Oggi il Parlamento di Atene voterà per la legge che introduce un
pacchetto di misure di austerità feroce, dal quale manca, per di più,
una concreta previsione per l’attuazione di politiche che risollevino
l’economia nazionale. Dall’avvento dell’euro in poi, complice
l’incapacità dei governanti di allora, le forze economiche del Paese si
sono disabituate a produrre.
Se
grazie alla moneta unica i prestiti erano diventati meno costosi per lo
Stato, l’effetto fu quello di un abbandono costante da parte del Paese
all’illusione di vivere per un tempo indefinito di soldi altrui.
Tuttavia, nel corso dello scorso decennio, speculazione e collusione
sono state le vere protagoniste della scena economica nazionale. Le
ormai famigerate Olimpiadi del 2004, costate il triplo di quanto
inizialmente previsto, sono un ottimo esempio di come megalomania e
intrecci sotterranei tra forze politiche e interessi economici, avessero
creato una prassi diffusa e ancora ben presente, nonostante tutto.
Eppure,
le colpe elleniche, prima fra tutte l’indisciplina finanziaria dello
Stato, non sono la causa di una crisi che ha cambiato radicalmente il
Paese nel giro di appena due anni. Altrimenti, come spiegare il
fallimento della politica economica di Paesi disciplinati, come
l’Irlanda o la Spagna?
I motivi sono da ricercare nel
funzionamento dell’Euro. È, allora, un evento triste, quale che siano le
valutazioni politiche, vedere il Primo Ministro di un Paese europeo
fare un discorso ai greci con i toni e la drammaticità di ieri sera.
Come un medico che annuncia ai familiari la prossimità del decesso del
malato.
Loukàs Papadimos, infatti, ha spiegato che senza il voto favorevole della Camera, il Paese è condannato alla catastrofe.
“Ci
troviamo al punto zero e dobbiamo prendere decisioni che nessun governo
prenderebbe; ma se non attuiamo quello che ci chiedono e privi del
prestito dei partner, scuole e ospedali non potranno più funzionare e
non potremo comperare petrolio perché nessuno ci farà credito” ha detto,
aggiungendo che è uno dei momenti più difficili degli ultimi 65 anni.
“Se la Grecia procederà alla riduzione del debito e prenderà il
prestito, avremo l’occasione storica di costruire un futuro per i nostri
figli”, ha concluso il Primo Ministro.
La paura è una pianta ben
fertilizzata, nella Grecia degli ultimi due anni e tre sono gli scenari
possibili: bancarotta disordinata e caos, sospensione unilaterale del
pagamento del debito (almeno per un numero di anni, contestualmente
all’attuazione di politiche volte a risollevare il destino economico e
sociale del Paese), fedeltà ai diktat europei e del Fmi che con
precisione matematica creeranno un deserto là ove appena due anni fa,
c’era vita.
Fonte.
A chi non perde tempo a leggere cazzate su facebook, guardare video cretini su youtube, ed ascoltare musica di merda, consiglio ampie riflessioni sulle righe in grassetto oltre alla lettura dei punti previsti dall'ennesima austerità ellenica.
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