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04/07/2016

Strage di sciiti a Baghdad, rivendica lo Stato Islamico

Più diventa debole sui campi di battaglia, colpito dai bombardamenti delle coalizioni a guida russa e statunitense e dalle forze leali ai governi di Baghdad e Damasco, più lo Stato Islamico risponde con indiscriminate carneficine.

Come quella che ieri ha fatto strage di sciiti nella capitale irachena dopo la sconfitta del Califfato a Fallujah, importante città del paese liberata una settimana fa dalle truppe di Baghdad e dalle milizie sciite. Un doppio attacco che ha causato un massacro senza precedenti, circa 200 morti (e altrettanti feriti), di cui ben 25 bambini.

Il primo attacco – quello più devastante con la strage di bambini – è avvenuto nel centrale quartiere sciita di Karrada, dove un kamikaze ha fatto deflagrare un automezzo carico di esplosivo davanti ad un centro commerciale assai affollato, l’Al-Hadi Centre. L’orario e il luogo sono stati scelti dai terroristi per causare il numero maggiore di morti. L’attacco è infatti avvenuto poco dopo la mezzanotte, quando la gente aveva interrotto il quotidiano digiuno di Ramadan e si era riversata nel centro commerciale per mangiare nei numerosi ristoranti o per fare shopping. Molte delle vittime sono morte bruciate vive o per soffocamento a causa dell’esplosione che ha innescato una serie di incendi che si sono propagati nei negozi e nelle abitazioni e che sono stati spenti solo dopo diverse ore.

Dopo l’assalto – il secondo più mortale dall’inizio dell’anno – il via vai di ambulanze e i soccorsi mentre dal palazzo colpito si levava un’alta colonna di fumo: a terra le vittime e i sopravvissuti in stato di shock. Poco dopo, la rivendicazione da parte dello Stato Islamico attraverso un comunicato diffuso via web.

Il secondo attacco – non ancora rivendicato ma anche questo, secondo i media, tipico delle modalità terroristiche del Califfato è avvenuto a Shaba, area nord di Baghdad, dove una bomba ha ucciso almeno cinque persone e ne ha ferite sedici.

In seguito alla strage il governo iracheno ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Il primo ministro Haider al-Abadi che questa mattina si è recato a visitare i feriti e il luogo dell’attentato è stato accolto da una folla inferocita contro il governo accusato di non saper garantire la sicurezza. “Tutto quello che accade – ha denunciato alla stampa una donna, residente del quartiere di Karrada – è perché nessuno controlla i parlamentari, i politici, i partiti e le milizie. Questo causa distruzione. E dopo che l’esercito vince (contro l’Is), distruggeranno il paese”.

Finora l’attentato più sanguinoso avvenuto a Baghdad quest’anno risaliva all’11 maggio scorso, quando in un attacco dell’Isis con delle autobombe sferrate contro un mercato nel quartiere sciita di Sadr City erano state uccise 93 persone.

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