di Michele Giorgio – il Manifesto
Con un colpo di coda finalizzato a strappare voti all’ultradestra a beneficio del suo Likud, Benyamin
Netanyahu ieri ha annunciato agli israeliani che se il 17 settembre
uscirà vincitore dalle urne annetterà unilateralmente a Israele gli
insediamenti coloniali ebraici in Cisgiordania, ossia buona parte del territorio palestinese sotto occupazione dal 1967. E
comincerà con la Valle del Giordano e il nord del Mar Morto che ha
descritto come il confine orientale e la cintura di sicurezza del paese.
Le zone interessate dall’annessione vanno da Beit Shean al nord
scendendo per la cosiddetta Pista Allon fino a Ein Gedi sul Mar Morto,
escludendo Gerico perché, ha precisato Netanyahu, «Nemmeno un singolo palestinese sarà annesso».
Per questo, ha esortato il leader del Likud, «sto chiedendo di ricevere
il mandato per fare questa cosa (l’annessione) che gode di un ampio
consenso e definire i confini permanenti di Israele». Quindi ha
sottolineato di voler rispettare la «democrazia».
Consenso e democrazia solo in Israele, naturalmente. Netanyahu non intende chiedere cosa ne pensino i milioni di palestinesi che da 52 anni vivono sotto occupazione.
Milioni di persone che resteranno chiuse nelle cosiddette “città
autonome” simili a bantustan. A denunciarlo è anche quel poco che resta
del movimento pacifista israeliano che sostiene la soluzione a “Due
Stati” minata nelle fondamenta della colonizzazione della Cisgiordania. «La
delirante annessione postelettorale annunciata da Netanyahu – ha
scritto Peace Now – è un’ulteriore prova del cinismo illimitato di un
primo ministro seppellito dai casi di corruzione. L’annessione ci avvicinerà a uno Stato di Apartheid».
Per Ayman
Odeh, che guida la Lista unita araba alle elezioni della prossima
settimana, il progetto di Netanyahu porterà a «una minoranza di ebrei
che controllerà una maggioranza di palestinesi senza diritti». Rabbia dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) con le condanne dell’annuncio di Netanyahu da parte di Saeb Erekat e Hanan Ashrawi, mentre
il premier dell’Anp, Mohammed Shtayyeh, ha avvertito che «La terra di
Palestina non fa parte della campagna elettorale di Netanyahu».
Già alle elezioni dello scorso 9 aprile Netanyahu aveva
promesso di annettere gli insediamenti della Cisgiordania in caso di
vittoria. Stavolta ha aggiunto che la mossa avverrà in coordinamento con
Donald Trump. Parole che indicano come l’Accordo del Secolo,
il presunto piano di pace della Casa Bianca per israeliani e palestinesi
e per il Medio oriente, che sarà reso pubblico dopo il voto del 17
settembre, prevederà ai suoi primi punti il riconoscimento di Trump
dell’annessione della Cisgiordania. Il presidente americano ha già
riconosciuto alla fine del 2017 Gerusalemme come capitale di Israele e
qualche mese fa il Golan siriano parte dello Stato ebraico.
L’annuncio ha fatto fare salti di gioia ai leader del movimento dei coloni. Ben diversa la reazione dell’opposizione. Benny
Gantz, leader della lista di centrodestra Blu e Bianco, ha descritto il
premier come un “trasformista”. Forte irritazione nell’ultradestra
religiosa. In pratica Netanyahu si è appropriato del programma
dei partiti sionisti religiosi – riuniti nella lista elettorale Yamina –
da sempre favorevoli all’annessione della Cisgiordania a Israele. Il 17
settembre si capirà se la mossa dell’annessione avrà favorito il Likud.
Al momento tutti i sondaggi dicono che il partito di Netanyahu è
dietro Blu-Bianco. Per pochi voti che il primo ministro conta di trovare
togliendoli alla destra estrema.
AGGIORNAMENTI
ore 11:00 Nella notte Israele ha bombardato “15 obiettivi di Hamas”
In risposta ai due razzi palestinesi lanciati nella notte di ieri
dalla Striscia di Gaza in direzione delle città israeliane di Ashkelon e
Ashdod, Israele ha colpito “15 obiettivi di Hamas” nel nord e nella
parte centrale della Striscia di Gaza. A riferirlo è l’esercito
israeliano in una nota.
I razzi palestinesi erano stati lanciati mentre il premier Netanyahu
era impegnato in un incontro elettorale nella città di Ashdod. Il suono
delle sirene ha portato il primo ministro a interrompere il suo comizio
prima del previsto. Prima che i jet israeliani attaccassero per
ritorsione la Striscia, Netanyahu aveva incontrato i vertici della
sicurezza israeliana.
Nella notte tra lunedì e martedì l’area militare di Hamas ha
detto che è stato abbattuto nella Striscia un drone israeliano (Tel
Aviv ha confermato che un suo aereo senza pilota è caduto nella piccola
enclave palestinese sotto assedio).
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