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12/06/2018

Il “pluralismo” di Lilli Gruber: qui parla solo il Bilderberg...

Ieri sera Lilli Gruber ha presentato per il suo approfondimento su La7 un vero parterre de roi: la sezione italiana del Bilderberg Group pressoché al completo.

Oltre se stessa, infatti, c’erano al tavolo o in collegamento Lucio Caracciolo e Alberto Alesina, noto ai più per essere l’autore di un unico editoriale che, chissà per quale motivo, il Corriere ripropone a settimane alterne con minime variazioni (“tagliate la spesa pubblica, cancellate i diritti del lavoro e lasciate fare ai mercati”).

Per chi, comprensibilmente, ignora le identità della rappresentanza italiana all’ultima riunione del think tank fondato da David Rockfeller, ecco qui l’elenco completo:

John Elkann, presidente di Fca e di Exor;

Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia

Pietro Parolin, cardinale e segretario di Stato del Vaticano

Alberto Alesina, economista

Marina Mazzuccato, economista;

Lilli Gruber, giornalista;

Lucio Caracciolo, direttore di Limes;

Elena Cattaneo, biologa e senatrice a vita;

Vittorio Colao, amministratore delegato di Vodafone;

Giampiero Massolo, presidente dell’Ispi, ex coordinatore dei servizi segreti italiani, indicato – nel corso della recente crisi di governo – prima come possibile presidente del consiglio e poi come potenziale ministro degli esteri.

L’unico presente in studio che non è stato ancora invitato in quel consesso era il direttore de L’Espresso, l’onnipresente Marco Damilano.

In effetti, è stata una bella prova di “pluralismo” giornalistico.

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