L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.proviamo a divulgare quanto contenuto in un articolo a firma del generale Mini e apparso sul n.5/2018 di “Limes” dedicato al tema “Quanto vale l’Italia”.
L’articolo del generale Mini appare sotto il titolo: “Siamo servi di Serie B e non serviamo a niente”.
L’occhiello recita: “Il finto dibattito italiano sull’uscita dal sistema euroatlatico a guida USA. I tentativi di essere ammessi ai tavoli dei potenti, senza sapere che dirvi. La nostra parabola in ambito ONU, UE e NATO non ha giovato alla nostra reputazione. Ma a che ci servono le alleanze?”.
La parte più interessante dell’articolo riguarda la partecipazione dell’Italia a missioni militari all’estero, al riguardo delle quali l’articolista commenta “con chi stiamo? La risposta che viene dai documenti ufficiali sembra essere chiara: con tutti e con nessuno”.
Veniamo ai dati, senza commento, chiedendo a ciascuno di riflettere su questo tema che non viene mai affrontato nel dibattito pubblico e non è stato sicuramente oggetto di interesse nella recente campagna elettorale.
L’Italia sta partecipando a 34 operazioni militari di cui 32 all’estero e 2 in Italia.
All’estero operano 6.698 donne e uomini e in patria circa 7.250 nelle operazioni “Strade sicure” e “Task Group Genio” per collaborare alla rimozione delle macerie nei comuni colpiti dal terremoto.
Oggi i militari italiani sono impegnati nell’ambito di queste missioni:
ONU
Mali (Minusma); Libano (Unifil); Cipro (Unficyp); India – Pakistan (Unmogip).
UNIONE EUROPEA
Acque Somalia (Atalanta – Ocean Shield); Somalia (Eucap), Somalia (Eutm), Afghanistan (Eupol), Kosovo (Eulex), Mali (Eucap Sahel), Mediterraneo Centrale (Joint Operation Themis), Bosnia – Erzegovina (Eufor – Althea) EunfavorMed – Operazione Sophia, Mediterraneo Mare Sicuro.
NATO
Bosnia – Erzegovina (Nato Hq Sarajevo), Afghanistan (Resolute Support), (Mediterranean Sea Guardian e forze navali NATO), Acque Somalia (Atalanta – Ocean Shield), Macedonia (Fyron – Nato Liasion Office Skopje), Kosovo (Kfor Joint Enterprise), Turchia (Activre Fence), Serbia (NATO Military Liason Office Belgrado), Lettonia (FP Baltic Guardian).
Sempre in ambito NATO pattugliamento aereo in Islanda e contingente in Estonia.
Altre operazioni internazionali avviate su base bi/multilaterale
Somalia (Miadit 9), Palestina (Miadit 8), Libia (Miasit), Nigeria (Misin), Malta (Miccd), Emirati Arabi Uniti (Task Force Air- Al Minhad), Hebron (Tihp), Libano (Mibil), Egitto (Mfo), Iraq – Kuwait (Prima Parthica).
Il costo aggiuntivo per il bilancio della Difesa è di 1,505 miliardi di euro.
Intanto si stanno preparando altre missioni in Tunisia, Sahara Occidentale, Repubblica Centrafricana.
Con quale esito questo sforzo economico e bellico? Riportiamo ancora senza commento e in conclusione il titolo dell’articolo del generale Mini dal quale i dati sono stati tratti: “Siamo servi di Serie B e non serviamo a niente”.
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