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01/06/2022

Guerra in Ucraina - Biden conferma l’invio dei missili. Truppe russe e miliziani nel centro di Severodonetsk

In un editoriale pubblicato sul New York Times il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha messo fine alla ridda di smentite ed ha confermato l’invio di sistemi lanciarazzi multipli alle forze armate ucraine. Ma Biden ha precisato che gli Usa non forniranno razzi dalla portata sufficiente a colpire obiettivi in territorio russo. “Per questa ragione, abbiamo deciso di fornire agli ucraini sistemi lanciarazzi e munizioni che consentiranno loro di colpire con maggior precisione obiettivi chiave sul campo di battaglia in Ucraina”. Biden ha ribadito che gli Stati Uniti non vogliono una ulteriore escalation del conflitto, e non puntano a un cambio di regime in Russia.

Secondo fonti della Casa Bianca citate dalla stampa Usa, i sistemi lanciarazzi multipli High Mobility Artillery Rocket Systems (Himars) saranno parte di un pacchetto di forniture militari del valore di 700 milioni di dollari, e saranno dotati di razzi in grado di estendere la capacità di ingaggio delle forze ucraine a circa 100 chilometri, eguagliando così i sistemi d’artiglieria in dotazione alla Russia.

Dall’editoriale sul New York Times emerge comunque il riconoscimento da parte di Biden di uno “stallo” militare che difficilmente potrà culminare in una vera e propria disfatta delle forze russe sul campo.

Qui infatti a Severodonetsk, le truppe russe hanno effettuato operazioni di assalto nei distretti settentrionale, meridionale e orientale della città. Le truppe russe, con il supporto di elicotteri Ka-52 Alligator, stanno avanzando in direzione dei centri abitati Lyman-Stariy Caravan, nella regione di Donetsk. In direzione di Bakhmut l’esercito russo cerca di respingere le forze ucraine nei distretti di Belogorovka e Vrubivka, e ha impiegato velivoli d’assalto negli insediamenti di Komyshuvakha, Berestov e Nirkove.

I miliziani della Repubblica Popolare di Lugansk e le unità cecene hanno “completato la pulizia totale della città di Severodonetsk dai nazionalisti ucraini”, ha dichiarato su Telegram il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, secondo il quale l’edificio della Direzione principale dei servizi di sicurezza ucraini e il territorio adiacente sono stati completamente sgomberati e, al momento, gli artificieri stanno eliminando gli ordigni esplosivi improvvisati rimasti sul posto. Kadyrov ha smentito le informazioni secondo le quali le truppe ucraine controllerebbero ancora parte della città: “Il settore residenziale è completamente sotto il controllo dei nostri combattenti”. Secondo l’ultimo report dell’intelligence militare britannica oltre metà di Severodonetsk è “ora occupata dalle forze russe, tra i quali i combattenti ceceni”.

La conquista di Severodonetsk e della città gemella di Lysychansk, sulla sponda occidentale del fiume Severskij Donek, consentirebbe a Mosca di impadronirsi dell’intera regione del Lugansk. Nella regione di Kherson, finora l’unica completamente controllata dai russi, gli ucraini rivendicano di aver riguadagnato terreno. Il bollettino dell’esercito ucraino comunica, in particolare, che “il nemico ha lasciato il villaggio di Mykolaivka, nel nord della regione di Kherson”. Il Comando operativo ucraino “Sud” riferisce che i combattimenti continuano su tutta la linea del fronte e che le truppe russe hanno fatto saltare i ponti sul fiume Inhulets nei pressi dei villaggi Davydiv Brid e Velyka Oleksandrivka dell’Oblast di Kherson per impedire la controffensiva ucraina.

Le perdite in combattimento dell’Ucraina sono di circa 60-100 soldati uccisi e circa 500 feriti al giorno, ha affermato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky in un’intervista pubblicata dal canale televisivo Newsmax e ripresa dall’agenzia russa Tass.

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