Da parte sua, il Presidente della Repubblica di Donetsk Aleksandr Zakharcenko ha annunciato che i corpi dei soldati governativi morti nella battaglia per l'aeroporto cittadino verranno restituiti alla parte ucraina e anche i militari fatti prigionieri saranno consegnati alle famiglie. Nei giorni scorsi infatti, su insistenza del Presidente del Consiglio nazionale di difesa ucraino ed ex speaker della Rada, Aleksandr Turcinov, il presidente Petro Poroshenko ha gettato l'esercito all'attacco dell'aeroporto di Donetsk.
Secondo lo stesso Basurin, l'improvvisazione e la mancanza di preparazione degli attaccanti avrebbe causato la morte di oltre 200 soldati e il ferimento di altri trecento, oltre che la perdita di un'ottantina di mezzi corazzati e la cattura di numerosi combattenti da parte delle forze armate della Repubblica Popolare di Donetsk. Le milizie lamentano la perdita di 16 uomini e il ferimento di oltre 20. Sempre Basurin parla anche di oltre trenta civili uccisi da raid aerei ucraini (negati da Kiev) su Gorlovka, dove in precedenza si era avuta notizia di 2 morti, alla fermata cittadina di un autobus.
Intanto, mentre si attendono le conclusioni della riunione straordinaria dell'Osce dedicata specificamente all'Ucraina, il Ministero degli esteri russo conferma la partecipazione del Ministro Sergej Lavrov all'incontro a Berlino del cosiddetto Gruppo di Contatto secondo il “formato di Normandia” (Francia, Germania, Russia e Ucraina), in programma per oggi, mercoledì 21 gennaio.
Nessuna novità di rilievo invece da Kiev, considerando che le ultime notizie seguono perfettamente la linea tracciata da tempo dalle autorità golpiste sulla scia del redivivo Stepan Bandera: il Ministero per l'istruzione ha annunciato che sui manuali di storia a uso scolastico, d'ora in poi l'Urss verrà qualificata come potenza “occupante”. Il periodo postbellico sarà definito come “occupazione sovietica”; la Grande guerra patriottica (così veniva definita in epoca sovietica e lo è tuttora in Russia e in altri paesi dell’ex Urss; ma in Ucraina la si reputa una formula “propagandistica staliniana”) diventerà semplicemente Seconda guerra mondiale e l'organizzazione nazionalista fascista OUN-UPA diventerà un “combattente contro il nazismo”. Poco importa che gli attuali continuatori delle gesta efferate – contro soldati sovietici, contro ebrei e contro ucraini stessi – delle truppe di Bandera sventolino oggi proprio le insegne hitleriane. Inoltre, la liquidazione postbellica dei rimasugli di OUN-UPA che avevano collaborato coi nazisti viene definita come “lotta fratricida”. Di seguito, i nuovi manuali non conterranno più la frase “liberazione dagli occupanti fascisti” e al suo posto apparirà la “cacciata degli occupanti nazisti dall'Ucraina”. Si sottintende con ciò che, con la fine dell'occupazione nazista, nel 1944, l'Ucraina non rimase libera, ma si ritrovò a essere occupata da un altro oppressore. Così, i prossimi 8 e 9 maggio, giorni in cui in tutti i Paesi dell'ex Unione sovietica si ricorda la vittoria sulla Germania nazista, in Ucraina si festeggeranno il “Giorno del ricordo e della pacificazione” e il “70mo della fine della guerra in Europa”. Il finale è che “L'Ucraina è divenuta libera solo il 24 agosto del 1991, con la fine dell'Unione Sovietica”.
Ma il vero finale della giunta golpista e delle sorti dell'Ucraina appare oggi tutto da scrivere.
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