Ucciso leader delle Brigate Al Quds: la Jihad sospende i rapporti con
Hamas. Da sempre in competizione, i due gruppi si erano riavvicinati con
le rivoluzioni arabe.
Mentre Gaza finisce di nuovo sotto i bombardamenti israeliani, si apre una dura crisi nella Striscia tra Hamas, governo de facto dell'enclave, e il partito della Jihad islamica.
Stamattina Gaza è stata svegliata da una serie di bombardamenti
dell'aviazione israeliana, in risposta a sei missili lanciati la notte
scorsa verso il Sud di Israele. Due missili, secondo il portavoce
Micky Rosenfeld, sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron
Dome. Nessun gruppo ha rivendicato il lancio. Non si sono registrati
feriti, ma nei bombardamenti, secondo l'esercito israeliano, sarebbero
stati colpiti due magazzini di armi appartenenti alla Jihad Islamica a
Rafah. Bombe anche su Khan Younis e Deir al-Balah.
Al lancio di razzi di ieri notte, il parlamentare - ex ministro degli
Esteri - Avigor Lieberman ha suggerito al governo israeliano di
riesaminare la possibilità di occupare nuovamente la Striscia per
eliminare alla radice la minaccia di attacco: "Israele dovrà
seriamente considerare l'opzione di conquistare tutta Gaza e ripulirla -
ha detto Lieberman alla Israel Radio - Non sono sicuro di voler vivere
in tale situazione, ma alla lunga è inevitabile".
Ma a mettere in crisi la Striscia è la rottura tra i due movimenti islamisti, Hamas e Jihad Islamica, dopo la
morte di uno dei comandanti dell'ala militare delle Brigate Al Quds,
braccio armato della Jihad, ucciso ieri durante una sparatoria con le
forze di sicurezza di Hamas.
Raed Jundiya, 38 anni, era - secondo fonti giornalistiche - responsabile
del lancio di razzi verso Israele. È stato colpito alla testa durante
la sparatoria di ieri che, secondo il Ministero dell'Interno di Gaza, è
stata cominciata dal leader della Jihad. La polizia si era presentata a
casa di Jundiya per recapitare degli ordini di comparizione ad alcuni
membri della sua famiglia.
Il governo della Striscia ha subito aperto un fascicolo per indagare
sulla vicenda: "Spero che tutti aspettino i risultati dell'inchiesta che
ha già iniziato a lavorare", ha detto il portavoce del governo,
Ihab al-Ghussein, mentre un altro portavoce, Sami Abu Zuhri ha
sottolineato che i rapporti con la Jihad non sono stati interrotti.
Di diverso avviso i militanti del partito islamista: "La Jihad
Islamica ha sospeso i contatti con Hamas dopo che la polizia ha aperto
il fuoco contro uno dei comandanti delle Brigate Al Quds - ha commentato
uno dei leader del movimento, rimasto anonimo, aggiungendo che
l'intera responsabilità della sua morte è attribuibile ad Hamas -
L'omicidio di Raed Jundiya rappresenta un ottimo servizio a favore del
nemico sionista, deliberato o meno, perché il martire era in cima alla
lista nera dei sionisti".
Dopo l'operazione militare israeliana contro la Striscia "Colonna di
Difesa" dello scorso novembre, i rapporti tra i due gruppi erano molto
migliorati. Il cessate il fuoco negoziato da Hamas con Israele al
Cairo aveva avuto l'approvazione della Jihad Islamica, avviando così -
secondo gli osservatori esterni - una cooperazione senza precedenti tra
le due fazioni. Una cooperazione, in particolare a livello militare,
che seguiva ad anni di forte competizione per accaparrarsi il consenso
della popolazione gazawi e probabilmente derivante dagli sviluppo
regionali: la crescita dei Fratelli Musulmani (a cui entrambi i
gruppi sono, seppur in forme diverse, vicini) e dei movimenti islamisti a
seguito delle Primavere Arabe avrebbe spinto Hamas e Jihad ad allearsi per rafforzare i movimenti religiosi, a scapito di quelli laici.
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