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20/06/2013

Berlusconi di nuovo in tribunale. Tra cadute in borsa e indifferenza generale.

La sentenza della corte di cassazione, sfavorevole a Silvio Berlusconi, sul legittimo impedimento apre le prossime settimane di fuoco del rapporto tra l'ammmiraglio di Arcore e la magistratura. I processi, tutti dettagli mondani tra sfruttamento della prostituzione e tenata o eventualmente riuscita corruzione, sanciranno un punto importante nei rapporti di forza tra Berlusconi, parte della magistratura e del ceto politico. C'è infatti in ballo la questione della compatibilità tra Berlusconi e i pubblici uffici, come l'elezione in parlamento già messa in discussione da un paio di sentenze e comunque, salvo sorprese, operativa tra una decina di mesi. Come da scene già viste decine di volte il Pdl, con i suoi ministri, si è scagliato contro la sentenza riaprendo le ormai abituali linee di conflitto con la "magistratura politicizzata" (un linguaggio di cui si è perso il senso, ma che importa...). Insomma, tutto come ai tempi in cui il ministro della giustiza se lo sceglieva l'avvocato del presidente del consiglio Silvio Berlusconi.

Solo che, adesso, con il Pdl c'è anche il PD. Il quale sta facendo di tutto per ribadire la propria simulacrale, invisibile, ossimorica presenza al governo e nel paese. Il Pdl attacca, per l'ennesima volta, la magistratura affermando che "la sentenza è politica"? Il PD risponde affermando che le "vicende giudiziare di un singolo" (!) non toccano il governo. Solo che il "singolo" afferma che mezza magistratura lo sta destabilizzando, senza uno straccio di prova, e quindi cercando di spazzare via, con lui, il governo. Troppo per il Pd rispondere a questo banale livello di problemi. Meglio dire che le "sentenze non si commentano", non proprio come fa lo strategico alleato Berlusconi. Sperando poi che tra la mediatizzazione delle discussioni interne al movimento 5 stelle, Balotelli e qualche delitto di giornata la vicenda passi prima possibile nella penombra mediatica.

Resta quindi in piedi un governo che pare più in piedi per esigenze della Bce e delle banche nazionali, oltre che per autoriproduzione del ceto politico, che per qualsiasi altro motivo. E su questo le sparate di Berlusconi sull'euro prima delle settimane dei processi parlano chiaro "o mi aiutate oppure faccio saltare i legami Bruxelles-Francoforte-Roma". Quando si dice che Arcore vale un continente. Già ma quale è la situazione del continente? Pessima. La recessione europea permane e il rallentamento dell'economia cinese, unito a quello delle politiche americane di "stimolo" per il 2014, toccano il limite del modello Bruxelles-Berlino dell'economia continentale. Quello di un export, che garantisca capitali e politiche di bilancio, verso un mondo che non è affatto in "ripresa". Anzi il recente rosso delle borse dei paesi emergenti (che ha toccato anche Milano), una volta pubblica la fine della politica di "stimolo" (leggi creazione di denaro) americana, mostra come anche in quei paesi le economie tirino il fiato. Verso chi dovrebbero quindi esportare la Germania e l'Europa? Si è aperta forse una zona di free trade con Marte? E' evidente che il modello neomercantilista tedesco, nel quale l'Italia è una componente subordinata, è fallito. Almeno per noi.

Eppure queste domande in Italia non contano. Il ceto politico Pd-Pdl è impermeabile alla realtà. Salvo quella definita dal manuale Cencelli, quello che serve per spartirsi le poltrone. Nell'indifferenza generale sarà così per qualche settimana, forse qualche mese forse qualche anno.

Redazione
 

20 giugno 2013

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