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15/06/2013

Scarichi Solvay, il regime copre la multinazionale, ma anche se stesso


Un profondo senso di disgusto prende qualunque persona onesta che legga le dichiarazioni degli amministratori toscani. Cercando di superare questo disgusto, entriamo brevemente nel merito, nella speranza di fare chiarezza, non tanto tra gli amministratori (non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire), quanto tra la gente onesta ed inquinata.
Dunque, la Solvay di Rosignano scarica in mare i propri rifiuti speciali gratuitamente da sempre. Ad un prezzo prudente di 300 euro a tonnellata (tanto costerebbe un corretto smaltimento in discarica autorizzata) Solvay ha risparmiato negli ultimi 40 anni (dalla legge Merli) almeno 1.400 milioni di euro. Solo questo lascia intendere il motivo del consenso che si è creata tra gli amministratori.
Ma andiamo con ordine: Solvay scarica in mare, in deroga ai limiti della legge Merli (1976), della Delibera dei Ministri 4.2.77, del Decreto legislativo 152/99 gli scarichi bianchi, o solidi sospesi, che trasportano - secondo l’ultima dichiarazione Solvay al Ministero dell’ambiente - 1.449 kg di arsenico e composti, 91 Kg di cadmio e composti, 1.540 kg di cromo e composti, 1.868 kg di rame e composti, 71 kg di mercurio e composti, 1.766 kg di nichel e composti, 3.218 kg di piombo e composti, 15.049 kg di zinco e composti, 145 kg di diclorometano, 3 kg di tetraclorometano, 73 kg di triclorometano, 350 kg di fenoli, 327 kg di fosforo, 5,5 tonnellate di azoto, e addirittura 717.000 tonnellate di cloruri.
Negli anni ’70 il comune di Rosignano “le venne incontro”, scaricando nel fosso bianco le proprie fogne, raffreddandolo e diluendolo. Non bastava. Dagli anni ’90 ASA scarica i reflui del depuratore nel solito fosso bianco, poi anche quelli del depuratore Aretusa, che Solvay periodicamente non preleva e non riutilizza come concordato, ad ulteriore danno della popolazione e della parte pubblica, che lo hanno pagato.
Ma non basta ancora, com’era prevedibile. Ma dove non si arriva rispettando la legge, si arriva con i cosidetti “accordi di programma”. Nel 2003 con la regìa del ministro Altero Matteoli – ex verniciatore Solvay/Consonni -  si stipulava un accordo di programma che prevedeva, tra l’altro, di ridurre gli scarichi bianchi da 200mila tonnellate/anno a 60 mila entro il 2007. Tutte le tappe intermedie di riduzione (2004-2006) furono fallite, ma  la Regione erogava ugualmente 30 milioni di euro pubblici a Solvay “a stato di avanzamento lavori”. Insomma, la Regione sapeva dell’inadempienza, ma pagava lo stesso. Qualunque persona onesta penserebbe ad una truffa combinata ai danni dello Stato.
Oggi gli scarichi bianchi sono ancora almeno 120 mila tonnellate l’anno, il doppio di quanto concordato nel famoso accordo del 2003, e quel che è più grave trasportano il doppio di arsenico, il doppio di mercurio, il doppio di cadmio, di cromo, di piombo, di nichel, di zinco ecc di quanti ne avrebbero “dovuto” trasportare in mare.
Di quali limiti rispettati parlano  i nostri amministratori? Come sarà possibile raggiungere la qualità “buono” del nostro mare nel 2015, con questi incredibili ritardi? Di quale non pericolosità parla il sindaco di Rosignano? Che dovrebbe sapere che i metalli pesanti si accumulano nell’ambiente, e che se una  spruzzata occasionale di arsenico può essere poco nociva, tutt’altra cosa è l’accumulo ormai secolare di metalli pesanti, che oltretutto  colpiscono in sinergia tossica, moltiplicando i danni alla salute.
Occorre chiudere subito  gli scandalosi scarichi Solvay,  prima che diventino per la Toscana l’equivalente degli alberi da tagliare a Istambul.
 
14/6/2013
Maurizio Marchi
Medicina Democratica - Sezione di Livorno e della Val di Cecina
www.medicinademocraticalivorno.it 
 

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