La cancelliera tedesca presenta il programma elettorale in piena esplosione dei mercati finanziari: ''Se si cerca sempre solo di trovare la prossima pentola piena di soldi, non si tiene conto di altre possibilità". Il rendimento dei Btp decennali schizza di quasi il 20%, tornando ai livelli di marzo.
Mentre lo spread riprende il volo e i mercati tremano, Angela Merkel getta benzina sul fuoco. “Tutti devono fare i propri compiti a casa
nell’Unione europea”, ha avvertito la cancelliera tedesca a pochi
giorni dal vertice Ue, precisando che “se poi qualcuno ha ancora bisogno
di sostengo e solidarietà, su questa base può anche ottenerli. Ma non
vale il contrario”.
La Merkel ha spiegato che, “se si cerca sempre solo di trovare la prossima pentola piena di soldi,
non si tiene conto di altre possibilità” e che la prima cosa da fare è
“riflettere su come si possa diventare, insieme, più competitivi”. La
cancelliera ha poi sottolineato la differenza di investimenti tra alcuni
Paesi dell’Eurozona nel campo della ricerca. Mentre la
Germania impegna circa il 3% del Pil nell’innovazione, la Merkel ha
detto di conoscere Paesi in cui la percentuale è inferiore all’1%,
sottolineando che “non si può avere una moneta unica e prendere strade
tanto diverse in questioni così importanti per il futuro”.
La Germania continua quindi a bacchettare il resto dell’Europa, mentre gli investitori sono sempre più timorosi. Lo spread ha raggiunto quota 300, come non accadeva dal 18 aprile, mettendo i bastoni tra le ruote a Enrico Letta,
impegnato ad affrontare una delle settimane cruciali del suo governo:
mercoledì il Consiglio dei ministri partorirà il piano Giovannini sul
lavoro, mentre giovedì è atteso il consiglio europeo dove si capirà
quanto e come l’Italia potrà utilizzare i fondi europei sull’occupazione giovanile.
A preoccupare gli investitori è soprattutto l’incertezza politica in Grecia, dove tra oggi e domani il primo ministro Antonis Samars
annuncerà il rimpasto del governo, che ha dovuto anticipare dopo
l’uscita del partito Sinistra democratica e le conseguenti dimissioni
dei suoi quattro ministri. Ma continuano a pesare anche i dubbi sulle
prossime mosse della Federal Reserve, sulla scia delle parole del presidente Ben Bernanke,
che ha annunciato mercoledì scorso un possibile stop a fine anno del
piano di acquisto di titoli da 85 miliardi di dollari al mese lanciato
per fare riprendere l’economia.
Il rendimento dei Btp decennali schizza così di quasi il 20%,
al 4,82%. Peggio dell’Italia, tra le principali piazze europee, è solo
la Grecia, dove il tasso sale del 30%. E il differenziale tra titoli
italiani e tedeschi viaggia sui 293 punti, in netto rialzo dai 285 della
chiusura di venerdì. Dall’annuncio della Banca centrale americana, il
rendimento dei Btp a dieci anni è salito di oltre 34 punti base. Vendite
anche sul mercato azionario, con Piazza Affari che indietreggia di circa l’1%. Non fanno eccezione le altre Borse europee, quasi tutte in negativo.
Ma i timori non provengono soltanto da Grecia e Stati Uniti. La Cina,
vero motore di crescita dell’economia globale, mostra infatti i primi
segnali di stanchezza. Da un lato l’indice manifatturiero in
contrazione, dall’altro i dubbi sulla liquidità. Nei
giorni scorsi si era infatti sparsa la voce che la Banca centrale cinese
fosse andata in default temporaneo, scatenando il panico nei mercati.
L’istituto ha rassicurato chiarendo di avere “ragionevole” liquidità
presente nel sistema finanziario. Ma ha lasciato intendere il
mantenimento della stretta sul credito. E la Borsa di Shanghai ha reagito perdendo il 5,3%, segnando il peggior ribasso da agosto 2009.
Maria Cannata,
direttore generale del debito pubblico italiano, ha tentato di
rassicurare i mercati. “I rendimenti italiani sono tornati ai livelli di
metà/fine marzo: abbiamo perso terreno rispetto ai risultati per certi
versi sorprendenti di alcune aste passate”, ha detto. “In ogni caso, nel
mercato, ci sono ancora fattori di rischio, ma non vuol dire che ci
siano rischi ingestibili“. E ha aggiunto: “Anche in situazioni molto più complicate dell’attuale, le aste italiane
non sono mai andate deserte, anzi, abbiamo avuto un buon ritorno
quantitativo di investitori stranieri che ci ha consentito di riprendere
il segmento extralungo e fare emissioni superiori ai 15 anni”.
Fonte
Anche la Germania si dimostra terra di bassezza impressionante in campagna elettorale.
Il gioco rimane sempre quello di vedere quale sarà il primo paese europeo a scazzarsi di andare al guinzaglio di una classe dirigente tedesca che fa così spudoratamente i propri interessi sulla pelle di un intero continente, tenendo ovviamente un occhio alla Cina, perché quando sarà il suo turno se la faranno tutti, ma proprio tutti nelle braghe, a quel punto servirà ben poco sventagliare la presunta superiore competitività teutonica.
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