Il presidente turco Erdogan ha definito “produttivi” i colloqui tenuti mercoledi a Sochi con Putin. Il summit tra i due capi di Stato, primo faccia a faccia pubblico dopo mesi, è durato circa tre ore. “Sarebbe benefico se le relazioni Turchia-Russia si sviluppassero in modo sempre più forte ogni giorno. I passi che facciamo insieme sulla Siria rivestono grande importanza” ha scritto Erdogan sul suo profilo Telegram “La pace laggiù dipende dalle relazioni Turchia-Russia”.
I colloqui tra Russia e Turchia si tengono mentre nel nord-ovest della Siria si registra una recrudescenza degli scontri tra le forze del governo siriano di Bashar al-Assad, sostenute da Mosca, e le milizie filo-Ankara, in particolare intorno ad Aleppo.
“I nostri incontri non si svolgono sempre senza problemi, ma le nostre istituzioni sono brave a superarli e trovare soluzioni”, ha commentato dal canto suo Putin, sottolineando anche l’importanza della cooperazione tra Ankara e Mosca sulla tregua in Nagorno-Karabakh dopo il conflitto tra Azerbaigian e Armenia dello scorso anno ma anche sulla situazione in Libia.
La Turchia, è membro della NATO, ma nel 2019 ha acquistato batterie di difesa missilistica S-400 russe, inducendo gli Stati Uniti a imporre sanzioni contro le sue industrie della difesa. Erdogan la scorsa settimana ha lasciato trapelare che la Turchia intendeva procurarsi un secondo lotto di S-400 dalla Russia, affermando che nessun paese può dettare le azioni di Ankara. Funzionari turchi hanno detto all’agenzia di stampa Reuters che l’acquisto degli S-400 sarebbero stati discussi proprio nei colloqui di mercoledi a Sochi.
Resul Serdar di Al Jazeera, ha affermato che il significato dell’incontro tra Erdogan e Putin ha acquisito importanza per il fatto che si è svolto sullo sfondo delle relazioni sempre più tese tra la Turchia e gli Stati Uniti.
“Dal punto di vista americano, la cosa più importante è se Erdogan rilascerà una dichiarazione secondo cui la Turchia acquisterà un secondo lotto di S-400 o meno”, ha affermato il corrispondente di Al Jazeera.
Si apprende intanto che il primo blocco della centrale nucleare di Akkuyu, che l’azienda statale nucleare russa Rosatom sta costruendo nel sud della Turchia, potrebbe partire già nel 2022, cioè un anno prima del previsto.
Un secondo progetto di impianto nucleare nella provincia del Mar Nero di Sinop avrebbe dovuto iniziare quest’anno, qualora Ankara avesse trovato un nuovo partner dopo che la giapponese Mitsubishi si è ritirata lo scorso anno. Un alto funzionario turco dell’energia, parlando in condizioni di anonimato, ha detto ad Al Jazeera che il governo turco sta anche considerando un terzo impianto nucleare con quattro reattori nel nord-ovest del Paese.
La contrapposizione frontale tra il blocco euroatlantico e quello che il pensiero unico occidentale definisce come “dispotismo asiatico”, sembra produrre una accelerazione nella formazione di nuove ed inedite alleanze.
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