Secondo quanto aveva pomposamente annunciato settimane fa il regime di Kiev, il 24 agosto di quest'anno l’Ucraina avrebbe festeggiato l’indipendenza nazionale ritrovata dopo il crollo dell’Unione Sovietica celebrando anche la riconquista delle regioni orientali insorte dopo il golpe filoccidentale di febbraio. Ma nonostante l’inasprimento continuo dei bombardamenti e delle operazioni militari contro le città ribelli, appare assai difficile che domenica prossima l’oligarca Petro Poroshenko e i capi dei partiti ultranazionalisti di Kiev possano festeggiare in pompa magna come avevano previsto.
Ed ecco così che in soccorso della Giunta arriverà nei prossimi giorni Angela Merkel. Il primo ministro tedesco ha infatti annunciato a sorpresa che sabato, il 23 agosto, sarà in Ucraina su invito del presidente Petro Poroshenko, e che nel corso della prima visita nel paese dall’inizio della guerra civile oltre al presidente oligarca la cancelliera incontrerà anche il premier Arseni Iatseniuk e i sindaci di alcune città ucraine (tutti del campo nazionalista, ovviamente). Un modo per togliere le castagne dal fuoco ai nuovi padroni del paese e anche di contendere a Washington la guida della situazione.
Nonostante le truppe governative e i battaglioni di miliziani di estrema destra, compreso l’Azov tanto caro ai media nostrani nonostante le insegne neonaziste, siano ormai entrate all’interno del perimetro della città martire di Lugansk, la resistenza dei miliziani dell’omonima Repubblica Popolare appare strenua e secondo le agenzie di stampa si starebbe combattendo ‘casa per casa’ mentre numerosi edifici sono stati bombardati dall’artiglieria ucraina e numerosi civili sono rimasti uccisi o feriti. Le condizioni di alcune centinaia di migliaia di abitanti che non sono riusciti ad abbandonare la città sono disastrose, affermano varie fonti, dopo che le truppe assedianti hanno bloccato la somministrazione di gas, luce e acqua potabile.
Anche a Donetsk sono ripresi i bombardamenti in grande stile dopo poche ore di relativa tregua, e pare che attualmente gli attacchi si stiano concentrando in particolare contro la città di Makiivka, a 16 km dalla principale città industriale del Donbass. Stando alla testimonianza di un fotografo della France Presse, proiettili di artiglieria pesante hanno colpito la città, nei pressi della stazione degli autobus. Alcuni abitanti sono riusciti a nascondersi nei rifugi, ma il fotografo ha visto i corpi senza vita di una donna e di due uomini. In queste ore, secondo le forze armate ucraine, gli scontri continuerebbero anche a Lasinuvata e Ilovaisk, a pochi chilometri dal capoluogo. Anche il più grande impianto di elettrodomestici dell'Ucraina, il "Nord", è stato costretto a sospendere la produzione sino al 1 settembre a causa dell'impossibilità di approvvigionarsi di materiali e materie prime e di smaltire i prodotti finiti visto l'assedio che cinge la città.
Da parte loro le autorità ucraine continuano ad accusare i ribelli dell’est del paese di aver ucciso numerosi civili, comprese donne e bambini, attaccando con dei missili un convoglio di persone che da Lugansk cercavano di riparare in Russia per sfuggire alla pioggia di bombe. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Andriy Lysenko ha affermato che i suoi uomini avrebbero recuperato finora 15 corpi dei civili uccisi mentre viaggiavano in pullman tra Khryashchuvatye e Novosvitlivka, bruciate vive all’interno del mezzo colpito da razzi, ma finora nessuna immagine è stata diffusa e nessun giornalista ha avuto l’opportunità di confermare i fatti contestati dagli insorti che negano che la strage sia mai avvenuta.
