di Stefano Mauro
Una settimana dopo
l’attacco israeliano in Siria e il raid con due droni a Beirut, il
movimento sciita domenica ha risposto, come promesso dal suo segretario
generale Hassan Nasrallah, distruggendo un veicolo militare blindato, di tipo Wolf, dell’esercito israeliano vicino al moshav di Avivim lungo il confine e nei pressi della località libanese di Maroun Al Ras.
“Alle 16:15 l’unità dei martiri Hasan Zbib e Yasser Daher (i militari
uccisi nel raid israeliano del 25 Agosto in Siria) ha distrutto un
veicolo militare causando morti e feriti tra il nemico” questo il
comunicato ufficiale di Hezbollah.
Il canale libanese Al Mayadeen ha riportato
che “3 missili di tipo Kornet sono stati lanciati simultaneamente su un
veicolo militare israeliano nei pressi della base di Avivim, a circa 2
km dal confine”, mettendo in evidenza che il commando di Hezbollah “si è
infiltrato all’interno del territori di Tel Aviv, per poi dileguarsi
con altrettanta facilità”.
Il governo israeliano ha imposto il silenzio stampa, vietando
l’accesso a tutta l’area ai giornalisti, “per non fornire informazioni
utili ad Hezbollah”. La corrispondente della radio nazionale
israeliana, Orley Kalii, presente nell’area, afferma di aver visto
“almeno due militari feriti portati in elicottero all’ospedale di
Rambam”. Come reazione l’artiglieria israeliana ha sparato oltre 70
colpi di mortaio nella zona di Maroun Al Ras, senza causare vittime o
danni.
Sul quotidiano Rai al Youm viene messo in
evidenza il fatto che “Netanyahu ha commesso un grave errore di calcolo,
inviando due droni su Beirut, nella speranza di poter migliorare le sue
possibilità di vittoria alle prossime elezioni legislative tra due
settimane (con il Likud in netto calo), soprattutto dopo la risposta di
Hezbollah”
Critico anche il quotidiano israeliano Maariv
che rimprovera al primo ministro un “azzardo elettorale” con il rischio
di un possibile nuovo conflitto con il Libano, dagli esiti non certo
“scontati”, vista anche la dimostrazione di forza da parte del movimento
sciita libanese e “l’esito già sfavorevole del 2006” .
Sempre secondo il canale libanese Al Manar, vicino
ad Hezbollah, l’attacco a quel convoglio non sarebbe stato casuale ed
avrebbe causato “la morte del comandante del fronte nord dell’esercito
israeliano”. Un gesto che mette in evidenza la capacità sia di
conoscere informazioni militari riservate, sia la precisione nel colpire
un mezzo blindato, considerato “sicuro” dalle forze di Tel Aviv e,
proprio per questo motivo, utilizzato lungo la zona di confine.
Netanyahu ha esortato “i propri ministri di astenersi da qualsiasi dichiarazione”
ed ha annunciato che “l’esercito è in stato di massima allerta, anche
se Tel Aviv interromperà qualsiasi ostilità lungo il confine perché non
vuole nessuna escalation militare contro Hezbollah”. Nonostante le
notizie ed i filmati trasmessi dalla stessa stampa israeliana, il
portavoce dell’esercito, Avichay Adraee, ha dichiarato che “Hezbollah ha
lanciato un attacco contro un mezzo blindato e contro una base ad
Avivim, senza causare alcuna perdita”.
Da parte sua Nasrallah è intervenuto ringraziando il sostegno politico del presidente Aoun e del premier Hariri
e dicendo che l’operazione militare “non è una semplice riposta, ma
piuttosto una dimostrazione di quali sono le potenzialità e le capacità
di Hezbollah verso obiettivi militari israeliani, ricordando ad Israele
che il partito sciita da questo momento colpirà Israele senza temere una
sua possibile risposta militare”.
Riguardo al significato dell’attacco di Hezbollah, l’analista Amin Hotheit ha dichiarato ad Al Mayadeen:
“Quest’azione ristabilisce i rapporti di forza tra Israele ed
Hezbollah, perché mette in evidenza tutte le difficoltà di Tel Aviv di
contenere un’escalation su larga scala viste anche le continue tensioni
sul confine con Gaza e le rappresaglie militari in Cisgiordania, Israele
non può permettersi una guerra sul fronte settentrionale con un
confronto che potrebbe rivelarsi fatale”.
Proprio per quanto riguarda gli altri fronti ed i Territori Occupati
sono numerose le dichiarazioni di stima nei confronti di Hezbollah: da Ansarullah in Yemen, alle Unità di Mobilitazione Popolare
o Hashd a-Shaabi irachene (colpite la scorsa settimana da un raid
israeliano) fino alla Resistenza palestinese (Hamas, Jihad islamico e
Fplp).
“Hezbollah rappresenta la Resistenza in cui il popolo palestinese ha riposto la propria speranza”, ha detto Hazem Qassem,
portavoce di Hamas, aggiungendo, “la Resistenza in Libano, Siria, Iraq e
nei Territori Occupati agirà in sinergia e farà uso dei suoi diritti
legittimi a difendersi.”
Sempre secondo Hazem Qassem è sempre più vicino il momento in cui “la
Resistenza aprirà vari fronti contro Israele perché questa è la chiave
della nostra futura vittoria, visto che tutti i mezzi corazzati, i
missili e gli elicotteri da guerra dispiegati in questi giorni ai
confini settentrionali con il Libano meridionale non sono serviti a
nulla nel contrastare l’azione del commando di Hezbollah”.
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