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05/06/2016

NATO: “dialogo con Mosca; da posizioni di forza”

In contemporanea con le manovre Nato “Saber Strike-16” in Lettonia, Estonia e Lituania, iniziate lo scorso 27 maggio e che proseguiranno fino al 22 giugno, sono cominciate ieri a Tallin le manovre Nato “Baltops-2016”, che andranno avanti fino al 19 giugno, con la partecipazione di oltre seimila uomini di 15 paesi Nato, oltre Svezia e Finlandia e si estenderanno al mar Baltico e ai territori di Estonia, Polonia, Germania, Svezia e Finlandia. Vi partecipa anche la nave ammiraglia della VI flotta USA “Mount Whitney” che, come rileva il canale tvzvezda.ru, fu il primo vascello occidentale ad avvicinarsi alle coste georgiane durante l’attacco di Tbilisi all’Ossetia meridionale nel 2008 e che cinque anni fa prese parte alle operazioni contro la Libia. Ai due bombardieri USA B-52 inizialmente previsti per le esercitazioni, se ne sarebbe intanto aggiunto un terzo.

Il fianco orientale dell’Alleanza atlantica è quello che negli ultimi anni ha visto la maggiore espansione e il maggior incremento di uomini e mezzi, soprattutto nell’area settentrionale del fianco est, per l’appunto, Paesi baltici e Polonia. Da quest’ultimo paese giunge la notizia dell’apertura, prevista per il prossimo ottobre, dei Centri di comando delle prime brigate di una cosiddetta difesa territoriale, una forza di circa 35mila “volontari militarizzati”, volta al “contenimento delle minacce esterne” e posta al comando dell’esercito regolare che, a sua volta, passerà dagli attuali 95mila a 150mila uomini. Secondo le notizie diffuse ieri dal giornale Reç Pospolita, brigate e battaglioni di tale forza saranno dislocati a partire dai centri di Białystok, Lublino, Rzeszów, ubicati proprio nella parte orientale della Polonia, anche se non confinanti con la Russia, bensì con Bielorussia e Ucraina. L’unico settore di frontiera polacca a diretto contatto con la Russia è quello nordorientale, al confine con l’enclave di Kaliningrad; qui, contro le “minacce esterne” che potrebbero venire dalla Russia e approssimandosi la data del vertice Nato di luglio a Varsavia, vengono rinforzati i controlli delle guardie di frontiera polacche su tutti i mezzi in transito, così che, secondo le ultime informazioni, si starebbero formando lunghe code di veicoli, in ingresso e in uscita dalla Polonia.

In generale, dopo l’annuncio Nato sul dispiegamento in Polonia e nei Paesi baltici di ulteriori quattro battaglioni in assetto di guerra, il rappresentante russo presso l’Alleanza atlantica, Aleksandr Grushko ha detto che ciò provocherà un’adeguata risposta politica e militare da parte di Mosca. Di tutt’altro parere il vice segretario generale Nato, Aleksander Werbshow che, intervenendo ieri al “The Wrocław Global Forum” a Breslavia, ha dichiarato invece che il rafforzamento del fianco orientale dell’Alleanza atlantica non viola gli accordi con la Russia e ha detto che il prossimo vertice di Varsavia confermerà l’intenzione Nato di “proseguire il dialogo con Mosca; un dialogo da posizioni di forza”. A Werbshow, che ha definito di “carattere difensivo” il programmato dispiegamento di forze multinazionali a rotazione in Polonia, Paesi baltici e mar Nero, ha fatto eco il Ministro degli esteri polacco Witold Waszczykowski che, allo stesso forum di Breslavia, ha parlato di un “ritorno della Russia alla mentalità della guerra fredda. Sul fianco orientale dell’Europa”, ha dichiarato Waszczykowski “abbiamo a che fare con la Russia, con il suo atteggiamento aggressivo, un paese che mina la sovranità degli Stati, rappresenta una minaccia per tutto l’Occidente, dal momento che non solo sfida l’integrità territoriale, ma mina anche l’unità politica della comunità transatlantica”. Proprio come quell’aggressore che non faceva altro che tirare nasate sui pugni degli altri.

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