Intanto oggi i militari ucraini affermano di aver arrestato un cittadino dell’Ue – sarebbe la prima volta dall’inizio dei combattimenti – che militava nelle file degli insorti come addetto ad un mortaio. Il consigliere del ministero dell'Interno di Kiev, Anton Gherashenko, informa che si tratterebbe di un cittadino slovacco di origine serba transitato da Kiev il 3 luglio scorso e catturato a Ilovaisk.
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Ed ecco così che in soccorso della Giunta arriverà nei prossimi giorni Angela Merkel. Il primo ministro tedesco ha infatti annunciato a sorpresa che sabato, il 23 agosto, sarà in Ucraina su invito del presidente Petro Poroshenko, e che nel corso della prima visita nel paese dall’inizio della guerra civile oltre al presidente oligarca la cancelliera incontrerà anche il premier Arseni Iatseniuk e i sindaci di alcune città ucraine (tutti del campo nazionalista, ovviamente). Un modo per togliere le castagne dal fuoco ai nuovi padroni del paese e anche di contendere a Washington la guida della situazione.
Nonostante le truppe governative e i battaglioni di miliziani di estrema destra, compreso l’Azov tanto caro ai media nostrani nonostante le insegne neonaziste, siano ormai entrate all’interno del perimetro della città martire di Lugansk, la resistenza dei miliziani dell’omonima Repubblica Popolare appare strenua e secondo le agenzie di stampa si starebbe combattendo ‘casa per casa’ mentre numerosi edifici sono stati bombardati dall’artiglieria ucraina e numerosi civili sono rimasti uccisi o feriti. Le condizioni di alcune centinaia di migliaia di abitanti che non sono riusciti ad abbandonare la città sono disastrose, affermano varie fonti, dopo che le truppe assedianti hanno bloccato la somministrazione di gas, luce e acqua potabile.
Anche a Donetsk sono ripresi i bombardamenti in grande stile dopo poche ore di relativa tregua, e pare che attualmente gli attacchi si stiano concentrando in particolare contro la città di Makiivka, a 16 km dalla principale città industriale del Donbass. Stando alla testimonianza di un fotografo della France Presse, proiettili di artiglieria pesante hanno colpito la città, nei pressi della stazione degli autobus. Alcuni abitanti sono riusciti a nascondersi nei rifugi, ma il fotografo ha visto i corpi senza vita di una donna e di due uomini. In queste ore, secondo le forze armate ucraine, gli scontri continuerebbero anche a Lasinuvata e Ilovaisk, a pochi chilometri dal capoluogo. Anche il più grande impianto di elettrodomestici dell'Ucraina, il "Nord", è stato costretto a sospendere la produzione sino al 1 settembre a causa dell'impossibilità di approvvigionarsi di materiali e materie prime e di smaltire i prodotti finiti visto l'assedio che cinge la città.
Da parte loro le autorità ucraine continuano ad accusare i ribelli dell’est del paese di aver ucciso numerosi civili, comprese donne e bambini, attaccando con dei missili un convoglio di persone che da Lugansk cercavano di riparare in Russia per sfuggire alla pioggia di bombe. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Andriy Lysenko ha affermato che i suoi uomini avrebbero recuperato finora 15 corpi dei civili uccisi mentre viaggiavano in pullman tra Khryashchuvatye e Novosvitlivka, bruciate vive all’interno del mezzo colpito da razzi, ma finora nessuna immagine è stata diffusa e nessun giornalista ha avuto l’opportunità di confermare i fatti contestati dagli insorti che negano che la strage sia mai avvenuta.
Intanto oggi i militari ucraini affermano di aver arrestato un cittadino dell’Ue – sarebbe la prima volta dall’inizio dei combattimenti – che militava nelle file degli insorti come addetto ad un mortaio. Il consigliere del ministero dell'Interno di Kiev, Anton Gherashenko, informa che si tratterebbe di un cittadino slovacco di origine serba transitato da Kiev il 3 luglio scorso e catturato a Ilovaisk.
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