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04/01/2019

L'”economia mista” vince sul liberismo. Krugman e la Cina lo dimostrano

L'americano Paul Krugman, Premio Nobel per l'economia, sostiene che per migliorare il capitalismo occorre che 1/3 dell’economia sia in mano pubblica perché più efficiente ed efficace.

In particolare istruzione, università e sanità dovrebbero essere in mano pubblica. In aggiunta tutti i settori regolamentati, dunque trasporti, energia e telecomunicazioni.

Krugman affossa (sul piano teorico) il modello americano e i social liberisti europei.

Non vi stupite: fino al 1992 l’Italia si reggeva su questi assetti. Visto la fine che ha fatto l’Urss, ma anche paesi come la Francia e l’Italia, oltre che l’economia americana, i cinesi ci penseranno due volte prima di affossare quel modello. Questo, non gli perdonano.

Quantitative easing della Fed e della Bce servono solo a rimandare il redde rationem del capitalismo occidentale, vale a dire il ritorno dell’intervento dello stato nell’economia.

Krugman ha aperto le danze negli Stati Uniti. In Europa non c’è quasi nessuno che lo dica.

Intanto Wall Street crolla a partire dal profit warning di Apple, che trascina con sé tutto il comparto tecnologico. I media italiani riferiscono – sbagliando o mentendo – che la causa sarebbe il “rallentamento della crescita cinese” (“solo” al +6,5%).

Ma leggendo il report di Tim Cook, alla fine si dice qual è il problema vero: il crollo delle vendita di iPhone (statunitensi) in Cina, surclassati dalle vendite di smartphone locali (Huawei, ecc). Non quindi una riduzione dei consumi cinesi, ma – come scrive IlSole24Ore on line – il crollo di Apple è dovuto “ai rivali cinesi e all’innovazione lenta”.

Il capitalismo occidentale si trova cioè ad un bivio: o cambia o perisce. O avvia il programma di istruzione di massa gratuito fino alla laurea o gli asiatici se li sbraneranno.

Oggi la Cina laurea 6 milioni di ingegneri l’anno, gli Usa li devono importare. In questi anni circa 500 mila scienziati cinesi sono rimpatriati e passati dagli Usa alla madrepatria.

Questo gennaio ricorre il 29° anno dalla Pantera, a cui partecipai. Volevamo ricerca pubblica, università gratuite, libero accesso ai dottorati, borsa di studio, studentati gratuiti per tutti, contro le privatizzazioni.

Fummo spazzati via in tre mesi. La loro è stata una vittoria di Pirro, la talpa della storia scava ancora. In attesa che si svegli del tutto l’India e poi è finita se non cambiamo.

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