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02/05/2024

Gli USA sparano sui propri studenti, ma la protesta cresce

Se due punti fanno una linea, l’amministrazione Biden ne sta disseminando più di Pollicino nel bosco...

La Polizia dell’Arizona ha sparato ieri pomeriggio proiettili di gomma e spray al peperoncino contro manifestanti alla University of Arizona durante le proteste di gruppi di filo-palestinesi: lo ha reso noto il presidente dell’ateneo, Robert Robbins.

Con una gigantesca faccia di bronzo, Robbins ha voluto addirittura precisare che le forze dell’ordine hanno fatto un “uso minimo” di tali proiettili, indossando peraltro attrezzature tattiche di sicurezza “per disperdere la folla”.

Ma la cosa più abnorme arriva quando afferma in un comunicato che secondo lui “i poliziotti non avevano altra scelta se non quella di adottare misure significative” di fronte alle “azioni pericolose” di centinaia manifestanti.

Per avere un’idea di quanto sia falsa questa narrazione, basti pensare che l‘avvocato Christina Carter ha rilevato che la potenziale accusa maggiore potrebbe essere un reato di “violazione di domicilio”.

L’accampamento di tende faceva parte dell’ondata nazionale di azione studentesca in solidarietà con Gaza. Anche due altre università locali – l’Arizona State University e la Northern Arizona University – hanno visto le proteste studentesche finire con arresti nell’ultima settimana.

Gli “Studenti contro l’apartheid”, il gruppo che ha organizzato le diverse le proteste dell’UA, hanno denunciato la violenza a Gaza e hanno chiesto all’università di porre fine alla sua partnership con i produttori di armi locali, tra cui Raytheon, per aver fornito armi a Israele. Raytheon è peraltro il più grande datore di lavoro privato di Tucson.

Mentre i manifestanti nell’accampamento si univano alla folla su Park Avenue, la polizia e le truppe statali in tenuta antisommossa, insieme alla SWAT regionale di Pima, hanno spinto la folla verso nord sparando spray al peperoncino e proiettili di gomma per disperdere la folla.

Ma da tutti gli Stati Uniti arriva un vero e proprio bollettino di scadenze studentesche e di cariche di polizia, a dimostrazione che tutta una generazione sta ora vivendo la lacerazione incomponibile tra “valori” affermati dalle leadership dell’Occidente imperialista e la realtà concreta, sia a Gaza che altrove.

Almeno 19 persone sono state arrestate ieri pomeriggio all’Università del Texas, a Dallas, dopo che le forze dell’ordine hanno sgombrato un accampamento di manifestanti filo-palestinesi.

Numerose persone sono state arrestate ieri sera anche durante una protesta filo-palestinese al Dartmouth College, ad Hanover, nello Stato del New Hampshire.

Un video trasmesso dall’emittente locale Wmur-Tv mostra la polizia mentre allontana i manifestanti dalla folla radunata sul Dartmouth Green e li trattiene con le mani legate da fascette di plastica. I manifestanti intanto gridano “Palestina libera“.

All’Università della California (Ucla), a Los Angeles, dove c’è una grande presenza di forze dell’ordine, la polizia ha dichiarato “illegale” la manifestazione filo-palestinese vicino al campus.

In precedenza il dipartimento di polizia di Los Angeles aveva emesso un “allarme tattico” in tutta la città relativo all’accampamento filo-palestinese vicino all’Ucla.

Ma ovviamente non finisce qui. Gli Stati Uniti non convincono più nessuno nel mondo, e neanche più la propria popolazione. E allora sparano, anche su se stessi...


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