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08/07/2015

Tsipras a Strasburgo: "Vogliamo la riduzione del debito"

Vien da pensare che la vittoria del NO al referendum greco stia facendo saltare un po' di schematismi anche all'interno dell'edificio instabile chiamato Unione Europea. E diversi degli “allineati” a Merkel, Schaeuble e Weidmann cominciano ora a fare piccole distinzioni, suggerire cautela ai “falchi”, magari persino immaginare qualche risposta alla crisi diversa dall'austerità ordo-liberista teutonica.

Niente che possa mettere in discussione la “linea” della Troika, ma un refolo di vento che segnala l'emergere di contraddizioni interne fin qui sopite con molta facilità.

L'accoglienza che il Parlamento di Strasburgo – il più inutile dei parlamenti al mondo, privo com'è del potere legislativo – rientra nel ristretto novero dei trionfi attribuiti in genere alle rockstar, più che agli attuali grigi e ragionieristici “leader senza carisma” del continente. Le cronache più asettiche (l'Ansa, per esempio) recitano: “Al suo ingresso alla plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo il premier greco Alexis Tsipras è stato accolto da applausi e urla di incitazione. Molti lo hanno atteso per stringergli la mano, scattare foto e selfie”. Se reggerà alla pressione, alla prossima occasione lo intitoleranno “el libertador”, novello Simon Bolivar?

Era atteso per un discorso che avrebbe dovuto illustrare le “nuove proposte” elleniche in materia di “riforme strutturali” da realizzare in cambio dell'ennesimo pacchetto di aiuti, secondo la logica perversa per cui a ogni taglio corrisponde una caduta del Pil e delle entrate, quindi un aumento del debito pubblico che renderebbe “necessarie” altre “riforme”, tagli al welfare, alla contrattazione, più privatizzazioni.

Hanno dovuto invece ascoltare – tra diversi applausi – un atto d'accusa contro “le istituzioni” (Unione Europea, Bce, Fmi) quasi con le stesse parole di un comizio interno: "I soldi dati alla Grecia non hanno mai raggiunto il popolo, i soldi sono stati dati per salvare le banche europee e greche. La mia patria si è trasformata in un laboratorio sperimentale di austerità, ma l'esperimento non ha avuto successo".

Il primo obiettivo dichiarato della “nostra proposta” – detto a Straburgo, non in un messaggio televisivo rivolto ai soli greci – è "La lotta alla disoccupazione". Non proprio in cima alle preoccupazioni dei “creditori”.

E quindi ha tracciato la vera “linea rossa” che non potrà valicare in quest'ultima, quasi disperata, tornata di negoziato: "un taglio del debito per poter essere in grado di restituire i soldi: ricordo che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953, quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la Guerra".

Quella di voler restare all'interno dell'Unione Europea e dell'euro, in queste condizioni, è – come abbiamo scritto sempre – una grande illusione di Syriza e di Tsipras. Ma stavolta Tsipras l'ha espressa in modo quasi ingenuo (avendo di fronte le facce dei marpioni che bivaccano tra Strasburgo e Bruxelles): "Se avessi voluto trascinare la Grecia fuori dall'euro non avrei fatto le dichiarazioni che ho fatto dopo il referendum, io non ho un piano segreto per l'uscita dall'euro e vi sto parlando davvero con il cuore in mano".

Si è fatto quindi forte del risultato referendario per limitarne alla sola prospettiva “riformista” il significato politico: "La scelta coraggiosa del popolo greco, in condizioni senza precedenti, non è una scelta di rottura con l'Europa ma è la scelta di tornare ai valori che stanno alla base dell'Ue. E' un messaggio chiarissimo. Occorre rispetto per la scelta del nostro popolo".

Confermata dunque anche la richiesta di un piano di salvataggio con lo strumento del cosiddetto “fondo salva-stati” (Esm): "Vogliamo lanciare un dibattito sulla sostenibilità del debito pubblico, non ci possono essere tabù tra di noi per trovare le soluzioni necessari. Oggi invieremo la nostra richiesta all'Esm" e "spero che nei prossimi giorni risponderemo a questa crisi per tutta l'eurozona".

Intanto è arrivata la richiesta di Atene al fondo salvastati Esm e all’Eurogruppo. Questa la lettera inviata da nuovo ministro delle finanze Euclid Tsakalotos:


Fonte

Continua ad albergare nella mia testa il dubbio che Tsipras possa essere un gran filone piuttosto che un semplice riformista ingenuo.

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