Sorpresa: nel testo del decreto legge che è entrato in Consiglio dei
ministri gran parte delle coperture, cioè dei soldi, viene recuperato azzerando le risorse per la linea ad alta velocità Torino-Lione per i prossimi anni.
Se questa versione del testo uscirà così com’è dal Consiglio dei ministri in corso, sarà probabilmente la sentenza di morte per il Tav.
O almeno di un suo rinvio, fino al 2015 non ci sarà più un euro o quasi
da spendere. Nonostante le promesse del ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi e del premier Enrico Letta che, ancora poche settimane fa, giuravano che l’opera sarebbe stata completata.
Vediamo perché.
Nella legge di stabilità (la Finanziaria) approvata a fine 2012 al comma 208 si leggeva:
Per
il finanziamento di studi, progetti, attività e lavori preliminari nonché lavori definitivi della nuova linea ferroviaria Torino-Lione è
autorizzata la spesa di 60 milioni di euro per l’anno 2013,
di 100 milioni di euro per l’anno 2014, di 680 milioni di euro per
l’anno 2015 e 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2029.
Ed ecco la parte del decreto di oggi in cui si indicano le coperture per finanziare una serie di interventi:
quanto
a euro 96 milioni per l’anno 2014, a euro 143 milioni per ciascuno
degli anni 2015 e 2016 e a euro 142 milioni per l’anno 2017 mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui
all’articolo 1, comma 208, della legge 24 dicembre 2012, n. 228.
Se
fate i conti, restano 4 milioni per il 2014, 537 milioni per il 2015, 7
milioni per il 2016. Tutta la parte di autorizzazioni di spesa dal 2017
al 2029 resta intonsa.
Ma c’è da scommettere che con la scarsità di risorse di questi tempi molto presto il governo attingerà anche lì.
Come dimostra il fatto che il decreto pesca soldi anche da un’altra grande opera considerata abbastanza inutile, il Terzo Valico in Liguria:
quanto
a euro 50 milioni per l’anno 2013, a euro 190 milioni per l’anno 2014, a
euro 274 milioni per l’anno 2015 e a euro 259 milioni per l’anno 2016
mediante corrispondente utilizzo delle risorse assegnate dal CIPE in
favore del secondo lotto del Terzo Valico dei Giovi a valere sul Fondo
di cui all’articolo 32, comma 1, del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98,
convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111.
Fonte
Forse il dissesto finanziario e il conseguente stato di crisi qualcosa di buono lo porteranno davvero.
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