Cadono i vertici dello Ior dopo il clamoroso arresto di monsignor Nunzio Scarano. Il direttore generale della banca del Vaticano, Paolo Cipriani, e il suo vice, Massimo Tulli, hanno
rassegnato le dimissioni, accettate oggi dalla Commissione dei
cardinali e dal board di sovrintendenza. Entrambi sono indagati della
Procura di Roma dal 2010 nella vicenda dei 23 milioni di euro
sequestrati per sospetta violazione delle norme anti-riciclaggio,
ma né il vecchio né il nuovo Pontefice – fino ad ora – avevano pensato
di rimuoverli. Le funzioni di direttore generale dell’Istituto, come ha
reso noto la sala stampa vaticana, sono state assunte ad interim dal
presidente Ernst von Freyberg.
Le intercettazioni
degli investigatori hanno mostrato quanto stretto fosse il legame di
Scarano con Tulli, che chiamava spesso, dandogli del tu. Scarano aveva
contatti frequenti anche con Cipriani, indagato in un altro capitolo
dell’inchiesta sulla gestione dell’Istituto per le opere religiose.
“Te li faccio partire dal Vaticano”, disse, riferendosi alla necessità
di far rientrare dalla Svizzera alcuni soldi che secondo l’accusa sono
riconducibili agli armatori napoletani Paolo, Maurizio e Cesare D’Amico,
anche loro coinvolti nell’inchiesta.
Una decisione, quella di Cipriani e Tulli, a cui non è di certo estraneo il volere dello stesso Papa Francesco,
che tra le priorità del suo pontificato ha quella di condurre lo Ior su
una via di totale trasparenza, priva di ombre. E anche l’inchiesta in
corso che ha portato all’arresto di Scarano, insieme a un ex agente dei
servizi e a un broker finanziario, non ha fatto che accelerare i
ricambi. Per quanto riguarda le dimissioni di Cipriani e di Tulli,
l’Autorità di Informazione Finanziaria “è stata informata”. Mentre la
Commissione speciale nominata mercoledì scorso da Bergoglio per
acquisire le informazioni necessarie alla riforma dello Ior, con a capo
il card. Raffaele Farina, “ha preso atto di questa decisione”.
In attesa di quello che sarà il riassetto definitivo, sale intanto nell’organigramma dello Ior il peso degli uomini della Promontory,
la società di consulenza finanziaria e anti-riciclaggio che dal maggio
scorso collabora con l’Istituto, anche per quanto riguarda il controllo
dei rapporti con i clienti. Von Freyberg sarà infatti coadiuvato da Rolando Marranci in qualità di vice direttore e da Antonio Montaresi
nella nuova posizione di chief risk officer con la responsabilità di
compliance e progetti speciali. Entrambi vantano esperienze di alto
livello in banche a Londra e negli Stati Uniti.
“A nome del
Consiglio di Sovrintendenza ringrazio il sig. Cipriani e il sig. Tulli
per la dedizione personale manifestata nel corso degli anni”, ha
dichiarato Von Freyberg. “Sono lieto della nomina di Rolando Marranci e
Antonio Montaresi in quanto eccellenti professionisti”, ha aggiunto.
“Dal 2010 lo Ior e la sua Direzione hanno lavorato seriamente per
portare le strutture e i procedimenti in linea con gli standard
internazionali di lotta al riciclaggio di denaro. Sebbene siamo grati
per i risultati conseguiti, oggi è chiaro che abbiamo bisogno di una
nuova direzione per accelerare il ritmo di questo processo di
trasformazione. I progressi fatti sono in gran parte dovuti al sostegno
continuo degli organismi di governo dell’Istituto e del suo personale”.
Le dimissioni di Cipriani, negli ambienti d’Oltretevere, erano in
qualche modo attese: già sabato scorso, a quanto si apprende, il dg
aveva riconsegnato la sua auto di servizio.
Il Consiglio di Sovrintendenza
ha intanto già avviato una procedura di selezione per nominare a breve
un nuovo direttore generale e un vice. Von Freyberg ha inoltre chiesto a
Elizabeth McCaul e a Raffaele Cosimo,
dirigenti proprio della Promontory, di fungere da Senior Advisors per
la gestione dell’Istituto, “data la loro grande competenza ed
esperienza”. Nell’opera di revisione e di ricambio avviata da papa
Francesco, prima di tutto nell’ambito delle strutture finanziarie
vaticane, con Cipriani e Tulli “cadono” dunque le prime teste. Intanto
domani si riunirà anche il consiglio “dei 15”, quello dei cardinali
chiamati a supervisionare le questione economiche della Santa Sede, che
proprio domani dovranno approvare il bilancio 2012.
Fonte
Va a finire che il Vaticano diverrà più progressista dello Stato Italiano.
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