Per il Sindaco grillino Pizzarotti si delinea una seconda rogna dopo
quella dei tagli sul bilancio comunale. L'inceneritore divide e
mobilita. Sabato una manifestazione dei No Termo porta alla luce tutte
le contraddizioni accumulatesi in questi mesi, senza fare sconti a
nessuno.
Sull’inceneritore a Parma il M5S e lo stesso Grillo si
giocano parecchia della propria credibilità. Il primo sindaco grillino
di una media città capoluogo, rappresenta la verifica se il M5S possa
affettivamente essere “altro” dalla casta che ha sempre duramente
criticato. Ma sulle scelte concrete, le decisioni degli amministratori
locali sono quelle che fanno la differenza. Già sui tagli a servizi e
retribuzioni dei dipendenti comunali a causa delle restrizioni di
bilancio, abbiamo assistito ad un braccio di ferro tra lavoratori e il
sindaco Pizzarotti, il quale non è che abbia mostrato troppi scostamenti
dalle terapie d’urto di altri amministratori “castati” o delineate dai
tecnocrati del governo Monti. Ma è sulla vicenda dell’inceneritore che
il gioco si sta facendo duro. Già prima che Pizzarotti diventasse
sindaco era in corso una mobilitazione contro questa installazione nel
territorio parmigiano. Anzi Pizzarotti è stato attivo nei comitati e
nelle associazioni che si sono opposte all’incenitore. Poi è cambiato il
quadro. Pizzarotti diventa sindaco e l’opzione dell’inceneritore
diventa “più possibile”. Comprensibili le reazioni negative ad un
ragionamento che diventa pragmatico solo dopo le elezioni.
Per
sabato prossimo una coalizione di comitati, associazioni, centri sociali
ha convocato una manifestazione contro l’inceneritore a Parma. Una
iniziativa che porta alla luce tutte le contraddizioni accumulatesi in
questi mesi di amministrazione Pizzarotti. Il sindaco grillino trova
però anche qualche alleato tra gli ambientalisti, alcuni dei quali si
sono dissociati dalla manifestazione. Secondo l'associazione Corretta
Gestione Rifiuti "la corsa dei no termo dell'ultima ora ha per noi
impostazioni e visioni incompatibili. Si attacca a volte senza costrutto
nel mucchio, ad esempio indicando responsabilità nell'attuale giunta di
Parma che invece, secondo noi, si batte dal 2012 per far vincere la
corretta gestione dei rifiuti e non altro. Si è data alla lotta una
forte impronta politica mentre noi consideriamo la battaglia per la
salute una scelta dei cittadini da non consegnare alle compagini di
partito. Tutto lecito, ma che non si pretenda che Gcr sottoscriva. Noi
non sventoliamo altra bandiera se non quella pirata no termo".
Dunque
la critica sarebbe quella di una eccessiva politicizzazione della
mobilitazione popolare contro l’inceneritore. Viene voglia di dire che
un sindaco e la sue elezione non sono certo un evento della natura né
una decisione condominiale, ma, al contrario, una operazione tutta
politica (hai voglia a tirare la pelle della “società civile”).
Alle
critiche degli ambientalisti più vicini al sindaco Pizzarotti,
rispondono i comitati dell’Assemblea permanente contro l'inceneritore
che hanno organizzato la manifestazione di sabato prossimo (vedi sotto
l’appello di convocazione). I portavoce dell'Assemblea chiedono come si
possa "additare dei cittadini come “partitisti” e “avventori dell'ultima
ora” proprio quando il Gcr è in affanno e riduce la sua attività
contestualmente alla strenua difesa nell'operato della giunta
comunale?". "Come può il Gcr - si legge ancora - continuare a replicare,
a contraddire e dare del 'capzioso' a chi ha effettuato, con serietà e
competenza, 16 appelli, rivelatisi indispensabili per dimostrare tutte
le anomalie in fase di accensione del forno e le responsabilità
giuridiche dei soggetti interessati, amministrazione comunale compresa?
Con che faccia può continuare il Gcr a dichiarare di voler proseguire
quella battaglia, che è sempre stata anche la 'sua', contro
l'inceneritore e poi, nei fatti, ostacolare e infamare chi invece
continua tenacemente a combatterla”?
Si capisce bene che a Parma si va delineando qualcosa di più di una polemica, si va configurando una verifica dei fatti.
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