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20/06/2013

Banche private nel capitale di Bankitalia: un caso di conflitto di interessi?


L’elenco dei partecipanti al capitale della Banca d’Italia parla chiaro: la maggioranza fa capo a banche e assicurazioni (leggi). Eppure, una legge del 2005 aveva stabilito il trasferimento allo Stato entro tre anni delle quote in mano ai privati. Ma il regolamento attuativo non è mai stato approvato e la politica ha preferito sorvolare. A molti appare un enorme caso di conflitto di interessi, visto che tra i poteri della Banca centrale c’è quello di vigilare sul sistema bancario. Ma da Via Nazionale arrivano ciclicamente ampie rassicurazioni: il problema non c’è – è scritto in un recente comunicato ufficiale  - perché la governance, cioé la struttura decisionale prevista dallo Statuto, è indipendente dai partecipanti privati al capitale. Una posizione ribadita dallo stesso direttore generale  Salvatore Rossi (guarda il video). Al tema è dedicata la puntata settimanale di ‘Uomo da marciapiede’. La gran parte degli interpellati non conosce la questione. Altri sanno e dicono che è uno scandalo. Altri ancora la ritengono una cosa normale, perché le banche “non hanno alcuna influenza sul potere di vigilanza”.


La risposta dovrebbe essere scontata, al solito l'ignoranza e la malafede (seminale il banchiere che dice la sua contraddicendo ogni logica alla luce del sole) la fanno da padroni.
Da notare che Ricca non è andato a chiedere opinioni a gente di borgata da cui ci si potrebbe anche attendere il tenore di certe risposte.

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