Nonostante sia stato uno dei giorni più caldi di questa estate, migliaia di persone dalla mattina alla sera si sono concentrate davanti al Parlamento a Buenos Aires, dove si stava discutendo la Legge Omnibus voluta da Milei.
Gridando contro le politiche economiche e sociali del governo di estrema destra, hanno sfidato centinaia di poliziotti, gendarmi e prefetti che erano schierati davanti alla piazza, cercando di impedire che i manifestanti scendessero in piazza.
Tuttavia, ancora una volta, il ministro della Sicurezza deve aver maledetto il mondo, poiché il protocollo anti-protesta è diventato lettera morta. La folla si è precipitata in strada e l’ha bloccata, la polizia ha caricato più volte ma nessuno si è tirato indietro.
All’interno del Congresso, i deputati di destra hanno fatto discorsi vergognosi giustificando l’ingiustificabile, difendendo il pacchetto di leggi che Milei vuole imporre alla popolazione, mentre i parlamentari della sinistra sono usciti unendosi ai manifestanti e protestando contro la repressione poliziesca. La sessione si è conclusa intorno alle 21:30 ed è andata in pausa fino a giovedì.
Per le strade si sentiva il rumore di pentole e padelle e grida, le più cantate da tutte: “Unità, dei lavoratori, e a chi non piace, a voi, a voi...”
Intorno al tramonto di giovedì, centinaia di membri della Polizia Federale e della Gendarmeria Nazionale hanno nuovamente caricato manifestanti e giornalisti nella piazza antistante il Congresso, provocando, in segno di protesta, l’allontanamento dai locali della Camera bassa dei deputati dell'“opposizione non dialoghista” che erano in sessione, per il secondo giorno consecutivo.
Come era già accaduto mercoledì pomeriggio e notte, l’operazione di sicurezza intorno al palazzo legislativo è stata ancora una volta caratterizzata dalle forze federali che hanno picchiato, spruzzato spray al peperoncino e sparato proiettili di gomma contro la protesta pacifica dei partiti di sinistra, delle assemblee di quartiere e di singole persone. Anche fotoreporter e cronisti sono rimasti feriti, e la polizia li ha colpiti con particolare mira.
Gli attivisti che partecipano regolarmente alle manifestazioni di protesta conoscono gli effetti dello spray al peperoncino usato dalle forze di sicurezza.
Dopo la repressione di mercoledì davanti al Congresso, mentre si discuteva la legge Omnibus con la sua sentenza inesistente, non ci è voluto molto perché si rendessero conto che il gas che gli veniva lanciato addosso era diverso dagli altri.
Con il passare delle ore, si sono anche resi conto che il suo effetto era più duraturo. Le organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto spiegazioni, ancora senza risposta, per scoprire quale prodotto è stato gettato sui corpi in protesta in base al protocollo di sicurezza stabilito dal ministro Patricia Bullrich.
“Non si lenisce con l’acqua fredda, bisogna mettere sostanze oleose per calmare il bruciore, come l’olio gessoso o il latte. Ieri in alcuni casi è stato necessario ricoverare le persone e somministrare loro farmaci per via endovenosa. Stiamo rendendo questa denuncia il più ampia possibile perché ciò che sta accadendo è assolutamente riprovevole”, ha osservato un manifestante, aggiungendo che è già stata presentata una richiesta di chiarimento sulla questione.
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