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15/05/2023

Guerra in Ucraina - L'escalation si sposta nelle retrovie logistiche

di Francesco Dall'Aglio

Mentre la situazione intorno a Bahmut sembra essersi stabilizzata – e infatti ieri Prigožin, bontà sua, non se l’è presa con nessuno e ha addirittura ammesso che sui fianchi le truppe dell’esercito russo stanno combattendo bene (ma non i paracadutisti, che sostiene di non avere visto in giro. Vabbè…) – e mentre stasera Ternopil è stata colpita da due ondate di missili che ne hanno devastato le installazioni militari, si fanno un po’ di ipotesi su cosa sia stato davvero colpito la notte scorsa a Khmelnitsky – a Hruzevytsya in realtà, pochi chilometri a ovest della città – e che ha provocato, oltre a una serie spettacolare di esplosioni, un sisma di magnitudo 3.4.

Di sicuro è saltata in aria una quantità molto elevata di carburante e di munizioni: di che tipo fossero le munizioni, naturalmente, non è dato sapere. Le ipotesi si sprecano, dai missili per i sistemi antiaerei NATO recentemente arrivati in Ucraina ai proiettili per i Challenger, che col loro uranio impoverito rischierebbero di contaminare la zona (quest’ultima ipotesi sta furoreggiando sui canali ucraini, comprensibilmente preoccupati).

Sono solo voci, naturalmente, ma di sicuro il colpo alla logistica ucraina è stato forte, specialmente in congiunzione con gli attacchi a Ternopil di stanotte.

Come si può vedere dalla carta, entrambe le città si trovano nella regione occidentale del paese, finora molto meno soggetta ad attacchi delle regioni centrali e di quelle più vicine alla linea del fronte.

Entrambe le città si trovano sulla stessa direttrice ovest-est sulla quale transita il grosso dei rifornimenti occidentali provenienti dalla Polonia, in particolare quelli che provengono dal principale hub logistico della NATO, che è l’aeroporto di Rzeszów, segnato anch’esso sulla carta.

Possibile che le installazioni logistiche e i depositi delle due città siano stati colpiti proprio adesso perché l’intelligence russa ha ricevuto informazioni su trasferimenti particolari, o semplicemente che i depositi erano pieni? Possibile.

Ma possibile anche che siano stata colpite adesso perché, se è vero che parte della contraerea ucraina è stata trasferita più a est, a difesa del fronte, si è dedotto che la regione era sguarnita e che gli attacchi avrebbero raggiunto indisturbati le loro destinazioni. E così è stato, in effetti.

A proposito di contraerea. Tramontata, ma non definitivamente accantonata, l’ipotesi che ad abbattere ieri i due elicotteri e i due aerei russi nella zona di Bryansk sia stata l’aviazione ucraina, l’unico altro indiziato resta la contraerea.

Non sarebbe certo la prima volta che l’aviazione russa subisce perdite. Ma la cosa che resta inspiegabile è il motivo per cui in tutti e quattro gli abbattimenti gli equipaggi non abbiano avuto tempo o modo di lasciare i velivoli (questo vale per gli aerei, naturalmente. Per gli elicotteri, ahimè, c’è poco da fare in genere, gli elicotteristi non hanno seggiolini eiettabili).

Può essere stata semplicemente sfortuna, naturalmente, ma in molti in Russia ipotizzano che siano stati utilizzati i sistemi antiaerei NASAMS o i SAMP/T (questi ultimi forniti dall’Italia) equipaggiati con missili a guida infrarossa (gli AMRAAM-ER per i NASAMS) o data link e guida radar solo nella parte finale del tragitto (gli MBDA Aster 30 per i SAMP/T).

L’assenza di un puntatore radar che “illumini” da terra il bersaglio non consente allo stesso di rendersi conto di essere oggetto del lancio di un missile e prendere le contromisure necessarie, inclusa alla peggio l’espulsione dell’equipaggio. Si tratta, ripeto, di una ipotesi, ma che si sia trattato di NASAMS non sembra affatto improbabile.

Più difficile invece che si sia trattato di SAMP/T: non è chiaro se siano già arrivati in Ucraina e se siano già operativi, molto probabilmente no. Inoltre solo a gennaio Francia e Italia si sono accordate per una commessa di 300 Aster 30, quindi al momento queste munizioni mancherebbero.

Ad ogni modo l’aviazione ucraina sostiene di non saperne nulla e che gli aerei se li sono tirati giù i russi da soli, cosa certamente possibile per un velivolo ma un po’ improbabile per quattro: il che confermerebbe la volontà di negare l’utilizzo di sistemi occidentali che, come dichiarato fino alla nausea dai fornitori, dovrebbero essere impiegati solo sul territorio ucraino (Crimea e Donbass inclusi), non su quello russo.

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