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05/03/2016

Camusso e Landini dovrebbero imparare dai delegati, e invece li cacciano

Il Sant'Uffizio della Cgil, il Collegio Statutario, ha decretato che buona parte dei delegati FIOM degli stabilimenti Fiat di Termoli e Melfi hanno tenuto comportamenti incompatibili con l'organizzazione. Ora queste lavoratrici e questi lavoratori verranno convocati dalle segreterie della FIOM del Molise e della Basilicata, che in accordo con la segreteria nazionale li hanno denunciati.

Se non faranno abiura e non prometteranno di cambiare comportamento, questi delegati saranno espulsi dall'organizzazione.

Sembra incredibile anche solo a raccontarlo, visto che Camusso e Landini ogni giorno fanno proclami di democrazia. Eppure è proprio così, semplici operai vengono cacciati dal loro sindacato perché fanno il loro dovere di sindacalisti.

La ragione formale del provvedimento è che questi delegati FIOM avrebbero costituito negli stabilimenti Fiat un coordinamento con delegati e militanti dei sindacati di base. Siccome questa è una motivazione ridicola, che mette in discussione i diritti costituzionali delle persone, occorre andare a quella vera, che naturalmente non viene espressa.

Mesi fa, dopo il fallimento dello sciopero del sabato a Pomigliano, sciopero mal preparato e peggio gestito, la FIOM nazionale decise di sospendere tutte le lotte in Fiat. I delegati di Melfi e di Termoli non accettarono questa resa e decisero di continuare a proclamare scioperi e proteste contro i turni, i ritmi, le condizioni di lavoro massacranti. Era una scelta difficile, perché si misurava con la paura dei lavoratori di fronte al regime autoritario e ricattatorio che governa la Fiat di Marchionne. Ed era anche una scelta coraggiosa perché le direzioni aziendali non usano guanti di velluto con chi non si piega o non si vende.

Dopo tanta fatica si cominciavano a vedere i primi risultati. A Termoli c'era stata una protesta improvvisa, che aveva coinvolto tutta la fabbrica. A Melfi la stampa locale registrava la crescente insoddisfazione degli operai per la pesantezza dei carichi e dei turni di lavoro. I gruppi dirigenti della FIOM avrebbero dovuto usare ovunque come esempio l'operato i questi delegati, invece hanno cominciato a contrastarli. E quando hanno visto che non cedevano alle pressioni, li hanno denunciati al Collegio Statutario. Questo organismo era stato concepito come una sorta di Corte Costituzionale della Cgil, che avrebbe dovuto vigilare sulla coerenza dei comportamenti dei gruppi dirigenti rispetto allo statuto. Invece, man mano che degradava la democrazia interna al sindacato, anche questo organismo si è trasformato. Ed è diventato un tribunale dell'inquisizione sui comportamenti dei militanti di base.

La sanzione verso i delegati "incompatibili" è peraltro coerente con l'accordo del 10 gennaio 2014. Con quel patto la Cgil ha garantito alle controparti la "esigibilità" delle intese. Cioè l'impegno ad imporre obbedienza ai delegati, anche quando si fanno accordi che proprio non piacciono. Ora in Fiat è la stessa Cgil che sanziona chi lotta contro i turni di lavoro massacranti.

Questa decisione spiega, meglio di tante dotte analisi, perché la democrazia e i diritti siano precipitati così in basso e perché sia così difficile la risalita.

Voglio perciò esprimere piena solidarietà alle compagne e ai compagni colpiti dal vergognoso e vile provvedimento, in particolare a Stefania Fantauzzi, "Mimmo" Destradis Domenico e Antonio Lamorte, della cui amicizia mi onoro.

Per Susanna Camusso e Maurizio Landini questa vicenda segna una macchia che nessun riflettore televisivo potrà coprire.

Per coloro che non si arrendono il rigore ed il coraggio di queste operaie e di questi operai sono un insegnamento prezioso.

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