Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

08/09/2019

Il caso Bellanova e l’idiozia funzionale dei fascioleghisti

Su tutte le prime pagine dei giornali campeggia la neo ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova. I tastieristi fascioleghisti l’hanno insultata sui social per l’aspetto, i vestiti, il basso titolo di studio.

Questo ha suscitato giusta indignazione e solidarietà verso la persona colpita da ingiurie sessiste e classiste, che dimostrano ancora una volta come i fascioleghisti rappresentino non solo una regressione politica, ma anche civile e persino umana.

Questa regressione però non fa solo danno a chi la fa propria e a chi ne subisce i colpi, ma anche a chi la contrasta. Infatti nel difendere giustamente la bellissima storia passata di Teresa Bellanova si è oscurata la sua pessima storia presente.

La ministro ha vissuto la dura trafila dell’emancipazione e della crescita sociale, civile e culturale del proletariato, il principale merito dei comunisti e dei socialisti in questo paese.

Così, da bracciante e da sindacalista dei braccianti, Teresa Bellanova ha fatto propria un grande lezione di vita, una grande cultura. E quella cultura, ben superiore a quella di tanti laureati, bocconiani, detentori di master, le ha permesso di ascendere ai vertici della politica.

Ove quella cultura lei ha brutalmente abbandonato a favore di quella del mercato e dell’impresa.

Bellanova è diventata una ultrà renziana, e con questa appartenenza correntizia è anche collocata nel governo attuale. In quelli passati, al ministero del lavoro, è stata tra i più strenui sostenitori del Jobs act e della cancellazione dell’articolo 18, il fulcro di quello Statuto dei Lavoratori per cui impegnò la vita Giuseppe Di Vittorio, oggi a sproposito citato.

Al ministero dello sviluppo economico, poi, Bellanova è stata complice del massacro sociale dei lavoratori Almaviva, licenziati in massa con il suo benestare.

Ora i fascioleghisti la insultano per la parte che invece va portata ad esempio della sua esperienza di vita; e paradossalmente la fanno sembrare per quello che Teresa Bellanova da tempo non è più.

Questo dimostra che i valori e la cultura autentica del movimento operaio hanno ancora una forza enorme e che i fascioleghisti sono funzionali ad un sistema politico che nel nome del profitto quei valori rinnega ogni giorno, salvo poi ipocritamente servirsene quando degli idioti gliene danno l’occasione.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento