Quella dei governanti italici, invece, è pura poltiglia da “scienziati della comunicazione” trovati all’angolo di una strada. Il tentativo – grillino, in gran parte, ma anche leghista – di farsi passare per “ribelli”, “contro i poteri forti”, quasi “rivoluzionari”, merita solo una risata e uno sberleffo. O magari, rivisitato, quel coro dei marsigliesi che sta unificando il popolo francese nelle piazze di tutto il paese («Emmanuel Macron, ho tête de con, on vient te chercher chez toi»).
Basterebbe del resto ricordare che la maggior parte delle forme di lotta dei Gilets Jaunes (blocchi stradali, assembramenti non autorizzati, ecc) sono state rese “reato” dal decreto sicurezza Salvini-Di Maio. Insomma, se loro due andassero a una manifestazione in Francia, sarebbero passibili di arresto al ritorno in Italia? Così, giusto per far pace con la logica e la politica...
Un governante, nel mondo attuale, decisamente capitalistico, è un terminale di interessi sociali più o meno forti, ma niente affatto “popolari”. Anche se la loro capacità di mentire può ingannare, per qualche tempo, anche vaste masse di disperati a basso reddito. C’era riuscito, per un paio d’anni, anche l’altro Matteo, quel Renzi che ora fa l’intrattenitore in un canale minore del gruppo Mediaset.
Ma come recita il classico aforisma di Abramo Lincoln, “Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre”. Si nota anche da lontano il tentativo di trovare in altri paesi, soprattutto da parte M5S, una ipotetica sponda in vista delle elezioni europee, visto che non hanno alleati (contrariamente a Salvini, che ne ha di impresentabili, ma ne ha...).
I gilet gialli, anche in Italia, sono già stati indossati da chi si muove contro questo governo come aveva fatto con quelli del Pd, al servizio degli stessi pupari. Da lavoratori e disoccupati italiani e migranti, da studenti e pensionati. Contro di voi, e non strumentalizzabili. Il sindacato Usb, che di quelle mobilitazioni d’autunno è stato protagonista, ha immediatamente respinto al mittente questa farsa fantozziana.
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La sortita dei due leader del governo italiano a sostegno dei gilè gialli francesi è grottesca. Chi si dice al fianco di chi, da novembre del 2018, invade le piazze e manifesta la propria collera contro l’establishment francese, sta attuando né più né meno le stesse politiche di Macron anche se mascherate da “cambiamento”.
La necessità di trovare una sponda d’oltralpe per le prossime elezioni europee fa fare piroette politiche inusitate a chi ha appena varato un decreto sicurezza che oltre ad attaccare i migranti, inasprisce le pene per chi, lottando, improvvisa blocchi stradali, occupazioni di case e di aziende, cioè esattamente quanto stanno mettendo in campo le masse popolari francesi giunte al loro VIII atto di ribellione.
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