro ancora più basso.
Sull'immobilizzazione
di Equitalia - non potrà più pignorare la prima casa, se il debito da
pagare è inferiore ai 120.000 euro - non c'è da gioire molto. Chi è,
infatti, che può aver totalizzato un debito così alto? Non certo i
lavoratori - stabili o precari - e i pensionati... In ogni caso, sembra
che ci sia sotto il solito trucco: la prima casa non è infatti
pignorabile, ma vi viene accesa una "ipoteca non operativa". In altri
termini: il proprietario non può più venderla, se lo fa perde l'importo
dovuto al fisco.
Un briciolo di sollievo potrebbe arrivare dalla
riduzione dell'"aggio" concesso alle società di riscossione - quasi
tutte private - per il recupero crediti: aggio che faceva schizzare in
alto i debiti con l'amministrazione pubblica anche del 30%.
La
"natura di classe" di questo decreto è definita però dalla riduzione
delle tasse... sulle imbarcazioni! In pratica, "per rilanciare la
nautica da diporto", vengono cancellati i primi due scaglioni (800 euro
per gli scafi di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri; 1.160 per scafi da
12,01 metri a 14 metri); insomma, non pagheranno più nulla le
imbarcazioni fino a 14 metri di lunghezza. Mentre per le barche da 14,1
metri a 17 l'importo dovuto passa da 1.740 a 870 euro, mentre per le
imbarcazioni da 17,01 a 20 metri l'importo della tassa è di 1.300 euro
contro i 2.600 originari. Dite la verità... Non vi eravate ancora
comprati la barca solo per non pagare il bollo... Che italiani che
siete!
Il resto sono operazioni "ambientali", come l'aumento del
personale giudiziario per velocizzare i processi civili. In effetti, i
tempi mortali previsti per arrivare a sentenza nelle cause "d'affari"
sono un sicuro elemento di "bassa competitività" dell'Italia rispetto ad
altri paesi. Naturalmente, il personale sarà molto precario e molto
sottopagato (previsto persino l'utilizzo di "studenti di legge", non si
sa se magari "retribuiti" con "crediti formativi". Per risparmiare...). Un
elenco "compatibile con le indicazioni europee", si è affrettato a dire
Letta. Non si sa se credergli o no. Se anche in Europa stanno così a
zero di idee, c'è da preoccuparsi. Invece di una politica economica o
industriale si dilettano col bricolage...
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