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13/06/2013

Karlsruhe deciderà dell'euro

Bundesbank spaccata davanti alla Corte Costituzionale tedesca. La quale deve valutare se gli obblighi derivanti dall'impegno internazionale della Bce siano o no compatibili con la Costituzione nazionale.

La partita è di importanza planetaria, perché la decisione della Corte avrà un'influenza diretta sul "bazooka" predisposto un anno fa dal governatore della Bce, Mario Draghi, per far fronte all'attacco speculativo contro l'euro (puntate al ribasso sui titoli di stato dei paesi Piigs).
E' infatti la prima e fin qui unica volta che uno strumento operativo della Bce - la quale è in vita in virtù di patti continentali - viene condotto a giudizio davanti a un organismo nazionale. E non si tratta davvero di un paese secondario.
Lo strumento si chiama Omt e prevede l'acquisto di titoli di stato dei paesi in difficoltà da parte della Bce, in modo da tenerne alto il prezzo e la credibilità. Per funzionare davvero come spauracchio, come detto da Draghi ripetutamente, deve essere disponibile in quantità "illimitata", in modo da scoraggiare qualsiasi nuova ondata speculativa.
Ma proprio "l'illimitatezza" spaventa Bundesbank e i contribuenti tedeschi (che hanno fin qui guadagnato moltissimo ogni anno dal differenziale - lo spread - tra gli interessi praticamente nulli pagati per i Bund tedeschi, mentre gli altri paesi si andavano dissanguando). Nei giorni scorsi era stata fatta filtrare al giornale Faz la notizia che invece un "limite" era stato fissato dalla stessa Bce: 524 miliardi, pari alla somma dello "scoperto" di Grecia, Portogallo, Spagna e Italia. Notizia subito smentita, ovviamente, ma che dava la misura della posta in gioco.

L'ipotesi che la Corte di Karlsruhe giudichi "incostituzionale" l'Omt sono praticamente pari a zero. Un minuto dopo crollerebbero i mercati di tutto il modo e i titoli obbligazionari europei, lo spred volerebbe a livelli mai toccati e la stessa esistenza dell'euro tornerebbe in forse. Come e più dello scorso agosto. Ed a quel punto la Bce non avrebbe più credibilità nell'agitare "armi" antispeculative le cui munizioni - soldi - dipenderebbero dalla volontà politica tedesca.
Ma appare abbastanza improbabile anche l'ipotesi opposta, ovvero una sentenza secondo cui l'Omt sarebbe "pienamente compatibile" con la legge fondamentale di Berlino. In questo caso, tutta la procedura che ha portato a sottoporre alla Corte il quesito verrebbe letto come un "avvertimento" di Bndesbank e della Merkel, ma puramente politico e destituito di fondamento istituzionale. L'euro ne verrebbe fortemente rinforzato, ma i vertici politici e finanziari germanici perderebbero la propria personale credibilità. Con effetti, alla lunga, anche sulla stabilità delle "ricette" prescritte ai paesi in difficoltà.
L'attenzione dei mercati si concentrerà dunque probabilmente sulla "formula" che sarà escogitata dalla Corte per tenere insieme due necessità contrapposte: rassicurare i mercati globali sulla permanenza dell'euro e non smentire il crescente euroscetticismo teutonico dei vertici nazionali. Un esercizio di equilibrismo in cui ogni virgola sarà sezionata al microscopio per capire se la bilancia pende un po' di più da una parte o dall'altra.
Una riprova, alla fin fine, dell'orizzonte storico molto ristretto in cui si muove l'attuale leadership di Berlino. Ma anche il vertice della sua banca centrale (che, sia detto tra parentesi, non è affatto "indipendente" dal potere politico nazionale, al contrario della Bce rispetto alla Commissione Ue).

Nell'udienza di ieri, il presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann ha dichiarato: "Vedo il pericolo che, nonostante gli aspetti di per sé positivi del programma Omt, gli sforzi di consolidamento e riforma possano risultarne rallentati e la credibilità della politica monetaria, come garanzia di stabilità dei prezzi, ridursi". Insomma, sentendosi "protetti" dal bazooka della Bce i Piigs potrebbero tentare di allentare i vincoli cui sono ora sottoposti.
Joerg Asmussen, membro tedesco del board della Bce, e delegato da Draghi a rappresentarne il punto di vista, ha - con molta diplomazia - sostenuto la tesi diametralmente opposta: solo la certezza della permanenza dell'euro può garantire l'efficacia delle misure imposte dalla Troika (Fmi, Ue e la stessa Bce) ai vari paesi sotto stress.
La Corte, nel porre le domande ai due, è sembrata dare più ascolto agli "euroscettici" (e tanto è bastato a provocare un serio arretramento delle borse e un aumento degli spread). Ma la sentenza non arriverà che dopo le elezioni tedesche, il 22 settembre.
Deutschland über alles, anche nella tempistica.

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